berlusconi figli

UN CUORE CHE VALE 4 MILIARDI (7 CON LE AZIENDE) - TUTTI FANNO I CONTI IN TASCA AL BANANA CHE MARTEDÌ RICEVERÀ UNA NUOVA VALVOLA AORTICA (SUINA): QUANTO VALGONO LE HOLDING, CHI SONO GLI EREDI E COSA VOGLIONO, LE PARTECIPATE, GLI IMMOBILI: ARCORE, MACHERIO, VILLA CERTOSA. IL MILAN: SI ACCELERA O SI RALLENTA LA VENDITA?

1. UN CUORE DA QUATTRO MILIARDI E UN IMPERO DA PIÙ DI SETTE

Franco Bechis per ''Libero Quotidiano''

 

BERLUSCONI IN OSPEDALE LA FIGLIA MARINABERLUSCONI IN OSPEDALE LA FIGLIA MARINA

Non è per spaventare il professore Ottavio Alfieri, il cardiochirurgo che la prossima settimana opererà al cuore Silvio Berlusconi, ma è utile anche per lui sapere che il suo bisturi toccherà non solo un uomo fra i più noti e potenti di Italia, ma un cuore da 4 miliardi di euro. Tanto vale oggi alle quotazioni di mercato il Cavaliere. Il suo impero vale assai di più (circa 7 miliardi di euro), ma già oggi è diviso con i 5 figli che negli anni hanno assunto anche ruoli di impegno diretto nelle società del gruppo e hanno intestate azioni che valgono circa il 37% del capitale di Fininvest.

BERLUSCONI IN OSPEDALE - IL FIGLIO PIERSILVIOBERLUSCONI IN OSPEDALE - IL FIGLIO PIERSILVIO

 

Per capire che cosa vale oggi Berlusconi bisogna cominciare dalle società che controllano Fininvest, la capogruppo di tutto l' impero. Silvio ne ha quattro, e altre tre sono in mano ai figli. Si chiamano tutte Holding italiana, e segue un numero. Le numero 1, 2, 3 e 8 sono quelle in mano al fondatore, che così riunisce in quei forzieri il 61,21% del capitale di Fininvest.

 

berlusca figliberlusca figli

Marina ha il controllo della n. 4 e Pier Silvio della numero 5. Entrambe hanno il 7,65% di Fininvest. I tre figli di secondo letto - Eleonora, Barbara e Luigi - hanno la n. 14, che detiene il 21,42% del capitale Fininvest. Resta fuori dalla famiglia solo il 2,06% del capitale della capogruppo. Fino a qualche anno fa anche questa quota era intestata direttamente a papà Silvio. Oggi è detenuta dalla stessa Fininvest come pacchetto di azioni proprie. Quindi anche quel 2,06% va ripartito fra padre e 5 figli. Fatti i conti l' imprenditore dal cuore matto può contare sul 62,47% di Fininvest, e della stessa quota indirettamente nelle partecipate della holding.

 

LE PARTECIPATE

Le più importanti di queste sono tutte quotate: Mediaset, Banca Mediolanum, Mondadori, Mediobanca e Molmed.

1 berlusconi figli chi1 berlusconi figli chi

 

A valori di mercato attuale la partecipazione più redditizia è quella detenuta nel gruppo fondato dall' amico Ennio Doris. Il valore del pacchetto azionario di Banca Mediolanum riportabile a Silvio come non ci fosse di mezzo Fininvest oggi è superiore al miliardo di euro. Poco sotto il valore della sua partecipazione indiretta (anche qui per incassare bisognerebbe saltare Fininvest) in Mediaset, che se venduta oggi sul mercato gli farebbe incassare altri 975 milioni di euro.

 

SILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA SILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA

E qui siamo già a quasi 2 miliardi di valore, cifra che ben pochi imprenditori in Italia potrebbero vantare. Meno significativi i valori di borsa della sua quota indiretta in altre tre società quotate: la Mondadori (85 milioni di euro), Mediobanca (73 milioni di euro) e la Medicina molecolare- Molmed (23 milioni di euro).

