1. ALL’ORIGINE DEL SILURAMENTO DEL RAMPANTE ANDREA GUERRA, UNA TIPICA DIMENTICANZA DOVUTA AD UN ATTACCO DI EGO-LATRIA: SCORDARE DI ESSERE SOLO UN MANAGER, DI SICURO BRAVISSIMO MA APPUNTO SOLO UN DIRIGENTE; CREDERSI INVECE IL PADRONE E FARE SPALLUCCE AI VERI PROPRIETARI DELL’AZIENDA, LEONARDO DEL VECCHIO E IL FIGLIO CLAUDIO 2. ANZI, IL CASUS BELLI - MEGLIO: LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO (ALTRO SCONTRO FU I GOOGLE GLASS, OPERAZIONE CHE NON PASSO' SOTTO IL NASO DEI DEL VECCHIO) - NASCE DA CLAUDIO DEL VECCHIO, AZIONISTA E CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE DI LUXOTTICA, CHE AVEVA CHIESTO DI ASSUMERE IL FIGLIOLO COME DIRIGENTE, OTTENENDO DALL’AMMINISTRATORE ANDREA GUERRA PRIMA UN’ALZATA DI SPALLE, E POI UN RIFIUTO 3. PER GUERRA, CHE IN DIECI ANNI HA INTASCATO DA LUXOTTICA 65 MILIONI, IL FUTURO E’ IN POLITICA MAGARI NON SUBITO E MAGARI CON UN RUOLO NEL PROGETTO CUI STAREBBE LAVORANDO IL SUO AMICO, GOVERNATORE DELLA REGIONE LAZIO, NICOLA ZINGARETTI
1. DAGOREPORT
All’origine del siluramento del rampante Andrea Guerra, una tipica dimenticanza dovuta ad un attacco di ego-latria: scordare di essere un manager, bravissimo ma appunto un dirigente, credersi invece il padrone e fare spallucce al vero proprietario dell’azienda, Leonardo Del Vecchio.
Luca Gastaldi Claudio Del VEcchio
Anzi, il casus belli - meglio: la goccia che ha fatto traboccare il vaso (altro scontro fu l’operazione dei Google Glass che non passò sotto il naso di Del Vecchio) - nasce dal figlio di Leonardo, Claudio, azionista e consigliere di amministrazione di Luxottica, che aveva chiesto di assumere il figlio come dirigente, ottenendo da Guerra un’alzata di spalle. Claudio Del Vecchio è anche colui che ha rilanciato il marchio di abbigliamento Brooks Brothers.
2. PER IL MANAGER FUTURO IN POLITICA. CON UNA DOTE DI 65 MLN
Andrea Montanarfi per MF
Il patto di non concorrenza pluriennale di Andrea Guerra condizionerà evidentemente il futuro prossimo professionale del manager milanese 49enne. Che, c'è da scommetterci, non starà molto tempo con le mani in mano. Così c'è chi sostiene che possa prendere un volo per gli Stati Uniti per approdare in una grande conglomerata del retail o della grande distribuzione.
In effetti, come già evidenziato il 19 luglio scorso da MF-Milano Finanza, il suo nome erano finito sul tavolo dei cacciatori di teste che stanno sondando il mondo industriale a 360° alla ricerca del nuovo, possibile, capo del colosso Procter&Gamble, dove tra l'altro già spiccano in posizioni di primo piano alcuni manager italiani.
Ma le voci che ieri già circolavano nell'inner circle di Guerra, il quale si trova in vacanza all'estero e non intende commentare l'indiscrezione sull'uscita da Luxottica, indicano che la sua grande ambizione è un approdo in politica, come si può anche intuire dai toni e dai contenuti dei suoi tweet.
Già accostato, lo scorso febbraio, al governo Renzi per la poltrona di ministro dello Sviluppo Economico (una delle questioni contestate da Del Vecchio), il manager stavolta potrebbe davvero scendere in campo. Magari non subito e magari con un ruolo nel progetto cui all'interno del centrosinistra starebbe lavorando il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Guerra è giovane, è un nome nuovo per i palazzi romani e potrebbe anche impegnarsi finanziariamente a titolo personale nel progetto: nei dieci anni al vertice di Luxottica ha incassato stipendi per un totale di 29,6 milioni e lo scorso maggio ha esercitato tutte le stock option in suo possesso incassando 35 milioni di euro. Il decennio ad Agordo gli ha dunque fruttato una dote complessiva di 65 milioni di euro.
Francesco Rutelli Claudio Del Vecchio