2018: FUGA DAI BITCOIN – LA CRIPTOVALUTA CROLLA SOTTO I 4MILA DOLLARI (-80% DAL PICCO DI UN ANNO FA) – GLI SPECULATORI SCARICANO LA MONETA VIRTUALE E I “MINER” NON RIESCONO A RISOLVERE LE EQUAZIONI PER GENERARNE DI NUOVA – L’AVEVA PREVISTO BUFFET, AUGUSTIN CARSTENS DELLA BRI (''UN MIX DI BOLLA, SCHEMA PONZI E DISASTRO AMBIENTALE''), BASTAVA LEGGERE DAGOSPIA...
1 – BITCOIN: ANCORA GIU', SCENDE SOTTO I 4.000 DOLLARI
(ANSA) - Il Bitcoin sempre più giù. La criptovaluta scivola sotto i 4.000 dollari a 3.912 dollari ed è in calo di quasi l'80% dal picco di quasi 20.000 dollari toccato lo scorso anno. Il crollo è legato alla perdita di interesse di molti speculatori, che lo hanno scaricato in seguito al calo dei volumi di scambio, e dei miner, i cui sforzi per risolvere le complesse equazioni per generare nuovi Bitcoin sono in calo.
2 – LA GRANDE FUGA DA BITCOIN & C.
Davide Fumagalli per www.milanofinanza.it
Il crollo del bitcoin non sembra arrestarsi, con la criptovaluta che ha perso oltre un terzo del proprio valore in poco più di una settimana ed è scesa nelle scorse ore sotto la quota anche psicologica dei 4.000 dollari.
Un crollo verticale dai 20.000 dollari della fine dello scorso anno, quando la bolla delle criptovalute raggiunse il suo massimo, e che secondo economisti come Nouriel Roubini o investitori come Warren Buffett, che lo ha definito una trappola per topi, si arresterà solo con la loro scomparsa considerato che il loro mantenimento ha un elevatissimo e crescente costo energetico per mantenere attiva la rete di computer su cui gira il software alla base di Bitcoin & C.
Proprio il costo energetico crescente, che ha raggiunto livelli incredibili, pari a livello mondiale a quello totale di piccoli Stati, crea un ulteriore motivo di preoccupazione per chi ha investito in Bitcoin.
Per registrare le transazioni in criptovaluta occorre infatti risolvere algortimi di difficoltà crescente, in una competizione che premia il vincitore con la possibilità di emettere una determinata quantità di criptovalute. Con il valore delle criptovalute in crescita impetuosa il costo dell'energia, come dei potenti processori per elaborare gli algoritmi, non era considerato un problema, ma con il crollo verticale e repentino tipico dell'esplosione delle bolle il sentiment è cambiato.
La potenza di calcolo allocata a livello globale per le blockchain alla base di Bitcoin & C. ha infatti iniziato a calare, segno che si è tornata ai livelli di agosto dopo essere calata di un terzo rispetto ai massimi toccati a metà ottobre.
Un'inversione particolarmente preoccupante dal momento che, sino ad allora, la potenza di calcolo allocata è sempre cresciuta, anche dopo l'inizio del crollo del valore del Bitcoin. Un dato inoltre coerente con il warning lanciato da Nvidia , il maggior produttore di chip utilizzati per i calcoli, scivolata a Wall Street dopo aver comunicato che i ricavi del prossimo trimestre saranno inferiori alle attese per via del calo di vendite di processori impiegati per le criptovalute.
Da sottolineare inoltre che pressoché tutte le transazioni in Bitcpin & C. sono legate a scambi tra persone in cerca di guadagni, ovvero speculatori, e non per gli acquisti di beni o servizi, scopo originale ma mai raggiunto per cui sono state create le criptovalute.
E in assenza di un reale radicamento, con un prezzo in caduta libera e un costo di manteniento dell'infrastruttura in forte aumento, la scomparsa del Bitcoin ipotizzata da Roubini non è più da escludere.
3 – LA FINE DEI BITCOIN È VI-CINA? – I RICERCATORI AMERICANI LANCIANO L’ALLARME: PECHINO HA SIA I MEZZI CHE LE MOTIVAZIONI PER DISTRUGGERE LA RETE SU CUI SI MINANO LE CRIPTOVALUTE – MA PERCHÉ (E COME) LO DOVREBBE FARE? IL 74% DELL’HASHRATE, LA POTENZA DI ELABORAZIONE DEL NETWORK, ARRIVA DALLA CINA, IL GOVERNO VORREBBE AVERE PIÙ CONTROLLO SULLA BLOCKCHAIN E…
Da Dagospia – 10 ottobre: DESKTOP – MOBILE
4 – GLI SCETTICI DEL BITCOIN
Estratto da www.ilsole24ore.com (12 aprile 2018)
Sarebbe a questo punto clamoroso se anche Warren Buffett, il fondatore del fondo Berkshire Hathaway, facesse un passo indietro. Tra i guru resta ancora molto scettico e per quel che vale agli atti per ora resta ancora la sua dichiarazione di ottobre: «Posso dire che quasi certamente le criptovalute faranno una brutta fine, anzi, mi piacerebbe comprare opzioni put di cinque anni sulle criptovalute».
Il partito degli scettici resta molto nutrito. Agustin Carstens, direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali, la pensa così: «Il Bitcoin è la combinazione di una bolla, uno schema Ponzi ed un disastro ambientale». Noriel Roubini, premio Nobel per l’Economia: «Il Bitcoin inizia a sembrare come un dinosauro in via di estinzione».
Il dubbio amletico che divide molti operatori e opinionisti è quale è il confine tra blockchain (la tecnologia sottostante) e Bitcoin e altre criptovalute che la utilizzano. Perché sul fatto che in futuro la blockchain possa imporsi come uno standard in vari ambiti in pochi hanno dubbi.
Sul tema si è esposto ieri anche il Fondo monetario internazionale che continua a vedere nella tecnologia sottostante a Bitcoin delle opportunità. Nel capitolo analitico del suo Fiscal Monitor, il rapporto che verrà pubblicato nella sua interezza la settimana prossima nell'ambito degli Spring Meetings a Washington, l'istituzione guidata da Christine Lagarde ha scritto che Blockchain «può aiutare a garantire l'autenticità delle informazioni presentate, dato che tutte le transazioni sono registrate».
La blockchain potrà imporsi anche nel caso il Bitcoin vada a gambe all’aria oppure per farlo avrà bisogno di un Bitcoin sempre più forte e meno volatile?