UNITED COLORS OF SÒLA – UN GRUPPO DI SOCI FRANCESI DENUNCIA “21 PARTNERS” (BENETTON) PER L’AFFARE DELLE CAPSULE DEL CAFFÈ – INDAGATO ALESSANDRO BENETTON

Luigi Ferrarella per “Il Corriere della Sera

 

alessandro benetton jpegalessandro benetton jpeg

Capsule del caffè compatibili con le macchine Nespresso, ma brevettate biodegradabili (e a un costo inferiore del 25%) da un ex manager Nestlè, Jean Paul Gaillard, messosi in proprio con la società «Ecc - Ethical Coffee Company»: tra coloro che nel 2008-2010 in tre tranche hanno investito circa 100 milioni di euro nella Ecc, proposta come affarone dalla divisione francese della boutique finanziaria «21Partners» di Alessandro Benetton, c’è chi nel 2008 è entrato a 6,5 franchi svizzeri per azione; chi al secondo giro nel 2009 ha trovato appetibile la proposta di investirvi al valore (stimato dopo 12 mesi da «21Partners») di 37 franchi; e chi al terzo turno nel 2010 si è fatto convincere a metterci 437 franchi svizzeri per azione, ingolosito dalla mirabolante assicurazione di decuplicare in 3 anni il capitale già solo in forza di un attestato ordine di acquisto di 4 miliardi di capsule. 

macchine caffemacchine caffe


Peccato che nel portafoglio di Ecc questo maxiordine non sia mai esistito: una mazzata per le prospettive di quella società che secondo «21 Centrale Partners sa» (guidata in Francia da Cedric Abitbol e da Gerard Pluvinet, molto vicino a Benetton e vicepresidente anche dell’italiana «21Partners spa») doveva arrivare a valere, «al minimo», 1 miliardo di euro.

 

E non a caso adesso sembrano orfani i dati sui quali si fondava tutto il castello di immaginifica redditività: al punto che alcuni investitori francesi — dal finanziere Raphael Harari al famoso presentatore tv Jacques «Arthur» Essebag —, bruciatisi per circa 10 milioni, denunciano Alessandro Benetton (sino a tre mesi fa presidente dell’intero gruppo di Ponzano Veneto) in quanto presidente del consiglio di sorveglianza della francese «21Centrale Partners» e amministratore delegato dell’italiana «21Partners spa». 

Nespresso logo marchioNespresso logo marchio


Dopo una perquisizione societaria della Guardia di Finanziaria, Benetton, la cui boutique di investimenti in aziende di valore gestisce fondi chiusi per 1,2 miliardi di euro, nella Procura di Treviso guidata da Michele Dalla Costa ora è indagato per l’ipotesi di reato di truffa dal pm Massimo De Bortoli, al quale la difesa ha presentato una memoria per «dimostrare totale estraneità». 


Pur constatando «evidente che l’investimento non ha risposto alle nostre reciproche attese», del resto, in aprile Pluvinet giurava agli investitori di aver avuto le medesime loro informazioni, e attribuiva a Gaillard la storia dell’ordine d’acquisto di 4 miliardi di capsule, rimarcando come ad accreditare le proiezioni dei profitti fossero stati anche analisti di mercato come Kurt Salomon e Deloitte e Siri.

Michele Dalla Costa
Michele Dalla Costa

 

Chi ha perso soldi, invece, lamenta che negli anni scorsi l’ipervalutazione di Ecc possa aver in parte rafforzato le performance e i fondi di «21Partners»; abbia fruttato almeno 1,5 milioni di euro di commissioni; e abbia prodotto plusvalenze teoriche nella società Finagep (di cui con Benetton sono soci parecchi manager del gruppo o loro parenti), che comprò azioni Ecc a 6 e a 37 franchi, ma non più a 437 franchi. 


Ma gli investitori denuncianti valorizzano soprattutto la mail in cui il 23 luglio 2010 Abitbol, manager della francese «21Centrale Partners sa», scriveva che «il carnet di ordini supera i 4 miliardi di capsule/annuo... su questa base noi pensiamo che la società varrà come minimo tra 1 e 1,5 miliardi di euro».

 

Alessandro BenettonAlessandro Benetton

Il 23 settembre 2012 l’impatto con la realtà arriva invece a Ginevra, quando nel verbale del cda di Ecc è Gaillard a rivelare che «21Partners ogni volta ha alterato le previsioni» e «che 21Partners ha venduto Ecc ad alcuni azionisti sulla base di rappresentazioni manifestamente erronee e, allo stesso tempo, favorevoli a 21Partners». 


Mentre Benetton esclude qualunque consapevolezza, Gaillard — ascoltato il 23 dicembre 2013 come indagini difensive dall’avvocato Pierfrancesco Peano per conto dei denuncianti stranieri — si prende la responsabilità di affermare che «Benetton è anche venuto in fabbrica con Pluvinet... Quel giorno ho detto attenzione, le cifre scritte sulla carta non sono reali, ci sono varie incertezze.... Ho parlato più volte al telefono con Alessandro... Ho detto a Pluvinet attenzione, il modo di lavorare di Abitbol non mi piace, diciamo che ci si può riempire le tasche ma non ingozzarsi... Ho poi reso partecipe Alessandro perché vedevo che Pluvinet non reagiva... Quindi avevo avvertito sia Pluvinet sia Alessandro in modo diretto sulle mie riserve circa l’affidabilità delle informazioni date da Abitbol agli investitori prima e dopo l’investimento».

ALESSANDRO BENETTON jpegALESSANDRO BENETTON jpeg

 

E il direttore generale di Ecc, Philippe Nicolet, rincara: «Gaillard mi disse che il business plan era di totale fantasia e basato su uno studio gestito da 21Partners per il tramite della società Kurt Salomon senza alcun coinvolgimento di Ecc». 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…