DALLA PRIGIONE SI GODE UNA BELLAVISTA - GLI ARRESTI DOMICILIARI NON L’HANNO FERMATO: IL 76ENNE COSTRUTTORE BELLAVISTA CALTAGIRONE, DA CASA, CONTINUAVA COMODAMENTE A FARE GLI AFFARI SUOI - PER CONTO DI “ACQUAMARE” HA VENDUTO UN POSTO BARCA E HA ATTIVATO UN ARBITRATO NEI CONFRONTI DELLA PORTO IMPERIA SPA - BECCATO, È STATO ARRESTATO DI NUOVO, E SI È SENTITO MALE...

(ANSA) - L'aver venduto un posto barca ed aver attivato un arbitrato nei confronti della Porto di Imperia SPA, mentre era agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione del porto turistico d'Imperia, hanno riportato in carcere l'imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone. Il costruttore, 73 anni, si è sentito male mentre terminava gli adempimenti di legge in un commissariato, prima di essere trasferito nel carcere di Regina Coeli.

Bellavista Caltagirone è stato trasportato al policlinico Umberto I di Roma dove resterà in osservazione almeno per 24 ore. Il provvedimento è stato firmato dal gip di Imperia, Massimiliano Botti, che il 4 giugno scorso ha rinviato a giudizio 10 degli 11 imputati dell'inchiesta per truffa ai danni dello Stato culminata il 5 marzo scorso nell'arresto di 4 persone, tra cui Caltagirone.

"Francesco Bellavista Caltagirone è stato di nuovo arrestato - spiega l'avvocato Fabio Lattanzi, che assiste l'imprenditore romano assieme al collega Franco Coppi - perché la società Acquamare, nella quale Caltagirone non ha più cariche, ha venduto un posto barca e attivato un arbitrato nei confronti della Porto di Imperia SPA". L'avvocato spiega che secondo il gip di Imperia, Massimiliano Botti, "queste due azioni aggraverebbero le esigenze cautelari, perché è verosimile che sia la vendita che l'arbitrato sono voluti da Caltagirone".

Lattanzi sottolinea come, a suo avviso, si tratti di "un provvedimento del tutto illegittimo. Un illegittimo uso della custodia cautelare, peraltro nei confronti di una persona ultrasettantenne e con problemi di salute". Francesco Bellavista Caltagirone era stato arrestato assieme all'ex direttore della Porto di Imperia Spa, il geometra imperiese Carlo Conti, di 65 anni. I due erano stati in carcere fino al 21 aprile, quando furono concessi i domiciliari a Caltagirone e Conti, invece, fu rimesso in libertà.

L'accusa ipotizza una truffa di circa 130 milioni di euro. Secondo la procura l'opera sarebbe stata affidata dalla Porto di Imperia Spa (società partecipata dal Comune al 33%) alla società di Caltagirone, Acquamare, senza una regolare gara, sostenendo che trattandosi di opera pubblica avrebbe dovuto rispettare le regole vigenti per l'affidamento dei lavori. Caltagirone, infatti, secondo l'accusa, fu "scelto secondo logiche di conoscenza anziché nel rispetto delle procedure stabilite dalla legge".

Acquamare ha sempre respinto la accuse, spiegando che si trattava di un'opera privata, dove non sono mai stati investiti soldi pubblici. Al processo, che inizierà il 9 ottobre a Imperia, oltre a Caltagirone e Conti ci saranno altri otto imputati. Le accuse, che variano a seconda delle posizione degli indagati, vanno dalla truffa aggravata ai danni dello stato all'abuso d'ufficio, alla falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale, alla turbata libertà degli incanti.

 

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