olaf scholz economia soldi

DAL RIGORE AL CAOS, LA GERMANIA È DIVENTATO IL GRANDE PROBLEMA DELL’EUROPA – PER IL QUARTO ANNO BERLINO NON SEGUIRÀ I PALETTI SUI CONTI IMPOSTI DALLA SUA COSTITUZIONE. IL GOVERNO SCHOLZ DEVE RIMANDARE L'APPROVAZIONE DELLA MANOVRA DOPO CHE I GIUDICI HANNO BOLLATO COME “INCOSTITUZIONALE” IL “TRUCCHETTO” PER SPOSTARE 60 MILIARDI PER IL COVID NEL FONDO PER IL CLIMA – UNA BUONA NOTIZIA PER LA MELONI: LA FORZA NEGOZIALE DELLA GERMANIA A BRUXELLES NE ESCE INDEBOLITA…

1 – BERLINO SOSPENDE IL FRENO AL DEBITO MA SULLA CRISI TEDESCA TUTTI TACCIONO

Estratto dell’articolo di Camilla Conti per “la Verità”

 

OLF SCHOLZ - I CONTI DELLA GERMANIA TRUCCATI

Ieri ha fatto il giro dei social e di alcuni media tedeschi la reazione avuta mercoledì scorso da Olaf Scholz, in conferenza stampa a Berlino. Il cancelliere ha alzato gli occhi al cielo dopo che una giornalista tedesca ha chiesto a Giorgia Meloni se, vista la crisi sul bilancio di Berlino, la Germania sia «ancora un partner affidabile» per l’Italia. Meloni ha poi risposto di considerare affidabili sia Scholz sia la Germania sottolineando di non essere tra quelli «a cui piace l’ingerenza esterna sulle questioni interne dei Paesi membri, e quindi non intendo farlo neanche in questa occasione».

 

[…]  il governo di Berlino deve fronteggiare una forte crisi, è alle prese con la decisione della Corte federale che ha stabilito che la decisione del governo di riallocare 60 miliardi di debito inutilizzato dell’era della pandemia al suo fondo per il clima è «incostituzionale». Ieri il ministero delle Finanze ha dunque annunciato che per il quarto anno consecutivo intende sospendere per il 2023 la norma costituzionale che limita fortemente il ricorso al deficit pubblico.

 

olaf scholz con la benda sull occhio

Il governo «presenterà un bilancio collettivo» per «garantire» la spesa prevista per quest’anno e per farlo invocherà «una situazione di urgenza», condizione necessaria per sospendere ancora una volta la norma costituzionale nota come «freno al debito», che limita il deficit pubblico allo 0,35% del Pil.

 

Il bilancio bis includerà una spesa per introdurre un «freno ai prezzi dell’elettricità e del gas» per le famiglie e le imprese, «su una base costituzionalmente sicura», ha dichiarato il ministro Christian Lindner. Spesa che appunto è stata congelata per il momento a seguito del richiamo all’ordine da parte della Corte suprema.

 

annalena baerbock olaf scholz e christian lindner

Il ministro ha poi aggiunto di voler «chiarire le cose» per l’anno in corso, in modo da poter avviare le discussioni sul bilancio 2024, già rinviate a tempo indeterminato dal governo. Proprio oggi avrebbe dovuto presentare la manovra ma la seduta è stata annullata e rinviata all’ultima sessione parlamentare prima di Natale. Il rischio è quello di entrare nel nuovo anno con «l’esercizio provvisorio».

 

Chi di austerità ferisce, di austerità perisce, direbbero i maligni. Resta il fatto che in Germania sono congelati miliardi di spesa pubblica, dai tagli sono stati salvati per ora solo l’ufficio del presidente federale, i due rami del Parlamento e la Corte costituzionale. E a Bruxelles è stato già notificato che Berlino non è più in grado di contribuire al fondo da 100 miliardi (metà di questi sono destinati all’Ucraina). Ieri sono usciti i dati del Pmi manifatturiero tedesco che è aumentato a 42,3 a novembre 2023, il più alto in sei mesi, da 40,8 di ottobre e leggermente migliore delle previsioni di mercato (41,2).

annalena baerbock olaf scholz e christian lindner

 

[…]

 

Il problema è che la crisi non va considerata solo in termini tecnici: Scholz ha difficoltà a governare un sistema economico tenuto fin qui grazie anche agli aiuti di Stato che hanno sostenuto le aziende tedesche. E che valgono quasi la metà di tutti quelli autorizzati da Bruxelles. E questo diventa indirettamente anche un problema per noi, considerando che la Germania è primo partner commerciale dell’Italia.

 

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ

Ne è consapevole anche la banca di sistema del nostro Paese, Intesa Sanpaolo, che non a caso ha svolto in questi giorni a Francoforte una missione dedicata alla promozione dello sviluppo dei porti italiani, attraverso la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate del Centro Nord.

