1- FIATO ALLE TROMBETTE! MONTEZEMOLONE SCODELLA “ITALO”, IL TRENO DELLE MERAVIGLIE - UNA GIORNATA CHE DOVEVA PASSARE ALLA STORIA, MA NON PASSERÀ. PERCHÉ LA NOTIZIA BOMBA ARRIVATA NEGLI ULTIMI MINUTI DELLA CERIMONIA È CHE IL TRENO “ITALO” NON È ANCORA STATO OMOLOGATO. E ADESSO TUTTI SI CHIEDONO QUANDO IL BAMBINO CON LE ROTAIE, “BATTEZZATO” ALLE 12.42 DALL’EMINENZA GIANNI LETTA (L’AMICO BISIGNANI ASSENTE) POTRÀ AVERE LA CARTA D’IDENTITÀ E COMINCIARE LA SUA CORSA 2- SEMBRA DAVVERO CHE PER IL BANCHIERE PIACENTINO DELL’OPUS DEI LIN-GOTTI TEDESCHI LE ORE, ANZI LE PREGHIERE, SIANO CONTATE. PARE CHE IL SUO SPONSOR PRINCIPALE, TARCISIO BERTONE, SIA ENTRATO IN ROTTA DI COLLISIONE CON L’ESPERTO IN DEMOGRAFIA 3- MARINA GROSSI(AFFARI) IN LIQUIDAZIONE E LA CLAUSOLA DELLA MANLEVA 4- NELLO SCARICABARILE DI COMPETENZE E DI RUOLI DI AEROPORTI DI ROMA, STARRING PALENZONA E SABELLI, È APPARSO SULLO SFONDO IL CONVITATO DI PIETRA CORRADINO PASSERA

1- IL TRENO "ITALO" NON È ANCORA STATO OMOLOGATO
Erano le 8,30 quando all'aeroporto Capodichino di Napoli è arrivato da Roma un aereo carico di vip e di giornalisti ospiti di Luchino di Montezemolo e di Ntv per la presentazione del treno "Italo".

Sulla pista sono arrivate numerose macchine blu con autista e alcune navette per i più sfigati che hanno potuto raggiunge in questo modo il Centro di Manutenzione di Nola, dove è stato organizzato l'evento. Nella grande officina messa in piedi da Gianni Punzo, uno dei soci di Ntv, il treno era ricoperto da un lungo telo e nessuno ha potuto sbirciare la sagoma del gioiello che segna l'inizio di una nuova età per Luchino di Montezemolo.

Oggi è una giornata particolare per quest'uomo di 64 anni che dopo aver ricoperto un'infinità di cariche e avviato alcune iniziative nel lusso, indossa finalmente i pantaloni lunghi dell'imprenditore vero per dimostrare al mondo che con pochi soldi (suoi) e con molti quattrini degli altri soci (primo fra tutti IntesaSanPaolo) è in grado di portare alto il vessillo dell'eccellenza italiana.

Ai giornalisti, che non vedono l'ora di buttarsi sul buffet, sono stati riservati 240 posti, mentre per le autorità e i vip sono state disposte file di sedie con tanto di cartellina. Fino alle 11,45 non si è vista traccia di grandi personaggi ma c'erano posti riservati per Bassolino, Bombassei, e per l'arcivescovo di Napoli accanto a Gianni Letta.

Lo spiegamento della polizia era grandioso e alle 10,35 nell'officina, pulita e linda come una sala chirurgica, è entrata una rappresentanza dei dipendenti di Ntv, tutti giovani e belli nelle loro divise grigie con tanto di cappello d'ordinanza.

Gli occhi delle bellissime hostess e delle signore hanno cercato a lungo Luchino di Montezemolo, ma soltanto alle 11,47 il "ragazzo dei Parioli" è apparso con l'aria radiosa. A quel punto i giornalisti hanno dimenticato il pessimo caffè che era stato offerto nella hall e si sono uniti all'Inno d'Italia cantato a squarciagola da Punzo (dotato di un vocione formidabile) e dai ferrovieri di Moretti mascherati da uomini normali.

Con un crescendo emotivo studiato con sapienza mediatica finalmente è apparso Luchino con i suoi capelli al vento per cantare l'Inno di Mameli. Una claque formidabile lo ha sommerso di applausi che gli hanno incrinato la voce mentre leggeva il messaggio del Presidente Napolitano. Poi ha illustrato il valore di "Italo", il miglior treno al mondo andrà ad aggiungersi alla flotta dei 25 treni con 11 carrozze ciascuno, simbolo di un'azienda che lavora per i giovani e per il Sud, "la prima azienda in Europa nell'Alta Velocità, completamente privata".

Questo - ha continuato Luchino - porterà a un miglioramento anche per le Ferrovie dello Stato e, tanto per dare un dispiacere a Moretti, ha aggiunto: "siamo pronti a concorrere da subito anche sulle tratte regionali".

Avviandosi alla conclusione ha sottolineato la qualità quasi maniacale di Ntv di investire nell'innovazione e ha lanciato una frecciatina al curaro nei confronti di quel Moretti che per molti mesi ha messo i bastoni tra le rotaie.

