CUCÙ! NEL VALZER DELLE NOMINE IRROMPE CATRICALÀ: IL BOIARDO PIÙ AMATO DAL BANANA VA IN PENSIONE DAL CONSIGLIO DI STATO, PRONTO PER ESSERE CHIAMATO IN QUALCHE POSTO CHIAVE. ALLE POSTE? AH SAPERLO…
DAGONEWS
Sarà perché forse rischiava addirittura di essere, per anzianità di ruolo, il prossimo presidente del Consiglio di Stato, ma l'ex viceministro Antonio Catricalà ha presentato domanda di pensionamento dai ruoli della magistratura amministrativa.
A soli 62 anni, e con ancora 13 anni di luminosa carriera davanti, l'ex presidente dell'Antitrust sembra dunque smentire una delle poche certezze romane, ovvero che un Catricalà , come un Gianni Letta, è per sempre. Ma si tratta di un'illusione ottica. Anzi, di un mero fatto estetico.
Catricalà , con l'addio alla toga (poco indossata, in realtà ), si potrà finalmente dedicare all'attività di libero professionista e con un curriculum come il suo è facile immaginare che tutti i maggiori gruppi italiani faranno a gara ad avere un avvocato come lui, capace di girare alla perfezione tra ministeri, decreti, delibere e autorizzazioni. In più sua moglie, Diana Agosti, è la responsabile del coordinamento amministrativo di Palazzo Chigi. Insomma, in casi dubbi o particolarmente intricati, un summit Catricalà -Agosti potrà venire a capo di qualunque rebus amministrativo.
Tuttavia è abbastanza improbabile che il giro d'affari dei migliori amministrativisti romani sia destinato a diminuire per colpa dell'auto-pensionamento di Catricalà dal Consiglio di Stato. Avrebbe potuto tranquillamente trovare un'altra poltrona da sottosegretario anche con il governo Renzi e si sa che Silvio Berlusconi si sarebbe sentito molto tutelato da una sua presenza dalle parti di Palazzo Chigi. Il punto è che non ha voluto lui, che probabilmente invece punta a una poltrona di prima fila al prossimo giro di nomine pubbliche.
L'ex vice di Zanonato allo Sviluppo economico sogna la presidenza dell'Eni, ma la casella dove potrebbe insediarsi più agevolmente sarebbe la presidenza delle Poste. C'è solo da convincere la Cisl di Bonanni, ma pare che non sia un ostacolo insormontabile. Lui, intanto, ha tolto di mezzo l'ostacolo, più estetico che giuridico, di un alto magistrato del Consiglio di Stato che passerebbe alla guida di una spa pubblica.
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