mark zuckerberg facebook

LA DECISIONE DI FACEBOOK DI PAGARE LE TASSE DOVE REALIZZA I RICAVI E’ UNA MOSSA PER RIDURRE LA PRESSIONE DELLE AUTORITÀ FISCALI DI TUTTO IL MONDO - MA NON È DETTO CHE QUESTA MOSSA SI TRADURRÀ IN UNA MAGGIORE SPESA FISCALE PER L'AZIENDA: MOLTO DIPENDERÀ DALLA CAPACITÀ DI BILANCIARE I PROFITTI CON LA CONTABILITÀ DELLE SPESE…

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

MARK ZUCKERBERG ANNUNCIA IL CONGEDO PARENTALE

Facebook inizierà con il prossimo anno a pagare le tasse sui proventi pubblicitari in ognuno dei mercati internazionali nei quali li riscuote, invece di convogliare l' intera contabilità presso la sua sede internazionale di Dublino. La notizia è stata diramata dalla stessa azienda con un blogpost ieri, a firma del direttore finanziario Dave Wehner: «Riteniamo che il passaggio ad una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai governi e ai legislatori di tutto il mondo, che hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite».

 

L' azienda di Menlo Park sembra piegare la testa alla pressione che da tempo subiva sui due principali mercati mondiali: gli Usa e l' Europa. Alla base della disputa c' è la scoperta che Facebook, dopo aver trasferito nel 2010 a Dublino la sede delle operazioni globali, era riuscita a pagare in Inghilterra nel 2014 una cartella fiscale equivalente ad appena 6.128 dollari.

 

mark zuckerberg 3

Il fenomeno è ben più vasto e interessa l' Olimpo dell' imprenditoria internazionale: il 73% delle aziende nella lista del Fortune 500 hanno sedi estere, e una recente analisi dell' Institute on Taxation and Economic Policy mostra che 21 aziende del listino SP 500 pagano a conti fatti già un' aliquota effettiva del 20% o meno, e che altre dieci tra loro evitano ogni imposizione fiscale.

 

Entrambi i blocchi continentali si sono attivati negli ultimi anni per incalzare la società californiana, e impedirle di nascondere agli occhi del fisco i proventi realizzati fuori dalla madrepatria L' Internal Revenue Service statunitense ha aperto un contenzioso con Facebook sul valore dell' azienda trasferita nel 2010, e ha chiesto un pagamento supplementare di tasse per la transazione tra i 2 e i 5 miliardi.

mark zuckerberg 4

 

LA MORSA

L'Unione Europea si è mossa per chiedere attraverso l' Organizzazione della Cooperazione Economica Europea un' imposizione nei singoli stati nei quali il social network opera nel territorio comunitario. La morsa stava diventando concentrica: il piano della riforma fiscale in discussione in queste ore a Washington prevede un cambiamento di rotta nella strategia statunitense.

 

Al momento l' Irs tassa al 35% gli utili realizzati all' estero, nel momento in cui vengono rimpatriati. La proposta per il futuro è di richiedere alle multinazionali di pagare le imposte ai singoli paesi che le ospitano, e di consegnare agli Usa la differenza, qualora l'imposizione locale fosse minore del 20%, nuova aliquota generale per le aziende americane stabilita dalla riforma.

 

ZUCKERBERG

Di fronte a queste pressioni Facebook ha scelto di fare da apripista per la strada sulla quale presto potrebbero doversi allineare le altre grandi società internazionali. La nuova disciplina per la società di Menlo Park entrerà in vigore già nel 2018, ma sarà completata solo nell' anno successivo, quando finirà per abbracciare 30 paesi in totale. Non è detto però che si tradurrà necessariamente in una maggiore spesa fiscale per l' azienda. Molto dipenderà dalla capacità di bilanciare i profitti con la contabilità delle spese, che varia da paese a paese. In Inghilterra ad esempio, dove Facebook ha scelto già da due anni di pagare imposte locali, il volume degli affari è moltiplicato del 400% tra il 2015 e il 2016, ma nello stesso periodo il conto delle tasse per l' azienda è cresciuto appena del 25% da 4,4 a 5,1 milioni di sterline).

 

GLI SVILUPPI

bar mitzvah zuckerberg

Gli Usa guardano con molto interesse agli sviluppi in corso sulla piazza europea. Da una parte sono interessati ad inseguire ogni briciola di profitto che gli europei dovessero lasciare senza imposta per un puro interesse fiscale. Dall' altro spingono per una maggiore tassazione all' estero mentre abbassano le aliquote sul mercato statunitense, con l' ovvio obiettivo di scoraggiare la fuga delle aziende all' estero, ed eliminare ogni incentivo alla parallela fuga dei posti di lavoro fuori dai confini nazionali.

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...