IL PREMIO NOBEL, RIASSUNTO PER CHI NON HA TEMPO DA PERDERE: ANGUS DEATON È QUELLO CHE SOSTIENE CHE I SOLDI PORTANO LA FELICITÀ, MA OLTRE I 75MILA DOLLARI L'ANNO SI RICOMINCIA A SOFFRIRE. UN PIKETTY NON IDEOLOGICO (NE' SEXY) CHE STUDIA LA DISUGUAGLIANZA E CREDE CHE SI POSSA CORREGGERE

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

angus deatonangus deaton

 

Troppi soldi, si sa, non fanno la felicità. Ma la povertà nemmeno. Nel 2010 l' economista Angus Deaton, scozzese trapiantato all' americana Princeton University, avvalorò questa pillola di comune buon senso con un accurato esame microeconomico: un migliaio di americani per due anni si sottopose a un sondaggio quotidiano fondato sulle aspettative di reddito e la felicità.

 

Al termine dell' esame Deaton, assieme al collega Daniel Kahneman, il padre della finanza comportamentale, individuò la soglia della felicità in 75 mila dollari annui: sotto quella cifra gli individui erano alle prese con la difficoltà di far quadrare i bilanci familiari. Ma, una volta varcata la soglia, diminuiva progressivamente la felicità dei soggetti. Nasce così il «paradosso di Deaton»: oltre una certa soglia di reddito l' attitudine al consumo non cambia.

 

Non è cero solo questa la ragione che ha spinto l' Accademia delle Scienze di Stoccolma a tributare ieri a Deaton il premio Nobel per l' Economia che, tra l' altro, gli frutterà 860 mila euro (speriamo non gli provochino un attacco di infelicità). Ma è un buon esempio del metodo e dei risultati raggiunti dallo studioso, 69 anni, con un formidabile lavoro di ricerca sul campo concentrato la sua analisi su tre aspetti: come i consumatori distribuiscono la loro spesa su prodotti diversi, quanto di ciò che si guadagna viene speso e quanto risparmiato, qual è il modo migliore, infine, per valutare e analizzare il benessere e la povertà.

angus  deatonangus deaton

 

Un lavoro di fino, condotto con l' obiettivo di individuare un modello di domanda «quasi ideale» per i consumi. Deaton si è spinto così a misurare «il rapporto tra il reddito e le calorie consumate» o le dimensioni della discriminazione sessuale nelle famiglie. La ragione di questi sforzi? Solo una volta capite le ragioni delle scelte individuali di consumo, sarà possibile elaborare una politica adeguata per lottare contro la povertà.

 

Nel suo libro La grande fuga Deaton affronta il tema della povertà e dei limiti delle varie strategie per combatterla. Lo studioso, che non appartiene al partito dei catastrofisti («Le cose stanno migliorando», sottolinea in più passaggi), avanza alcune proposte: le aziende farmaceutiche dovrebbero essere incentivate in vari modi a concentrare gli sforzi su malattie dei Paesi poveri, come la malaria. E sarebbe necessario un grande piano per finanziare gli studi in Europa e negli Stati Uniti dei giovani dei Paesi emergenti. In sintesi, basta con le politiche di assistenza che servono solo a calmare la coscienza dei Paesi più ricchi.

 

angus deatonangus deaton

Deaton non trascura il tema dell' ineguaglianza all' interno delle società ricche. Ma, a differenza di quel che sostiene Thomas Piketty, lo studioso scozzese è convinto che, così come è accaduto negli ultimi decenni, il progresso tecnico e il miglioramento delle economie permetteranno di affrontare e risolvere il problema.

 

Insomma, Stoccolma ha voluto premiare uno scienziato pratico, rigoroso e non ideologico, che da sempre si occupa del problema della povertà. A partire dall' atteggiamento degli individui verso i consumi. Una ricerca "laica", condotta senza pregiudizi ideologici o la presunzione di imporre regole dall' esterno, ma frutto di un approccio rispettoso degli individui.

 

PIKETTY ALLA CAMERA DEI DEPUTATI PIKETTY ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Il che, in tempi di migrazioni bibliche, può servire ad affrontare l' emergenza con più metodo e meno paure. «Più di chiunque altro», recita la motivazione del Nobel, «Deaton ci aiuta a capire: legando scelte individuali e risultati collettivi, la sua ricerca ha allargato gli orizzonti della microeconomia, della macroeconomia e dell' economia dello sviluppo». Una ricetta che non produrrà miracoli, ma che sembra andare nella giusta direzione. O almeno così si spera.

 

 

piketty piketty

 

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…