francesco gaetano caltagirone philippe donnet leonardo del vecchio generali

GENERALI & SOLDATINI - LA FONDAZIONE CRT CON IL SUO 1,30% ADERISCE AL PATTO DI CONSULTAZIONE DI CALTAGIRONE (6,16%) E LEONARDO DEL VECCHIO (5%) - LO SCHIERAMENTO CONTRARIO ALLA RICONFERMA DELL'ATTUALE AD DEL LEONE, PHILIPPE DONNET, SALE COSÌ AL 12,46%. NON DISTANTE DAL 12,93% DI MEDIOBANCA - INTANTO SI AVVICINA L'OPA DI GENERALI SU CATTOLICA: L'IVASS HA DATO IL VIA LIBERA PREVENTIVO ALL'OFFERTA PUBBLICA. ORA ALL'APPELLO MANCA L'OK DELLA CONSOB…

Donnet

Francesco Spini per “la Stampa”

 

Il fronte dei soci privati decisi a cambiare vertici e strategie delle Generali si allarga: la fondazione Crt, con il suo 1,30%, ha deciso di aderire al patto di consultazione che già riunisce Francesco Gaetano Caltagirone (che proprio ieri ha ritoccato la sua quota all'insù, al 6,16%) e Leonardo Del Vecchio (5%). In tutto lo schieramento avverso alla riconferma dell'attuale ad del Leone, Philippe Donnet, sale così al 12,46%.

 

leonardo del vecchio

Non distante, insomma, dal 12,93% di Mediobanca, il primo azionista delle Generali che invece guarda di buon occhio la possibilità che sia il consiglio uscente a presentare alla prossima assemblea la lista in cui confermare alla guida - come ha deciso la maggioranza dei consiglieri non esecutivi, considerati i risultati raggiunti - il manager francese. In questo scenario di scontro tra titani, il presidente della fondazione Crt, Giovanni Quaglia, cerca di smorzare i toni per quanto può: «Abbiamo aderito con in mente un approccio costruttivo, non perché siamo contro qualcuno - dichiara all'agenzia internazionale Reuters -. Vogliamo aiutare la compagnia a crescere e vogliamo discutere le sue prospettive con due tra i principali investitori italiani».

 

Donnet Caltagirone Del Vecchio

I quali però sono decisi a portare avanti la battaglia per cambiare la guida di Trieste, giudicata «inadeguata» nella politica di acquisizioni, nella gestione dell'information technology, nel controllo dei costi e per correggere quel «difetto strutturale» del Leone che oggi «non è un'impresa ma una federazione di imprese», con controlli e rischi troppo decentrati. E mentre si cerca un manager forte, l'idea resta quella di «liberare» il Leone dall'orbita di Mediobanca, accusata dai pattisti di aver costituito un freno decennale allo sviluppo della compagnia con la sua influenza che oggi vorrebbe perpetuare con la lista del cda, considerata dai soci privati come una «finzione giuridica».

 

Leonardo Del Vecchio

Crt parte con toni più soft, e ora in molti guardano alle mosse dei Benetton (3,97%), che secondo indiscrezioni simpatizzerebbero per il patto. Ma per adesso la famiglia di Treviso - che è pure azionista di Piazzetta Cuccia dove siede nel patto di consultazione col suo 2,10% - resta alla finestra in attesa di valutare le proposte che saranno sul tappeto a Trieste se, come sembra, si dovrà arrivare alla conta.

 

Anche la lista del cda, supportata da Piazzetta Cuccia in quanto considerata soluzione di mercato (e prevista da uno statuto così modificato all'unanimità), parte al rallentatore. Giovedì la riunione del comitato nomine per proporre al cda del Leone del 27 settembre le procedure per aprire il cantiere si è conclusa con un nulla di fatto. Probabile un nuovo incontro settimana prossima.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

Non mancherebbero le difficoltà in una situazione ingarbugliata per le contrapposizioni ma anche per le sostanziali diversità con gli altri casi dove tale lista è stata adottata, all'unanimità, come in Tim e Unicredit dove la svolta arrivò in seguito a forti riassetti nell'azionariato. Così si procede con cautela, senza nemmeno sfruttare il vantaggio numerico (che si replica anche nel comitato con un a 4 a 3) di chi si è già espresso a favore della lista e della riconferma di Donnet. Intanto si avvicina a grandi passi l'Opa di Generali su Cattolica: l'Ivass ha dato il via libera preventivo all'offerta pubblica del Leone.

 

Ora all'appello manca l'ok della Consob, atteso entro la fine di prossima settimana e la successiva pronuncia del cda di Verona. Salvo intoppi, l'offerta scatterà il 4 ottobre. Si va così delineando una delle operazioni che hanno caratterizzato l'ultima fase del secondo mandato di Donnet alle Generali, che - non nel merito ma per le modalità con cui ha avuto origine - ha contribuito a innalzare la tensione nel consiglio.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Anche nell'azionariato di Mediobanca le cose si muovono. Come noto, Del Vecchio, a Piazzetta Cuccia, si è consolidato come primo azionista col 19%. E ieri sono scadute le opzioni che permettevano a Caltagirone di salire dal 3% al 4,95% di Mediobanca, appena sotto la soglia del 5% che impone gli obblighi di comunicazione al mercato. L'accerchiamento continua.

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