UNA BANCA CLANDESTINA DI NOME COOP - PRESTITO AI SOCI, BANKITALIA DENUNCIA LE COOP DOPO IL CRAC DI TRIESTE E I DUE ESPOSTI PER IL REATO DI “BANCA ABUSIVA” - IN GIOCO 11 MILIARDI DI EURO DI RISPARMI

Giorgio Meletti per "il Fatto quotidiano

 

La notizia è seminascosta in una comunicazione che la Banca d’Italia ha inviato alla redazione di Virus, la trasmissione di Nicola Porro che nella puntata di questa sera si occuperà del bubbone del “prestito sociale”, 11 miliardi di euro di risparmi che il sistema delle Coop raccoglie come una banca senza esserlo.

LEGACOOPLEGACOOP

 

Scrive Bankitalia: “La Banca non può investigare, né intervenire, né sanzionare in caso di esercizio abusivo dell’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico, che è un reato penale il cui accertamento e repressione sono affidati alla magistratura e alle forze di polizia. Qualora riceva segnalazioni su possibili violazioni delle disposizioni in materia, interessa tempestivamente l’autorità inquirente, come è accaduto nel corso del 2014, in relazione a due segnalazioni ricevute”.

 

Bankitalia non rivela che cosa e a chi sia stato segnalato, ma è presumibile che una delle due segnalazioni coinvolga la Coop Operaie di Trieste, che è sotto procedura fallimentare e con l’ex presidente Livio Marchetti indagato per false comunicazioni sociali e bancarotta, mentre 103 milioni di risparmi raccolti da 17 mila soci della Coop sembrano essersi volatilizzati.

 

Mauro 
Lusetti 
Mauro Lusetti

Il caso di Trieste è il trailer di un film che si è già esteso alla vicina CoopCa, in Carnia , e potrebbe presto coinvolgere l’intero sistema Coop. Un anno fa il tema dei supermercati Coop dove si è sviluppata una “banca clandestina alla luce del sole” è stato sollevato da un’inchiesta del Fatto.

 

Subito dopo il presidente dell’associazione di consumatori Adusbef, l’ex senatore Elio Lannutti, ha chiesto lumi alla Banca d’Italia, segnalando proprio il caso di Trieste. Sul sito della Coop Operaie c’era scritto (e c’è scritto tuttora) che il prestito sociale consisteva in un servizio di “deposito a vista”. Proprio ciò che le regole Bankitalia riservano alle banche (autorizzate e vigilate dalla banca centrale) vietando ovviamente a chiunque altro di farlo perché si tratterebbe di un grave reato.

 

La risposta data lo scorso gennaio all’Adusbef sottolineava che non tocca alla Banca d’Italia vigilare sulle cooperative ma rendeva noto che “questo Istituto ha assunto le iniziative reputate doverose”. Non è dato sapere che cosa esattamente sia stato segnalato e a chi, fatto sta che il fallimento della Coop Operaie di Trieste è stato chiesto lo scorso 27 ottobre, esattamente un anno dopo la segnalazione dell’Adusbef. Un anno durante il quale non è accaduto niente di utile ai 17 mila risparmiatori di Trieste per salvare i loro soldi.

ignazio visco ignazio visco

 

“Esercizio abusivo dell’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico”, come lo definisce precisamente la Banca d’Italia è un reato che si commette senza bisogno di fare bancarotta o perdere i soldi dei risparmiatori.

 

Si commette chiamando “prestito sociale” (cioè finanziamento degli investimenti della propria coop) un servizio che viene venduto come “gestione liquidità”, distribuendo libretti di risparmio con i quali si possono fare versamenti e prelievi come su un conto bancario, dotando i soci di tessera magnetica con cui si può pagare la spesa al supermercato con addebito sul proprio libretto, mettendo addirittura i bancomat nei supermercati dove si può prelevare il contante dal proprio “prestito sociale”.

 

Il problema dunque tocca tutte le grandi coop che fanno una o più di queste attività, e che raccolgono complessivamente quasi 11 miliardi di euro di risparmi senza nessuna vigilanza di Bankitalia e senza la copertura del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Non a caso al congresso di Legacoop che ci chiude oggi a Roma il presidente Mauro Lusetti ha proposto nuove norme più stringenti sul prestito sociale. Saranno introdotte addirittura con una modifica dello statuto per obbligare le coop associate a rispettarle.

 

Ma il punto più critico, per le coop e per i risparmiatori, sarà la risposta alla pressione della magistratura e di Bankitalia. Si tratta di spiegare a 1,2 milioni di “soci prestatori” che il loro non è risparmio protetto come Costituzione comanda, ma capitale di rischio che in caso di crac come quello di Trieste finisce in fondo alla classifica dei creditori da soddisfare.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...