FURBETTI SUL RENO – ANGELONA MERKEL È RIUSCITA A FAR SÌ CHE LE BANCHE TEDESCHE PAGHINO MENO DI QUELLE FRANCESI PER IL FONDO DI GARANZIA EUROPEO – 116 CASSE LOCALI TEDESCHE SE LA CAVERANNO CON POCHE MIGLIAIA DI EURO

Ugo Bertone per "Libero Quotidiano"

 

angela merkel magnaangela merkel magna

«Non posso dirvi nulla», ha detto ieri mattina Alessandro Profumo, circondato dai cronisti in attesa delle pagelle europee sulle banche. E c’è da credergli perché, dopo tante indiscrezioni, le pagelle, quelle vere arriveranno solo stamani sui tavoli degli esaminandi, Banca Monte Paschi compresa. Ma guai agli allievi che si faranno sfuggire una parola prima delle 12 di domenica, quando gli scrutini verranno messi a disposizione del mercato.

 

Ma, come sempre accade la notte prima degli esami, gli studenti a rischio già si sono fatti un’idea del voto in arrivo. Non a caso, si vocifera di un cda straordinario del Monte già convocato per domenica per deliberare le operazioni necessarie per rimpolpare il patrimonio, nel caso gli ispettori della Bce e dell’Eba (responsabili rispettivamente dell’Asset quality review e degli stress test) ritengano i numeri dell’istituto insufficienti.

 

alessandro profumoalessandro profumo

L’ansia da esami non riguarda solo Siena. Alla vigilia, molti si sono cimentati in previsioni più o meno informate. L’agenzia spagnola Jefe ha azzardato ieri un verdetto preciso: le banche che dovranno affrontare gli esami di riparazione (o accasarsi con qualcuno più robusto) sarebbero undici: tre italiane (oltre a Mps, Banca Carige e il banco Popolare), tre greche (Piraeus Bank, Eurobank Ergasias e Alpha Bank), due austriache (tra cui Erste Bank), una cipriota, la portoghese Bcp e la belga Dexia. Altri pronostici (vedi l’istituto Ig) “salvano” il Banco Popolare ma danno per probabile, al 60% che Mps e Carige non riescano a superare il i test degli ispettori che hanno setacciato i conti di 128 banche europee. Insomma, bisogna aspettare.

 

Piazza Affari però ha scommesso su un rimbalzo di Mps. Il motivo? La sensazione è che la banca di Siena possa rientrare nei parametri con uno sforzo contenuto. Oppure, come molti sperano, esami severi possono favorire una stagione di aggregazioni tra gli istituti, anche tra quelli promossi a fatica. L’incertezza, però, riguarda l’intera operazione che presenta, come in ogni esame, un’ampia discrezionalità, almeno per quel che riguarda gli stress test.

 

bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter

Che senso ha, all’interno di uno spazio finanziario che dovrebbe essere comune, simulare la tenuta di un istituto di Atene di fronte ad un potenziale terremoto finanziario? Oppure, ed è il caso di Mps, praticare un ampio sconto sui Btp posseduti dalla banca quasi fossero merce tossica? Le polemiche, comunque vada a finire, non mancheranno. Anche perché, una volta finiti gli esami, entrerà nel vivo l’Unione Bancaria, costruita sulla base di compromessi e di piccoli (o grossi) segreti che riservano sgradite sorprese.

 

Wolfgang Schaueble, il ministro delle Finanze tedesco che ha sollevato nel corso delle trattative obiezioni di ogni tipo, è riuscito a far sì che la Germania paghi meno della Francia, la più penalizzata, per la costituzione del futuro fondo di garanzia (55 miliardi di euro in tutto) contro i possibili fallimenti. Berlino, infatti, contribuirà al sistema per 15 miliardi contro i 17 di Parigi. Anche la Spagna è riuscita a garantirsi uno sconto. L’Italia, probabilmente, no. Il condizionale è d’obbligo perché, circostanza sospetta, la ripartizione dei conti è top secret.

 

Mario Draghi a NapoliMario Draghi a Napoli

Ma è passato il principio che le banche più grandi devono pagare, in proporzione, più dei piccoli, sia perché ritenute più rischiose ma anche perché per loro sarà più facile ottenere l’aiuto di Francoforte. Il principio, una volta passato attraverso il cilindro di Schaeuble fa sì che Parigi pagherà il 70% rispetto al regime attuale, Berlino il 9% in meno, Madrid addirittura la metà. Intanto le 471 Sparkassen più le 7 Landesbanken, ovvero il polmone del credito più legato alla politica (ovvero al partito di Angela Merkel) che controlla assets per 2,3 miliardi, se la caveranno con un terzo dei costi delle banche della cosiddetta periferia. In particolare, 116 istituti se la caveranno con un pedaggio tra i mille e i diecimila euro, un costo ridicolo per godere dell’assicurazione che noi probabilmente pagheremo di più.

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