
IL TESORO HA FATTO UNA FIGURACCIA SUL FISCO – IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPROVATO UN DECRETO LEGGE DA 245,5 MILIONI DI EURO PER SANARE IL PASTICCIO DELL’ACCONTO IRPEF: IL MEF AVEVA APPLICATO LE VECCHIE REGOLE, CHE PREVEDONO ALIQUOTE PIÙ ALTE E DETRAZIONI PIÙ BASSE. IN QUESTO MODO QUASI TUTTI I CONTRIBUENTI RISCHIAVANO DI PAGARE TASSE NON DOVUTE – L’INTERVENTO DEL GOVERNO È ARRIVATO SOLO DOPO LA DENUNCIA DELLA CGIL, CHE SI È ACCORTA DELLA...
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per www.repubblica.it
MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Un decreto legge da 245,5 milioni per sanare il pasticcio dell’acconto Irpef creato dal governo Meloni. Senza questo decreto, approvato oggi dal Consiglio dei ministri e operativo dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, i contribuenti italiani avrebbe pagato un’Irpef più alta perché calcolata sulle quattro vecchie aliquote, anziché le tre più basse già in vigore da oltre un anno.
Si chiude così una vicenda partita dalla denuncia dei Caf Cgil che un mese fa si accorgono di una disposizione inserita dall’Agenzia delle entrate nelle istruzioni per il nuovo 730, quello che arriverà tra fine aprile e inizio maggio nel cassetto fiscale di tutti gli italiani.
In quelle istruzioni si fa riferimento al primo decreto attuativo della riforma fiscale voluta dal governo Meloni e guidata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo.
Il decreto 216 del 30 dicembre 2023 che riduce l’Irpef da quattro a tre aliquote: 23% fino a 28 mila euro, 35% tra 28 mila e 35 mila euro, 43% sopra 35 mila euro. E alza la detrazione da lavoro dipendente da 1.880 a 1.995 euro. Parametri in vigore dal primo gennaio 2024.
Eppure in quello stesso decreto, all’articolo 1 comma 4, si dice che “per i periodi di imposta 2024 e 2025” si applicano le vecchie regole: quindi quattro aliquote e detrazioni più basse. Un vero e proprio «prestito forzoso dai contribuenti allo Stato», denuncia la Cgil. [...]
maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti
Il governo da subito riconosce l’errore. Cerca di giustificarlo con la provvisorietà, all’epoca del decreto 216, del taglio dell’Irpef reso strutturale solo successivamente nell’ultima manovra di bilancio. Ma la Cgil ipotizzava una copertura ben più ampia dell’ammanco: 4,3 miliardi. Alla fine il governo mette “solo” 245,5 milioni. Ma evita agli italiani di pagare, senza motivo, più tasse tra qualche settimana.
Il viceministro Maurizio Leo spiega: «La nuova disposizione conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025, evitando così qualsiasi aumento del carico fiscale». [...]
RIFORMA DEL FISCO
MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE