LE FORCHE CAUDINE DI BRUXELLES PER GENTILONI - RENZI NON HA RISPETTATO I PATTI UE SULLA MANOVRA (CAUSA REFERENDUM), E ORA LA COMMISSIONE CHIEDE IL CONTO - RISCHIANO DI SALIRE FINO A 20 MILIARDI LE RICHIESTE EUROPEE. DA ESAUDIRE ENTRO MARZO
Marco Zatterin per la Stampa
Come prevedibile, il mondo non è finito col referendum, tanto meno con la crisi di governo. È cambiato il premier e, marginalmente, l' esecutivo. Non sono invece mutati gli impegni di condotta fiscale presi dall'Italia coi partner Ue, e restano invariati il giudizio tecnico della Commissione e quello politico dei ministri dell' Eurogruppo, entrambi severi. Vuol dire che il team di Gentiloni dovrà valutare «misure aggiuntive per rispettare il Patto di Stabilità» e per evitare lo «scostamento significativo» rispetto agli obiettivi indicati per il 2017. Il valore della correzione necessaria è variabile quanto incerte sono le coperture della legge di bilancio. Un paio di miliardi nella migliore delle ipotesi; sino a 20, nella peggiore, almeno per ora.
Non c' è ragione di essere sorpresi. L' Europa ha nelle ultime settimane deciso di astenersi da giudizi pesanti sull' Italia che avrebbero potuto viziare il dibattito in vista della consultazione del 4 dicembre. Sono in compenso arrivati segnali chiari sulle spese per la ricostruzione post sisma, come per l' emergenza migranti, con la promessa di concedere i margini di flessibilità richiesti dal governo. Si è sorvolato, temporaneamente, sulle mancanze e sulla catena di dubbi legata alla gestione dell' economia e dei conti pubblici. «Ora bisogna ripristinare la gestione dell' ordinario», commentava ieri sera una fonte europea. Bruxelles deve riprendere i n mano la sua pagella e il governo deve evitare stangate, dall' Ue e dai mercati.
C' è tempo sino a marzo. La base della piramide negoziale è l' opinione diffusa dalla Commissione il 26 novembre, documento carico di rilievi costosi. Si parte con la mancata riduzione del deficit strutturale in misure dello 0,6% del Pil (è previsto in aumento dello 0,5%), differenza che vale 1,4 punti di Pil fra il 2016 e il 2017 (oltre 25 miliardi). Si continua col target italiano del disavanzo, che l' Ue vede al 2,4% del Pil rispetto all' impegno di aprile fissato all' 1,8: fra due numeri c' è la flessibilità, che non copre l' intero conto. Inoltre, il debito pubblico aumenta invece di calare.
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Parallelamente ci sono i compiti non fatti. Rispetto ai programmi presentati da Palazzo Chigi, l' Ue sottolinea i magri progressi sugli interventi strutturali, quali la revisione dei valori catastali e la effettiva razionalizzazione della spesa pubblica. Non soddisfano le misure assunte per combattere l' evasione fiscale, né quelle timide o assenti sull' apertura di mercati e professioni. Preoccupa il mancato slittamento dell' imposizione dalle dirette (lavoro) alle indirette (Iva).
Doveri e oneri. Certi, questi. Ma a Bruxelles ci si arrovella su altri dossier, non meno complessi. Renzi ha chiesto di poter finanziare l' intera messa in sicurezza sismica del Paese, però fra i tecnici si sostiene che le regole «consentono di scorporare le spese di ricostruzione, non quelle per assicurarsi da una calamità che non c' è stata». Le spese che Roma dovrà sostenere col Piano Casa diventeranno deficit e debito. Discorso che vale per le banche. Le salverà lo Stato? Con quali soldi? Quanti? E con esborsi diretti o garanzie? «Se il governo interviene, ci saranno conseguenze sul bilancio», chiosa una fonte europea. Da uno a 15 miliardi, si stima, ma nessun numero può essere esatto, in questa fase.
La conferma di Padoan dovrebbe essere garanzia di continuità. Il ministro dell' Economia è stato il poliziotto buono della squadra di Renzi. Il metodo di trattativa è stato considerato costruttivo dalla Commissione e dal Consiglio. È una condizione necessaria, non sufficiente. «L' Italia deve correggere la rotta», dicono a Bruxelles, rimarcando che la partita comprende l' alea delle clausole di salvaguardia 2018-19: per disinnescare l' aumento dell' Iva al 25% e il rialzo delle accise servono una trentina di miliardi. «Siamo pronti a discutere una quadra», dice la fonte Ue. Ma mentre pronuncia l' impegno, la voce vibra e lascia immaginare una goccia di sudore freddo che già gli cala sulla fronte.