Fin qui la cronaca di una giornata che doveva passare alla storia, ma non passerà. Perché la notizia bomba arrivata negli ultimi minuti della cerimonia è che il treno "Italo" non è ancora stato omologato. Un nuvolone inatteso che oscura i cieli di gloria di Luchino e dei suoi compagni di merenda.

E adesso tutti si chiedono quando il bambino con le rotaie, al quale, Gianni Letta alle 12.42 ha tagliato il nastro e il cordone ombelicale, potrà avere la carta d'identità e cominciare la sua corsa.

2- SEMBRA DAVVERO CHE PER IL BANCHIERE PIACENTINO DELL'OPUS DEI GOTTI TEDESCHI LE ORE, ANZI LE PREGHIERE, SIANO CONTATE
Se vi capita di passare dalle parti del Vaticano buttate un occhio al Torrione di Niccolò V dove si trova l'ufficio di Ettore Gotti Tedeschi, l'economista di Piacenza che da due anni è presidente dello Ior, la cassaforte della Chiesa.

Dietro la porta a vetri si intravedono le medaglie d'oro dei Papi e come ha raccontato su "Panorama" il giornalista Stefano Lorenzetto, si possono sbirciare due antichi registri verdi ("Salda conti" e "Capitali") racchiusi dentro le vetrinette. Nella stanza del 66enne banchiere c'è anche un totem multimediale che consente di leggere le quotazioni delle valute. Di solito Gotti Tedeschi comincia la sua giornata alle 7,30 con la messa e la comunione nella chiesa di Sant'Anna, poi dopo aver fatto una telefonata alla moglie Francesca per sapere come stanno i cinque figli, si butta a capofitto dentro i dossier più caldi.

Per un uomo che ha studiato nella Società di economia e di matematica di Parigi, e ha lavorato in McKinsey per quattro anni prima di approdare nella finanza italiana, la razionalità è un imperativo categorico. Allo stesso modo è categorica la distinzione di dare a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio, ma in questi giorni sembra che il verbo evangelico non funzioni come una regola assoluta.

A scombinare le cose è arrivato il governo dei professori laici e cattolici che hanno rimesso in discussione le tasse sui beni della Chiesa e questo blitz inatteso sta creando dolorosi grattacapi all'uomo che pensava di poter gestire in pace le finanze vaticane dopo l'incidente giudiziario che gli è successo pochi giorni dopo la nomina quando la magistratura italiana ha accusato lo Ior di riciclaggio. A rendere ancora più forti le sue preoccupazioni sono le notizie secondo le quali alcuni ordini religiosi che non sono in grado di sostenere i costi di mantenimento dei loro beni stiano cercando di venderli precipitosamente.

Per adesso ne ha parlato soltanto il quotidiano "La Stampa", ma dal suo ufficio nel Torrione il presidente dello Ior percepisce segni di nervosismo. A questi si è aggiunta l'intervista al vetriolo di Cesarone Geronzi che sul "Corriere della Sera" ha sparato sulla massoneria, su Tremonti e perfino sulla finanza vaticana che a suo dire "oggi conta poco o niente". Nell'anticamera di Flebuccio De Bortoli, il direttore del quotidiano milanese, si dice che l'ex-presidente di Mediobanca e di Generali avrebbe usato toni ancora più forti attribuendo alla finanza vaticana un ruolo pari allo zero assoluto.

A questo giudizio feroce Geronzi ha aggiunto parole pesanti nei confronti di Gotti Tedeschi riconoscendogli qualche competenza in demografia e liquidandolo come una sorta di ragioniere. Nella sua infinita miseria Dagospia ha appreso ieri che questi giudizi hanno creato sconcerto e curiosità dentro le stanze vaticane.

Nelle ultime ore si è aggiunta una notizia clamorosa che vale la pena di riprendere perché potrebbe indicare che la gestione dello Ior da parte di Gotti Tedeschi sta arrivando alla fine. Sembra infatti che anche il suo sponsor principale, Tarcisio Bertone, sia entrato in rotta di collisione con l'economista piacentino. Fino a questo momento si ignora la ragione della rottura con il Segretario di Stato vaticano che con una piroetta sorprendente si è affrettato a inviare pubblici auguri al governo Monti e a definire la questione dell'Ici "un problema particolare, da studiare e approfondire".

Insomma, sembra davvero che per il banchiere piacentino dell'Opus Dei le ore, anzi le preghiere, siano contate.


3- SEMBRA INFATTI CHE IN QUESTE ORE STIA TRATTANDO LA LIQUIDAZIONE SU UNA CIFRA CHE DOVREBBE ESSERE COMUNQUE INFERIORE A QUELLA DEL MARITO. IL PROBLEMA PERÒ NON È SOLO DI NATURA ECONOMICA PERCHÉ NELLA TRATTATIVA DICONO CHE SI SIA STATA INSERITA LA CLAUSOLA DI MANLEVA, GIÀ SPERIMENTATA NEL CASO DI ALESSANDRO PROFUMO E DELLO STESSO GUARGUAGLINI PER EVITARE RIVALSE E CONTENZIOSI FUTURI DA PARTE DI FINMECCANICA

Il radar personale di Marina Grossi, la moglie dell'ex-comandante supremo di Finmeccanica, ha smesso di funzionare.

