LA FESTA PER LE ELEZIONI GRECHE È DURATA UN'ORA: POI TUTTO È TORNATO COME PRIMA - LA BORSA CALA, LO SPREAD SALE, SPAGNA E ITALIA RICOMINCIANO A TREMARE - MEDIOBANCA HA PERSO PIÙ DEL 5%, UNICREDIT PIÙ DEL 4% - MA A FAR PIÙ PAURA È LA SPAGNA, I CUI TITOLI DI STATO SONO SPROFONDATI COME MAI PRIMA D'ORA - CIÒ VUOL DIRE CHE IL MILIARDO DI € DI AIUTI NON È SERVITO PROPRIO A NIENTE...

Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

L'aspirina greca non basta a far calare la febbre spagnola. Giusto un'ora di rialzi, forse meno, per salutare i risultati elettorali di Atene. Poi sui mercati ieri è tornato il pessimismo. Borse in ribasso. Spread alle stelle. Il copione di un film già visto. Il fatto è che la speculazione già da un pezzo ha messo nel mirino Madrid, che negli equilibri europei ha un peso ben superiore alla Grecia. Quindi le notizie che arrivano dal Partenone scivolano via come l'acqua fresca.

Del resto se c'è un Tir con targa spagnola che sta per investirvi, pochi di voi si preoccuperebbero di scansare la bicicletta in arrivo da Atene. Va detto, poi, che almeno a Milano, c'erano parecchie posizioni speculative da sistemare. Alla fine della scorsa settimana molti investitori avevano comprato titoli in vista di una possibile vittoria del fronte pro euro nelle elezioni greche. E quando le previsioni della vigilia si sono avverate, questi trader hanno scaricato le azioni ai primi cenni di rialzo.

Il bilancio di giornata vede quindi in pesante ribasso Madrid e Milano, i cosiddetti anelli deboli della catena. Piazza Affari perde il 2,85 per cento con le vendite che si concentrano sui titoli finanziari, cioè banche e assicurazioni. Mediobanca fa peggio di tutti, con un ribasso superiore al 5 per cento. Unicredit arretra oltre il 4 per cento e Monte Paschi chiude in rosso del 3,4 per cento.

Va considerato che lo stacco del dividendo ha pesato sui prezzi di un gran numero di società quotate a Milano. L'effetto cedola vale almeno l'1 per cento sull'andamento dell'indice di Piazza Affari. La Borsa spagnola ha fatto ancora peggio, meno 2,99 per cento, mentre le altre Piazze europee hanno tenuto botta con perdite inferiori all'1 per cento.

Le notizie più preoccupanti arrivano però dai titoli di Stato. Nel giorno in cui commentatori e politici festeggiano (ma molti fingono) le notizie positive sul futuro dell'euro provenienti di Atene, i bonos spagnoli (l'equivalente dei nostri Btp) prendono una scoppola senza precedenti. I rendimenti sul titolo decennale arrivano al 7,19 per cento e lo spread sul corrispondente titolo tedesco si arrampica fino a 584 punti per poi recuperare qualcosa a quota 577.

Per Madrid è un record storico, negativo ovviamente. Mai visto niente di simile da quando è nata la moneta unica. Lo spread registrato ieri supera anche quello dell'Irlanda, che fino a pochi mesi fa, nel girone dantesco degli Stati a rischio stava un gradino più in basso rispetto alla Spagna.

Il governo di Madrid non sa più che pesci pigliare e chiede un intervento urgente della Bce (ovvero nuovi acquisti di titoli di Stato) per arginare le manovre speculative dei mercati. La richiesta formulata dal responsabile delle Finanze Cristobal Montoro suona come un'implicita conferma che i 100 miliardi appena elargiti dall'Europa alle banche iberiche in grave difficoltà hanno avuto l'effetto di un bel bicchier d'acqua sull'umore nero dei mercati. Molti analisti temono che con tassi superiori al 7 per cento diventi di fatto quasi impossibile per la Spagna finanziare il proprio debito sui mercati internazionali.

Dalle nostre parti va un po' meglio, ma c'è davvero poco da festeggiare. Lo spread sul bund di Berlino ha aperto in lieve ribasso rispetto a venerdì scorso per poi prendere la rincorsa verso nuovi rialzi: da 434 fino a quota 478 punti per poi chiudere a 464. Questo significa che il rendimento dei Btp a dieci anni oscilla intorno al 6 per cento. Come dire che il Tesoro rischia di veder crescere ancora la bolletta degli interessi da pagare a chi compra i titoli targati Italia.

Adesso i mercati guardano al vertice G20 in corso a Città del Messico. Ma le speranze di novità risolutive sono per il momento molto poche. Non per niente sul mercato dei cambi il valore dell'euro rispetto alle altre principali valute ha continuato ieri a perdere quota. Rispetto al dollaro la valuta unica è tornata a varcare, al ribasso, quota 1,26. E al momento non c'è proprio niente in vista che faccia sperare un'inversione di marcia.

 

BORSA DI ATENEPOVERTa AD ATENE GRECIA jpegborsa di madridRAJOYANTONIS SAMARAS DOPO LA VITTORIA ELETTORALE

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