FIGLI DI TROJKA - ATENE, GOVERNO IN BILICO- IL FONDO MONETARIO VUOLE SOSPENDERE GLI AIUTI ALLA GRECIA

1. GRECIA, SPETTRO DI UNA NUOVA CRISI ESECUTIVO IN BILICO SU CHIUSURA TV
Repubblica.it

Si profila lo spettro della crisi di Governo in Grecia. La coalizione dell'esecutivo guidata dal premier conservatore Antonis Samaras si è spaccata questa sera sulla questione della tv pubblica Ert, chiusa nove giorni fa con un decreto legge nell'ambito del ridimensionamento dei dipendenti statali voluto dai creditori internazionali della Grecia, ma il premier si è detto pronto ad andare avanti con decisione sulla strada intrapresa. Un appello al "senso di responsabilità " è venuto dal commissario Ue agli affari economici Olli Rehn che ha invitato Atene a ritrovare la stabilità necessaria nell'attuale situazione politica per fare quelle riforme indispensabili affinchè il programma di aiuti vada avanti.

La terza riunione in una settimana tra Samaras e i leader dei partiti alleati - Evanghelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica) - si è bruscamente interrotta poco dopo l'inizio per divergenze subito insorte a causa di una nuova proposta avanzata da Kouvelis. A questo punto Venizelos e Kouvelis hanno lasciato il Megaro Maximou, la sede del governo, ed hanno convocato i gruppi dirigenti dei rispettivi partiti nelle loro sedi. Secondo Skai Tv, le divergenze sorte fra i tre leader riguardano il numero dei dipendenti della Ert che dovrebbero essere riassunti nella nuova azienda Tv statale e il tipo di contratto che essi dovrebbero avere.

Ad annunciare che non era stato raggiunto alcun accordo è stato Kouvelis il quale ha detto che "non c'è alcuna intesa. Per noi si tratta di un problema di legalità democratica... non siamo d'accordo con azioni che vanno contro la legalità", ha dichiarato. Kouvelis avrebbe anche ventilato l'ipotesi di ritirare dal governo i ministri che appartengono al suo partito ma non l'appoggio della sua formazione politica.

Venizelos, da parte sua, ha detto che il Pasok continuerà a sostenere il governo perchè non vuole la crisi nè le elezioni anticipate. Il leader socialista ha ribadito che il Paese ha bisogno di stabilità e ha detto senza mezzi termini che adesso occorre mettere da parte la questione della Ert e discutere di problemi più seri come quello dell'aggiornamento dell'accordo programmatico fra i partiti che compongono il governo.

Intanto, mentre ad Atene andava in scena l'ennesima lite governativa, il ministro dell'Economia greco Yannis Stournaras lasciava precipitosamente Lussemburgo e i lavori dell'Eurogruppo per rientrare nella capitale ellenica e domani non parteciperà all'Ecofin cruciale sull'unione bancaria.

2. FIGLI DI TROJKA - IL FONDO MONETARIO VUOLE SOSPENDERE GLI AIUTI ALLA GRECIA
Andrea Bonanni per "la Repubblica"

Per l'eurozona torna a suonare l'allarme Grecia. Secondo quanto scrive il sito del Financial Times, il Fondo Monetario Internazionale avrebbe minacciato di sospendere da luglio la sua partecipazione al salvataggio di Atene se i governi europei non si impegnano a coprire un nuovo «buco» di 3-4 miliardi di euro che è emerso nel piano di finanziamenti per complessivi 172 miliardi. Il nuovo ammanco sarebbe dovuto da una parte ai ritardi nel programma di privatizzazioni concordato dal governo di Atene, e dall'altra dal rifiuto di alcune banche centrali di rinnovare l'acquisto di bond greci in scadenza e di versare alla Grecia le plusvalenze realizzate sul primo prestito concesso al Paese.

A questo punto il Fmi, che già nelle settimane scorse aveva criticato duramente la gestione della crisi greca da parte dei governi dell'eurozona, minaccia di sospendere la propria partecipazione al salvataggio di Atene fino a che il «buco» non verrà coperto dai governi europei.

La nuova grana è piombata sul tavolo dei ministri delle finanze della zona euro riuniti ieri a Lussemburgo e già alle prese con la richiesta del governo cipriota di ridiscutere il programma di salvataggio dell'isola varato solo pochi mesi fa in seguito alla crisi delle banche cipriote.

I ministri dovrebbero anche trovare un accordo sul ruolo dell'ESM, il fondo salva-stati, nella ricapitalizzazione diretta delle banche: un tassello essenziale nel puzzle dell'Unione bancaria, voluta per spezzare il circolo vizioso tra crisi degli istituti di credito e crisi dei debiti sovrani. Ma anche su questo fronte i progressi sono inferiori alle aspettative e il freno tedesco ha fatto sentire i suoi effetti.

I ministri sono riusciti a trovare un accordo sul fatto che il fondo europeo intervenga nella ricapitalizzazione delle banche. Ma il «tetto» imposto agli interventi dell'ESM, che non potrà mobilitare più di 60 miliardi di euro, di fatto limita notevolmente la portata dell'intervento. Basti pensare che per salvare solo le banche spagnole, l'anno scorso l'eurozona ha messo a disposizione di Madrid una cifra di cento miliardi. In teoria, l'obiettivo della misura decisa ieri è proprio quello di fare sì che l'ESM intervenga direttamente nella ricapitalizzazione delle banche, evitando dunque che i governi nazionali si svenino.

In pratica, però, la decisione presa ieri prevede comunque una partecipazione del 20% dei governi nazionali al salvataggio delle banche, e pone forti limiti alla retroattività dell'intervento. In questo modo Paesi come l'Irlanda, la Spagna, il Belgio e Cipro, che hanno già pagato un prezzo molto alto per ricapitalizzare le proprie banche, difficilmente potranno beneficiare ex-post dell'intervento del fondo europeo.

 

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