orange bollore vivendi piersilvio berlusconi stephane richard

ESCLUSIVO: BOLLORE’ MOLLA TIM A ORANGE? - STRETTO TRA I DEBITI DI VIVENDI E QUELLI DI MEDIASET, IL BRETONE STA PENSANDO DI CEDERE TELECOM E PUNTA SU BERNABE’ PER NEGOZIARE CON BERLUSCONI. MA DOVRA’ ASPETTARE ESITO DELL’ELEZIONE FRANCESE - INTANTO, AUMENTA LO STIPENDIO AL FIGLIO IN VIVENDI

DAGOREPORT

 

vincent bollore vincent bollore

Vincente Bollorè ha capito che non può avere troppi fronti aperti. I soci francesi di Vivendi alzano sempre più la voce: accettavano il bretone fintanto garantiva lauti dividenti, ora che l’azienda soffre (aveva la delega a salire al 20% di Mediaset, non al 29%) si apprestano a chiedere conto.

 

orange logoorange logo

Discorso analogo in Italia, dove il doppio fronte (Telecom e Mediaset) lo sta svuotando di energie. Tant’è che la scelta dell’AgCom di concedergli un anno di tempo per scendere in una delle due aziende, per lui è stato quasi una liberazione. E’ come se l’Autority gli avesse favorito la scelta.

 

Vale a dire, cedere la quota di Telecom ad Orange. Un’operazione a cui la compagnia francese (in parte controllata dallo Stato) sta lavorando dal primo giorno di Bollorè in Telecom. E per il quale si sta spendendo da l primo giorno il vispo Alberto Nagel. Per realizzare il “deal” però Vincent deve aspettare di capire chi diventerà il nuovo inquilino dell’Eliseo ed offrirgli le telecomunicazioni italiane, resuscitate da Cattaneo, su un piatto d’argento. E, contemporaneamente, far tornare il sorriso ai soci di Vivendi.

 

VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMARVINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR

In modo speculare, libero di Telecom, Bollorè si concentrerebbe sull’operazione Mediaset. L’ingresso di Franco Bernabè nel cda di Telecom, su stimolo di Tarak Ben Ammar, avrebbe proprio l’obbiettivo di ristabilire rapporti civili con Mediaset.

 

I suoi buoni rapporti con il pianeta renziano (attraverso Marco Carrai) e la sua capacità di mediazione con il gruppo di Berlusconi lo pone nella posizione ideale di negoziatore; in una posizione che affiancherebbe il tradizionale ruolo di Ben Ammar.  

 

Stefano Montefiori per il Corriere della Sera

 

assemblea vivendi vincent bolloreassemblea vivendi vincent bollore

Il finanziere bretone progetta di riorganizzare il consiglio di sorveglianza riducendo il ruolo degli amministratori indipendenti dal 71 al 33 per cento. Già a inizio marzo Vivendi aveva annunciato la decisione di non rimpiazzare i tre amministratori indipendente arrivati a scadenza di mandato, rafforzando così il potere di controllo di Bolloré.

 

yannick bollore con la moglie chloeyannick bollore con la moglie chloe

ISS contesta questa scelta e la nomina di tre altri candidati al consiglio tra i quali il figlio del presidente, Yannick Bolloré, oggi alla guida di Havas. La stessa società di consulenza raccomanda poi agli azionisti di non approvare le remunerazioni ai dirigenti pagate nel 2016: quella del presidente Arnaud de Puyfontaine aumentata del 10% a 3,7 milioni di euro lordi, del direttore finanziario Hervé Philippe cresciuta del 28% fino a 2,6 milioni, e del direttore operativo Stéphane Roussel aumentata del 40% fino a 2,8 milioni di euro.

 

de puyfontaine mediaset vivendide puyfontaine mediaset vivendi

La retribuzione di Bolloré come presidente del consiglio di sorveglianza è rimasta invariata a 400 mila euro. In passato la leadership di Bolloré era stata già contestata dal fondo americano PSAM, che aveva poi ritirato la sua opposizione.

 

GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEOGIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO

La contestazione sembra destinata ad aprire i giochi soprattutto quanto all' assemblea generale di Telecom Italia, prevista per il 4 maggio. Vivendi detiene il 24% di Telecom Italia e sembra propendere per affidare la presidenza allo stesso Arnaud de Puyfontaine presidente di Vivendi.

franco bernabefranco bernabe

 

Bolloré mette poi i cima alla lista dei nomi da fare eleggere nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia anche Hervé Philippe e il segretario generale Frédéric Crépin. Per dare un segnale di continuità sarebbero mantenuti Giuseppe Recchi e Flavio Cattaneo, e rientrerebbe in Telecom Franco Bernabè che ne era uscito nel 2013.

 

ISS e Glass Lewis invece raccomandano agli azionisti di sostenere i candidati presentati dall' associazione di fondi Assogestioni, che secondo ISS «appaiono più in grado di difendere gli interessi di lungo termine degli azionisti minoritari e di assicurare un controllo indipendente dell' operato della direzione».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)