 

L’obiettivo del gruppo guidato da Carlo Messina è proprio quello di attrarre investimenti esteri puntando sul settore della logistica e dello shipping. Insomma, portare le aziende tedesche in Italia e rafforzando il ruolo di banca di riferimento del settore portuale e dell’economia marittima. […]

 

2 – CONTI TRUCCATI: ORA BERLINO DEVE RISCRIVERE LA MANOVRA

Estratto dell’articolo di Marco Palombi per “il Fatto quotidiano”

 

OLAF SCHOLZ

Ieri la stampa è impazzita: “Nuove elezioni in arrivo?”, titolava la Bild. A memoria di tedesco non si ricorda nessuna sospensione “a tempo indeterminato” del voto sulla manovra di bilancio come quella decisa mercoledì sera dal “Comitato Bilancio” del Bundestag.

 

La Germania rischia l’esercizio provvisorio nel 2024, e poco male, ma soprattutto al momento non sa come uscire dal casino delle centinaia di miliardi “fuori bilancio” denunciati dalla Corte dei Conti a settembre e dichiarati incostituzionali dieci giorni fa dalla Consulta: per contrappasso, mentre il suo libertinaggio contabile è esposto al mondo Berlino mantiene (con qualche cedimento) la sua posizione rigorista sulla riforma del Patto di Stabilità Ue, che dovrà garantire “regole fiscali che stabilizzino le finanze pubbliche”, ha detto il ministro delle Finanze Christian Lindner, cioè cali obbligatori e prestabiliti di deficit e debito ogni anno.

 

MACRON E SCHOLZ

Domanda: mentre chiede libbre di carne all’Italia e ad altri Paesi europei, Berlino ha conti fedeli alla realtà? Non pare proprio... Andiamo con ordine. Cosa sono questi Sondervermögen, i “fondi speciali”? In sostanza soldi messi in strumenti esterni al bilancio pubblico – alimentati dallo Stato ma anche da imprese e banche a controllo statale e regionale – che servono per investimenti pluriennali in alcuni settori dell’economia: una pratica al limite (e oltre) delle norme Ue e nazionali iniziata da tempo e divenuta di dimensioni abnormi col Covid e la guerra in Ucraina.

 

OLAF SCHOLZ A DAVOS

La Corte dei Conti ha contato 29 fondi speciali per 870 miliardi di stanziamenti, solo uno dei quali dovrebbe resistere alla mannaia giudiziaria: quello da 100 miliardi per la spese militari, varato con legge costituzionale. Quanto ai conti pubblici, l’analisi dei magistrati contabili tedeschi sostiene, ad esempio, che registrando correttamente le spese “fuori bilancio” – in particolare quelle per armi ed energia – il deficit previsto per il 2024 sarà del 2,4% e non dello 0,4% come scritto dal governo nella sua Finanziaria: di conseguenza sarà violata la regola costituzionale del “freno al debito” introdotta nel 2009.

 

A rendere ingovernabile la situazione è arrivata, il 15 novembre, la Corte costituzionale che ha bocciato la Finanziaria del 2021 per lo stesso motivo, dichiarando illegittimo lo spostamento di 60 miliardi stanziati per l’emergenza Covid nel 2020 al Fondo per il clima e la transizione energetica

giorgia meloni olaf scholz

 

[…]

 

Sarebbe un problema aggirabile se il governo non avesse dedotto dalla lettura della sentenza che – man mano che arriveranno a sentenza i ricorsi presentati dall’opposizione – la Corte di Karlsruhe dichiarerà illegittimi per violazione del “freno al debito” tutti o quasi i fondi speciali: per questo il Parlamento ha smesso di votare sul Bilancio 2024 in attesa di capire che fare. Lindner ha promesso una “manovra supplementare” per il 2023 entro mercoledì, visto che quest’anno i fondi speciali sono stati usati con una certa larghezza (evidentemente sarà sospeso, di nuovo, “il freno del debito”).

 

È il futuro, però, il vero problema del governo Scholz: i fondi speciali, infatti, sono in larga parte già impegnati o “promessi”. […]

 

giorgia meloni olaf scholz 2

Qui c’è la vera questione politica dei trucchi contabili di Berlino: mentre chiede austerità ai partner Ue, con enormi quantità di fondi “fuori bilancio” la Germania sta ridisegnando la struttura industriale dell’Europa a suo vantaggio. Basti citare l’allarme della nostra Federacciai: 12 miliardi annui di sussidi energetici per l’industria tedesca sono “un attacco diretto al mercato unico europeo, che cambierà per sempre la competitività relativa tra le manifatture dei diversi Paesi”.

 

L’esplosione del caso dei fondi speciali è, alla fine, una buona notizia per Meloni: la forza negoziale della Germania ne risulta di certo indebolita, anche se non sarebbe la prima volta che Berlino impone all’Europa scelte irrazionali (ed egoiste).

GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZGIORGIA MELONI OLAF SCHOLZURSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…