COME COSTRINGERE I RISPARMIATORI A SPENDERE? BASTA FAR PAGARE I LORO DEPOSITI! - I RISPARMIATORI SI TENGONO ALLA LARGA DA QUALUNQUE INVESTIMENTO “A RISCHIO”. NESSUNO PRENDE SOLDI IN PRESTITO PERCHE’ E’ GIA’ DIFFICILE RIPAGARE I DEBITI PASSATI
Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”
Giù, giù, sempre più giù. Ieri la Svezia ha tagliato il costo del denaro fino ad un tasso negativo dello 0,50%. I titoli di Stato giapponesi a dieci anni hanno un rendimento negativo, così come tutte le emissioni governative di Paesi come Svizzera e Danimarca. Nel giro di pochi mesi l' offerta di carta ad interesse sotto zero è salita, a livello globale, a più di 6 mila miliardi di euro. Anche i Bund tedeschi sono ad un passo dal punto di svolta.
E ben presto. Questione di mesi se non di settimane e anche i risparmiatori italiani potrebbero fare i conti con "il tasso del materasso", concepito dagli esperti di Nomura, il colosso della finanza giapponese nel tentativo di dare una risposta ad una domanda impensabile fino a pochi mesi fa: fino a dove possono scendere titoli e rendimenti? E, soprattutto, che alternative mi restano?
RENZI BERLUSCONI SOLDI A MEDIASET
Gli analisti di Tokyo, per tentare una risposta, sono partiti dal buon senso. La prima reazione del risparmiatore, a caldo, è che «piuttosto che rimetterci, d' ora in poi metterò i soldi sotto il materasso». Già, ma (non solo a Tokyo) il rischio è di fare un favore ai ladri. Inevitabile, perciò, l' affitto di una cassetta di sicurezza o di un parcheggio nel caveau di una banca in cui custodire i propri averi. Il costo del servizio, attorno al 2,4% secondo il report giapponese, rappresenta la soglia che il pubblico potrebbe essere disposto a pagare per garantire un posto sicuro ai risparmi nei tempi più calamitosi, in cui il tarlo della deflazione si mangia interessi e capitale.
Un salasso pesante, non c' è che dire. Ma niente rispetto a quello che le banche centrali potrebbero infliggere ai risparmiatori, nel tentativo di far ripartire consumi ed investimenti: la Banca Centrale europea potrebbe tagliare il costo del denaro fino ad un minimo del -4,25%, quattro punti in meno dell' attuale -0,3% a distanza stellare dall' obiettivo di un tasso di inflazione del 2% che pure resta l' obiettivo dichiarato della Bce. Ben sotto lo zero, in prospettiva, anche i tassi della Bank of Japan, visti a -3,64%, e perfino del Regno Unito e degli Stati Uniti, costretti a far marcia indietro dai rialzi di dicembre, decisi nella convinzione (sbagliata) che il peggio fosse passato.
La previsione è frutto del lavoro di due studiosi di J.P.Morgan, Malcolm Barr e Bruce Kasman. Le banche centrali, è la loro tesi, dispongono ormai di strumenti e di competenze assai sofisticate, sufficienti a moltiplicare nel senso voluto le reazioni dei mercati. E se la decisione, come pare, fosse di comprimere i tassi il più in basso possibile, potremmo presto trovarci di fronte ad un trattamento molto punitivo per il risparmio, assai più penalizzante del povero materasso.
Almeno in teoria, del resto, non esistono limiti all' azione delle banche centrali, che controllano i flussi delle valute. In realtà, un vincolo c' è: il cambio. La corsa ai tassi negativi sta già producendo i primi, profondi guasti: i capitali lasciano il dollaro per correre in Giappone e finire così "sotto il materasso" perché Tokyo, spaventata dalla crisi cinese, a tutto pensa tranne che ad aumentare gli investimenti che segnano il passo. Lo stesso, col prossimo taglio dei tassi europei, potrebbe capitare all' euro, troppo forte sul dollaro.
Ma perché i grandi della finanza si stanno muovendo in questa direzione? Perché solo così, è la risposta corale dei governatori, si può sperare di spingere di nuovo i capitali finanziari verso gli investimenti, attraverso il canale delle Borse ma non solo. L' esatto opposto di quel che sta capitando in questo tremendo 2016, l' anno della fuga da tutto ciò che assomiglia ad un investimento di rischio.
toutouni dorme con mazzette di soldi
Il mondo, con la colpevole inazione dei governi, è ormai finito nella trappola della liquidità descritta da Keynes: non manca, ovvero, il denaro a disposizione dei mercati ma è svanita la volontà di fare uso da parte degli operatori. L' esempio shock l' ha fornito il Giappone: il governatore Kuroda ha imposto il taglio del tasso di sconto sotto zero ma il mercato, lungi dal premiare la mossa, ha replicato spingendo in terreno negativo i rendimenti dei titoli snobbati dagli investitori.
Trova così conferma la teoria di Richard Koo, un economista giapponese che ha a lungo lavorato per la Fed: i tassi possono scendere, ma servono a poco se a nessuno viene voglia di prendere denaro a prestito e se tutti cercano di ripagare i debiti passati per evitare brutte sorprese, piuttosto che a tentare la strada di nuovi investimenti.
Insomma, la strada dei tassi negativi per spingere famiglie, banche ed imprese a tornare ad investire lascia perplessi.
Ma è anche l' unica. A meno che i politici, che da anni hanno delegato ai banchieri la ricerca di soluzioni alla crisi economica, non decidano di fare il proprio mestiere: «In un mondo normale - ha scritto Alessando Fugnoli - a questo punto dovrebbero subentrare le politiche fiscali. Ma i governi sono paralizzati, si concedono solo piccoli sforamenti nella spesa ma non se la sentono di fare di più». E così non ci resta che confidare nel materasso.