L'ultima volta che ha dato segni di vita è stato domenica 4 dicembre quando l'amministratore delegato di Selex Sistemi Integrati ha ribadito le sue ragioni in un'intervista al "Sole 24 Ore". Anche in questa occasione ha ripetuto ciò che aveva detto nelle precedenti interviste a Maria Latella e al quotidiano "Il Fatto" che a onor del vero le ha dato molta corda.

Dopo aver ripetuto che la sua società non ha mai avuto conti all'estero e che l'intenzione di dimettersi fosse lontana mille miglia, la signora piemontese che subito dopo la laurea in ingegneria è salita su una nave da guerra, ha spento le comunicazioni. Adesso sembrano lontani anni luce i complimenti che le furono rivolti anni fa da Luchino di Montezemolo quando come presidente di Confindustria le conferì il premio Bellisario. Anche al Quirinale si sono dimenticati della visita compiuta da Napolitano il 6 maggio di quest'anno agli stabilimenti della Selex di Roma e delle parole di apprezzamento per l'eccellenza tecnologica dell'azienda.

In Finmeccanica l'amministratore delegato Giuseppe Orsi è più che mai intenzionato a chiudere la family story della coppia Guarguaglini-Grossi, e si sente sicuro di farlo senza incidenti per il mandato che ha ricevuto dal governo e per le commesse che potrebbero far risalire le quotazioni del Gruppo. Nei giorni scorsi il manager napoletano che piace tanto alla Lega ha annunciato di aver ricevuto un portafoglio di oltre 1,5 miliardi di euro, e oggi potrebbe arrivare in piazza Monte Grappa la notizia che i giapponesi intendono affidare alla società la costruzione di 100 elicotteri.

È quanto basta per incoraggiare Orsi a voltare pagina e la data per mandare a casa la "czarina" di Selex è dopodomani, 15 dicembre, quando l'Assemblea dei soci sarà chiamata ad allargare il numero dei consiglieri da 7 a 9. In questo modo la Grossi verrebbe messa fuorigioco e mandata a casa, ma c'è chi dubita che sarà seguita questa procedura.

Sembra infatti che in queste ore stia trattando la liquidazione su una cifra che dovrebbe essere comunque inferiore a quella del marito anche se il conteggio dovrà tener conto dei sei anni trascorsi dalla sua nomina. Il problema però non è solo di natura economica perché nella trattativa dicono che si sia stata inserita la clausola di manleva, già sperimentata nel caso di Alessandro Profumo e dello stesso Guarguaglini per evitare rivalse e contenziosi futuri da parte di Finmeccanica.


4- NEL BALLETTO SCARICABARILE DI COMPETENZE E DI RUOLI DI AEROPORTI DI ROMA, STARRING PALENZONA E SABELLI È APPARSO SULLO SFONDO IL CONVITATO DI PIETRA CORRADINO PASSERA
I giornalisti che ieri hanno partecipato alla conferenza stampa indetta da Aeroporti di Roma per il nuovo piano strategico, si sono divertiti come matti.

A renderli allegri sulla terrazza di Fiumicino c'è stato all'inizio il siparietto della Polverini che pigolava come una passera con Mauro Moretti, a dispetto di Aurelio Regina che sembrava abbandonato a se stesso. Ma la cosa che ha colpito di più, oltre al pullover rosso sangue di Fabrizio Pallenzona, è stato la dialettica serrata in cui si sono misurati i principali protagonisti dell'evento.

Tra questi la parte del primo cantante l'ha fatta lo stesso Pallenzona nella sua qualità di presidente di Aeroporti di Roma che ha snocciolato cifre sbalorditive sul piano di rilancio dell'Aeroporto. Dopo aver promesso investimenti per 12,1 miliardi e 320mila nuovi posti di lavoro da qui al 2044, l'ex-camionista di Novi Ligure non ha avuto alcun pudore a enfatizzare un piano articolato su un arco di tempo di 32 anni e quindi difficilmente attendibile.

Ma il massiccio vicepresidente di Unicredit ha cercato di mettere le mani avanti chiedendo regole certe e la stessa cosa ha fatto Sabelli quando ha lamentato il disinteresse del governo nei confronti di una struttura nella quale stanno per piombare 100 milioni di passeggeri. Poi la parola è passata a un altro vecchio democristiano, quel Vito Riggio che guida l'Enac e che frenato gli entusiasmi mettendo sul piatto il problema delle tariffe aeroportuali.

Nel balletto che ai giornalisti è apparso uno scaricabarile di competenze e di ruoli, è apparso sullo sfondo il convitato di pietra Corradino Passera, l'uomo che dimenticando il conflitto di interessi per la "sua" Alitalia dovrà dire la parola finale sulle tariffe e sulle risorse pubbliche da destinare all'aeroporto.

 

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