Ma in Fininvest c' è anche altro oltre a queste società quotate. E nell' altro spicca ovviamente il 99,93% del Milan.

 

Non che siano arrivati mucchi d' oro da quella avventura sportiva, anzi. Fin qui il Cavaliere ne è stato spolpato allegramente. Però da settimane e forse mesi si sta ragionando sulla vendita di una partecipazione di controllo nella società sportiva per una cifra che dovrebbe avvicinarsi ai 500 milioni di euro. Se così fosse, la quota di quella somma che spetterebbe dopo i vari passaggi a Berlusconi padre sarebbe di 313 milioni di euro, e anche questa va considerata.

berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus  berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus

 

Ci sono poi molte altre società non quotate che dipendono da Fininvest, e che hanno un loro valore patrimoniale non trascurabile oltre che a possedimenti immobiliari di un certo peso. Dalla Fininvest gestione servizi che ha fra i vari cespiti la famosa villa Gernetto dove Berlusconi fa le sue scuole di politica, e la proprietà degli immobili dei vari circuiti cinematografici del biscione.

 

berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus 4berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus 4

All' Edilizia Alta Italia, che ha ancora intestata una lottizzazione di pregio in Sardegna vicino ad Olbia. Fino alle società di trasporto aereo ed elicotteristico, o a quelle di vigilanza che lavorano essenzialmente infragruppo, al Teatro Manzoni di Milano, fino alle società finanziarie sparse in tutto il mondo, da Edinburgo a New York al Lussemburgo.

 

Messo tutto insieme per la quota riportabile al fondatore del gruppo, tutto questo vale circa 500 milioni di euro. Altri 300 milioni si aggiungono dalla liquidità delle holding di controllo di Fininvest: sono i tesoretti che Silvio ha messo da parte negli anni e che oggi sono classificati come riserve immediatamente distribuibili in caso di scioglimento di quelle holding.

BERLUSCONI IN OSPEDALE - LA FIGLIA BARBARABERLUSCONI IN OSPEDALE - LA FIGLIA BARBARA

 

OLTRE FININVEST

Resta ancora il mattone.

Perché Silvio è titolare di altre società che non rientrano sotto l' ombrello Fininvest. La più importante di questa è la Dolcedrago, che a sua volta controlla l' Idra immobiliare, la Dueville immobiliare ed altre società. Sotto quell' ombrello ci sono le tre ville più note del Cavaliere: quella di Arcore, quella di Macherio e villa Certosa in Sardegna.

 

Questa ultima è quella che vale di più sul mercato, e considerando anche altri immobili intestati direttamente a Berlusconi (dall' ex villa di Marcello dell' Utri a quelle di Lesmo sul lago Maggiore vicino a casa di Mario Monti fino a quella acquistata in tempi più recenti a Lampedusa), la stima che potrebbe essere per difetto è di 800 milioni di euro incassabili senza grandi problemi.

 

piersilvio e silvio berlusconipiersilvio e silvio berlusconi

 

2. L' IMPERO ECONOMICO GIRATO AI FIGLI SOLO LA PRATICA MILAN ANCORA APERTA

Ettore Livini per ''la Repubblica''

 

Il Berlusconi politico si prepara ad andare sotto i ferri con qualche legittima preoccupazione per lo stato di salute del suo partito. Il padrone di Fininvest, invece, può prendersi con serenità tutto il tempo necessario per la degenza. Il post di Facebook con cui ha tranquillizzato i suoi parla da solo: l' ex Cav si è sentito in dovere di rassicurare tutti che «Forza Italia resta operativa».

 

Senza spendere una parola per i tifosi del Milan - in attesa di novità sull' arrivo dei cinesi - o i soci delle aziende del Biscione. Il motivo? Semplicemente, lui è convinto, non ce n' è bisogno. Perché la Arcore Spa è in mani migliori - e in acque meno agitate - del litigiosissimo centrodestra.

