fiumicino aeroporto

L'EMIRO E I CIELLINI - JAMES HOGAN, AMMINISTRATORE DI ETIHAD E VERO BOSS DI ALITALIA, ATTERRA A RIMINI E SPARA CONTRO I BENETTON, PROPRIETARI DI FIUMICINO: ''SE ADR NON INVESTE NELLO SCALO, VETTORI E PASSEGGERI SE NE ANDRANNO ALTROVE''

james hogan etihad 6james hogan etihad 6

Luigi Grassia per “la Stampa

 

Il gruppo Etihad-Alitalia torna alla carica contro l' aeroporto di Fiumicino. Un mese fa si era fatto sentire Silvano Cassano: prendendo spunto dall' incendio al Terminal 3 e dai problemi di fondo che lo avevano provocato, l' amministratore delegato di Alitalia aveva detto che «i danni subiti da Alitalia ammontano già a 80 milioni di euro» e aveva ammonito: «Se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie "low cost" e servizi mediocri, Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove».

 

james hogan etihad 1james hogan etihad 1

Ieri si è fatto sentire James Hogan, amministratore delegato di Etihad e vicepresidente di Alitalia (in quanto rappresentante dell' azionista numero uno), e ha battuto sullo stesso tasto: il gruppo potrebbe disamorarsi di Fiumicino e usare come basi altri aeroporti. «Se ci sono degli incidenti, se ci sono problemi - ha detto Hogan - questo può avere un impatto sulla fiducia che abbiamo, e sulla nostra voglia di investire». Hogan ha aggiunto che dalla società Aeroporti di Roma (che possiede Fiumicino) si aspetta «una risposta che possa ricostruire la fiducia, che è necessaria per uno scalo così importante».

SILVANO CASSANOSILVANO CASSANO

 

Il top manager ha spiegato di riferirsi «sia alla fiducia dei passeggeri sia a quella delle compagnie, che come il gruppo Etihad-Alitalia hanno puntato su Fiumicino e ora chiedono piena competitività e piena operatività». Secondo Hogan, «la società Adr deve dimostrare di essere all' altezza di questa sfida, all' altezza di risolvere questi problemi».

 

Quella di Hogan non è una dichiarazione di guerra ma una critica che intende essere costruttiva. L' incendio di Fiumicino, ha detto, è «una crisi come ne possono capitare in ogni Paese e in ogni scalo», inoltre per Etihad «non è un problema di risarcimenti».

 

«Noi confermiamo il nostro impegno per Fiumicino, ma chiediamo un investimento a breve termine nell' adeguamento delle infrastrutture dell' aeroporto di Roma. Per noi è importante».

FIUMICINOFIUMICINO

 

Il numero uno di Etihad ha parlato al Meeting di Rimini e ha raccontato della scommessa su Alitalia, della diffidenza iniziale, seguita però dalla certezza, nonostante le difficoltà, di aver fatto la scelta giusta: «Quando mi avevano parlato di investire in Alitalia, come prima reazione ho detto no. La compagnia aveva affrontato fasi difficili per troppi anni», e poi «c' erano interferenze politiche che sembravano un ostacolo». Era necessario fare tanti cambiamenti, «lasciarsi il passato alle spalle», far chiarezza sul ruolo delle banche azioniste e creditrici, e sul ruolo del sindacato.

GIOVANNI CASTELLUCCIGIOVANNI CASTELLUCCI

 

Gli azionisti hanno compiuto dei sacrifici, e i sindacati hanno capito l' importanza di cambiare». E adesso? «Dodici mesi dopo posso dire che diventare azionista di Alitalia è stato un ottimo investimento per Etihad» tira le somme Hogan.

 

«Abbiamo vinto delle grandi sfide. Ancora molte sfide sono da affrontare, ma abbiamo imboccato la strada giusta». Quali sono i prossimi traguardi? L' amministratore delegato «cinque obiettivi strategici» per Etihad: «Dobbiamo fungere da guida per tutti i nostri partner. Dobbiamo portare già nel 2017 Alitalia a una piena redditività. Dobbiamo garantire un afflusso di capitali per nuovi investimenti. Dobbiamo fare in modo che gli azionisti vedano risultati per sostenere questo progetto. E dobbiamo avere un team impegnato a fondo per sostenere questo progetto di cambiamento».

fratelli benettonfratelli benetton

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE STRATEGIA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E GIORGIA MELONI COL CAZZO CHE CE LO MANDA: HA CONFERMATO PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE GESTITO DA MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE FICHES CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER L’ASSOLUZIONE DI SALVINI: SE NE FREGANO DELLA LEGA E VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD…

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...