I BRUTTI DATI ECONOMICI IN ARRIVO DAGLI USA AFFOSSANO PIAZZA AFFARI (-2,63%) E L’EUROPA – A TERRA LE BANCHE, SOPRATTUTTO IL BANCO POPOLARE (-7%) E BPER (-6,9%) – GIU’ ANCHE UNICREDIT (-3,9%) E INTESA (-2,89%)
Carlotta Scozzari per Dagospia
Le Borse europee archiviano un lunedì da dimenticare. A fornire agli operatori un pretesto per fare scattare copiose le vendite, che negli ultimi giorni sui mercati azionari vanno per la maggiore, è stato un dato macroeconomico in arrivo dagli Stati Uniti peggiore delle attese, che ha fotografato un settore manifatturiero in arretramento nel mese di gennaio.
Nel dettaglio, stando ai numeri forniti dall'Institute for supply management (Ism), l'indice a stelle e strisce per l'attività aziendale nazionale è sceso a 51,3 il mese scorso, al livello più basso dal maggio 2013, rispetto al 56,5 di dicembre rivisto. Così, a Piazza Affari, l'indice Ftse Mib è affondato del 2,63% chiudendo il lunedì a 18.907,16 punti, scendendo al di sotto della soglia critica dei 19mila punti.
In un listino principale interamente colorato di rosso, soltanto Snam è riuscita a salvarsi dalle vendite, con un leggero rialzo dello 0,25 per cento. La flessione maggiore è stata quella del Banco Popolare, che ha ceduto il 7% circa. Il mercato continua di fatto a penalizzare le azioni del gruppo guidato da Pier Francesco Saviotti dopo la notizia, giunta a sorpresa dieci giorni fa, dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi.
Tra le banche più vendute, si segnalano anche Bper (-6,91%) e Ubi (-5%), mentre Intesa ha registrato una flessione del 2,89 per cento. Secondo il "Financial Times", la banca guidata da Carlo Messina starebbe studiando una società interna al gruppo dove fare confluire crediti di difficile esigibilità per un valore lordo di circa 55 miliardi.
Proprio oggi, l'Unicredit (-3,94%) capitanata da Federico Ghizzoni ha annunciato di avere ceduto crediti in sofferenza per circa 700 milioni di euro (tra dicembre e gennaio ne aveva già venduti per quasi 2 miliardi) a un fondo gestito da Europea Anacap Financial Partners.
Tra le azioni oggi più penalizzate dalle vendite, da segnalare World Duty Free (-6,59%), la cui quota di controllo fa capo alla famiglia Benetton, colpita dalle perse di beneficio dopo il buon andamento di gennaio complice anche il taglio del giudizio da parte degli analisti di Citi.
CARLO MESSINA E FRANCESCO MICHELI ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013sito del financial times FAMIGLIA GHIZZONI