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERIPIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

 

L' impero di famiglia, parlano i numeri, sta molto meglio del vecchio Popolo delle libertà.

L' unico cantiere aperto, oggi come oggi, sono proprio i rossoneri: legali e advisor hanno messo nero su bianco il documento di 100 pagine per la cessione della squadra. L' intesa sui soldi è stata raggiunta, mancano da limare gli ultimi aspetti di governance, in primis il ruolo futuro di Silvio e Barbara.

 

L' operazione del leader Fi potrebbe però accelerare i tempi della firma: la figlia di Veronica Lario avrebbe suggerito al padre (come ha fatto la primogenita Marina) di affrontare con calma la convalescenza, prendendo lei le redini dei negoziati. L' accordo potrebbe arrivare entro fine giugno, in modo da poter pianificare subito investimenti e campagna acquisti. Capitoli su cui il paziente Berlusconi - non è difficile immaginarlo - vorrà dire la sua a dispetto di ogni cartella medica.

ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONIENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI

 

Il resto del Biscione, invece, è perfettamente in grado di andare avanti da sè, attendendo il recupero del suo azionista di controllo. Berlusconi ha da tempo passato il testimone a Marina e Pier Silvio. Guardati a vista da Fedele Confalonieri, Ennio Doris e dagli altri fedelissimi che presidiano gli interessi di famiglia a Segrate e Cologno, compagni d' avventura molto più affidabili di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

 

Gli ultimi mesi, oltretutto, hanno sciolto molti dei nodi societari che turbavano i sonni di Silvio: Mediaset è riuscita a rifilare a Vivendi la pay-tv Premium, la palla al piede dei conti del gruppo. Non solo: alleandosi con Vincent Bollorè, ha agganciato (per ora da lontano e di rimbalzo) pure il treno di Telecom Italia, mentre la ripresa degli spot sta rianimando la redditività dopo un po' di anni avari di dividendi.

 

VINCENT BOLLORE VINCENT BOLLORE

Nessuna preoccupazione nemmeno da Mondadori: la cura dimagrante imposta da Marina ha riportato i conti in carreggiata. E Segrate ha ripreso a far shopping, acquistando Rcs Libri e le attività digitali di Banzai. Il 2016 ha spazzato via pure il problema Mediolanum: il Consiglio di Stato ha dato infatti ragione a Fininvest, cancellando l' obbligo di vendere il 20% della banca (la gallina dalle uova d' oro del Biscione) imposto da Banca d' Italia dopo la condanna dell' ex Cavaliere. Togliendogli così un altro pensiero.

 

Le aziende di famiglia, insomma, stanno oggi molto meglio di un anno fa. E a rassicurare il leader di Forza Italia c' è pure lo stato di salute del suo conto in banca: a inizio 2016 le casseforti personali gli hanno staccato un assegno di 59 milioni.

 

Morning-GloryMorning-Glory

Un gruzzoletto più che sufficiente a mandare avanti gli affari di casa, specie se la compagna Francesca Pascale - come ha promesso tempo fa - è riuscita a mettere ordine in una contabilità domestica dove (al netto del salasso mensile per le Olgettine) «si pagavano i fagiolini 80 euro al chilo».

 

 L' età, tra l' altro, ha reso Silvio più risparmioso. Nei mesi scorsi ha venduto per 4,5 milioni il Morning Glory, glorioso veliero di 48 metri battente bandiera delle Bermuda che gli costava però una fortuna d' ormeggio e manutenzione. L' addio al Milan («ho bruciato 1,2 miliardi in 30 anni», si lamenta lui) dovrebbe essere seguito a ruota dalla cessione di Villa Gernetto a Lesmo, nata come sede dell' Università del pensiero liberale - con docenti come Tony Blair, Jacques Chirac e George W. Bush - ma mai decollata e da sempre in rosso.

 

Gli acquirenti latitano. Ma con il resto del Biscione blindato in buone mani, Berlusconi potrà chiudere con calma questi affari al rientro dal San Raffaele.

 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...