QUESTO SI’ CHE E’ UN SUPERTECNICO ITALIANO! - FABRIZIO FREDA, AD DI ESTÉE LAUDER, ENTRA NEL BOARD DEL POTENTISSIMO BLACKROCK - L’HA VOLUTO LARRY FINK, LEGGENDARIO CAPO DEL FONDO INVESTIMENTI PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO - FREDA IN TRE ANNI HA AUMENTATO IL VALORE DI MERCATO DI ESTÉE LAUDER DEL 247% - AL SUO POSTO, ESTÉE LAUDER NOMINA UN ALTRO ITALIANO….

Mario Platero per "Il Sole 24 Ore"

Indiscrezioni raccolte a Wall Street anticipano che oggi il consiglio di amministrazione di BlackRock, il colosso finanziario americano, eleggerà come nuovo consigliere Fabrizio Freda, l'amministratore delegato di Estée Lauder. La notizia colpisce per due ragioni. La prima: in uno dei momenti più difficili per le finanze del nostro Paese, BlackRock, il fondo investimenti più importante del mondo, con 3.700 miliardi di dollari di patrimonio in gestione, sceglie un italiano per la sua stanza dei bottoni.

Per dare un'idea della potenza di Blackrock, se il suo leggendario capo, Larry Fink, decidesse di investire tutti i suoi fondi in gestione nei debiti sovrani italiano e spagnolo, potrebbe rilevarli entrambi per intero, risolvere la crisi europea e gli avanzerebbe ancora un terzo delle sue risorse.

La seconda è la spiegazione che giustifica la prima: Freda è da appena tre anni a New York ma è stato l'artefice di una trasformazione aziendale da manuale. È stato il primo manager esterno a prendere in mano Estée Lauder, il gigante dei cosmetici, quotato in borsa, gestito fino ad allora direttamente dall'omonima famiglia, in particolare da Leonard Lauder e dal figlio William.

Nel momento in cui la crisi rischiava di mettere in ginocchio il settore del lusso, i Lauder, che restano comunque direttamente coinvolti in consiglio di amministrazione, hanno deciso collettivamente di affidarsi a un manager esterno. Scegliendo Freda, 54 anni, hanno fatto una scommessa: intanto hanno privilegiato l'aspetto internazionale su quello domestico, ma hanno anche deciso di accettare una piccola rivoluzione interna in nome del rilancio di una famiglia di prodotti che rischiava di mostrare il passo.

Freda infatti veniva dalla Procter and Gamble di cui era il presidente della divisione snack a livello globale. Dalle patatine alla linea Clinique dunque il passo non è così lontano: tecniche di marketing restano. Freda ha puntato sul locale, ha deciso di potenziare la presenza in Cina, ha cambiato l'approccio a un business che si era un po' arroccato attorno agli anziani che avevano lavorato con la fondatrice, Estée, introducendo cambiamenti consensuali e ha portato i risultati: con Freda Lauder è cresciuta tre volte più veloce della media del settore cosmesi/bellezza, ha aumentato le vendite internazionali a un tasso a due cifre, ha tagliato spese per 563 milioni di dollari, ha quasi raddoppiato i margini in 24 mesi.

In termini finanziari, questo si è tradotto in un passaggio della capitalizzazione dai 6,4 miliardi di dollari del giugno 2009 i circa 21 miliardi di dollari ai valori di mercato di ieri. Nella piu' recente classifica delle aziende con migliore performance in America, nello stesso periodo triennale Estée Lauder ha aumentato il valore di mercato del 247%, nel top 5 delle S&P 500. Per fare un confronto, Apple Computer, una delle migliori performers di tutti i tempi ha aumentato il suo valore del 310%.

Risultati che non sono sfuggiti a Larry Fink. Ora potrebbe venir fatto di chiedersi: possibile che nella sua posizione, dalla stanza dei bottoni di BlackRock Freda possa convincere il gruppo a investire con maggiore determinazione su titoli italiani? O europei? Difficile, anzi impossibile. Perché le decisioni spettano al management. Ma non c'e' dubbio che dall'interno Freda, in compagnia di altri consiglieri come Ivan Seidenberg Ceo e presidente di Verizon o James Rohr Ceo e presidente di Pnc, potrà almeno smentire coloro che sostengono che la nostra crisi è colpa di una «conspiracy» americana contro l'Europa.

Una volta, per la verità, abbiamo incontrato Fink. Ci disse che preferiva un euro solido, un'Europa forte a un'Europa debole. Ma che né lui né altri potevano fidarsi di un'Europa divisa. A chiudere il quadro degli italiani in «crescita» ieri un'altra notizia nella cosmesi internazionale: il gruppo Coty ha nominato suo nuovo amministratore delegato Michele Scannavini. Di nuovo un italiano.

 

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