luigi di maio carige

I NOMI, I NOMI! (MA DE CHE) - DI MAIO ELENCA CHI AVREBBE PORTATO CARIGE AL DISSESTO, DAL SOLITO BELLAVISTA CALTAGIRONE AL FRATELLO DI SCAJOLA, PASSANDO PER IL PRODIANO REPETTO. CASUALMENTE DIMENTICA DI MENZIONARE GUIDO ALPA, IL SUPER-AVVOCATO MAESTRO DEL PREMIER CONTE E PER ANNI NEL CDA - LE RISPOSTE FURIOSE DEI MENZIONATI

  1. DI MAIO "FA I NOMI" DEL CASO CARIGE, MA SPARA A SALVE

Francesco Bonazzi per Alliance News

 

Mentre il governo ancora non sa che strada imboccare per Carige, fermata in Borsa A EUR0,0015 e commissariata dalla Bce, oggi Luigi Di Maio è andato alla Camera a rispondere sulle cause di una gestione ''scellerata'', come l'hanno definita i deputati di M5s. E ha fatto "i nomi dei politici" e degli imprenditori che avrebbero avuto credito facile. Solo che non ha preso la mira con grande precisione.

 

carige

Il vicepremier e responsabile del Mise ha affermato che la crisi della banca ligure è dovuta alla "gestione scellerata non solo per l'incompetenza dei manager, ma anche per le commistioni della politica". E ha definito lo scandalo della Carige "una piccola Mps", facendo fare un sussulto ai deputati del Pd, accusati da sempre di avere una sorta di protettorato su Siena.

 

Di Maio ha quindi citato Alessandro Scajola, fratello dell'ex ministro forzista Claudio, Luca Bonsignore, figlio di un potente ex eurodeputato Dc, Vito, oggi concessionario autostradale, Giovanni Marongiu, ex sottosegretario di Romano Prodi, e Alberto Repetto, ex parlamentare genovese dell'Ulivo. Tutte figure di secondo o terzo piano.

 

Per poi aggiungere: "Mi auguro che con la nuova Commissione d?inchiesta sulle banche venga avviata una seria inchiesta sul caso Carige". In realtà, già da mesi, anche in atti giudiziari sugli ex vertici, sono venuti fuori nomi di ben altro profilo, che Di Maio ha involontariamente "risparmiato", oggi, a Montecitorio.

 

luigi di maio pasquale tridico 1

Si va dagli armatori della Compagnia Messina, al patron del Genoa e di Giochi preziosi, Enrico Preziosi, ai quali Carige concedeva la possibilità di ''rientri graduali aspettando la ripresa'' e faceva sconti milionari. Molto esposto con Carige anche il gruppo Premuda, nel 2017 passato dalla famiglia Rosina a Pillarstone.

 

Assai indebitato con Carige, dai tempi di Gianni Berneschi, anche il gruppo Genova High Tech, costituita per l'operazione Erzelli ed esposta per EUR250 milioni.

 

Tra gli altri prestiti andati in sofferenza, come non ricordare gli EUR90 milioni concessi al gruppo savonese di produzione e distribuzione di frutta Orsero, le operazioni finite male con la banca vaticana dello Ior, con la benedizione della Curia genovese, i milioni prestati all'immobiliarista Andrea Nucera, a giudizio per bancarotta fraudolenta e a lungo latitante.

 

Quanto ai politici, Di Maio ha citato Alessandro Scajola e Alberto Repetto, ma i veri dominus della Carige erano, come si diceva a Genova, "i due Claudii", ovvero Claudio Scajola e Claudio Burlando.

 

 

  1. CARIGE:DI MAIO,SE STATO AIUTA SARÀ BANCA DEI CITTADINI

CARIGE

 (ANSA) - "Non so se interverremo ma se mettiamo dei soldi, la banca diventerà dei cittadini". Lo ha detto il vice premier Luigi Di Maio rispondendo ad una interrogazione su Carige in Parlamento. "In passato i soldi andavano solamente a coprire chi aveva creato il danno. Noi eviteremo che questo pesi sui lavoratori e i cittadini del territorio". "I risparmiatori non dovranno pagare le colpe dei manager - ha aggiunto - Ai responsabili chiederemo di restituire i mega-bonus visto il disastro che hanno creato".

 

 

Alessandro Fratello di Claudio Scajola vicepresidente di banca Carige con Maurizio Zoccarato sindaco di Sanremo

 

  1. CARIGE:PIRELLI,MAI DANNI A BANCA O RICEVUTO FAVORI POLITICI

 (ANSA) - Pirelli "non ha mai mancato di onorare i propri debiti e non ha quindi mai danneggiato alcuna banca, né ricevuto favori tantomeno di natura politica". Lo ribadisce il gruppo alla luce delle dichiarazioni del vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, che collega Pirelli ad aziende che sarebbero responsabili di alcune sofferenze di Banca Carige. Per quanto riguarda Prelios, anch'essa citata nell'intervento di Di Maio alla Camera, "si ricorda che dall'ottobre del 2010 non è controllata da Pirelli e che oggi Pirelli non è più azionista della stessa. A quanto risulta, Prelios aveva ricevuto un finanziamento da un pool di banche tra cui Carige, ottenendo nel tempo un normale prolungamento della linea di credito".

 

  1. CARIGE:BELLAVISTA CALTAGIRONE, MERITEREI LE SCUSE DI DI MAIO

 (ANSA) - "Dopo che lo Stato italiano, in seguito a un'iniziativa della magistratura che si è poi rivelata improvvida, ha distrutto una realtà economicamente solida come il gruppo Acqua Marcia, meriterei se non le scuse almeno un atteggiamento più consono da parte del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che oggi cita me e il mio gruppo nell'ambito del fallimento di Banca Carige". E' quanto dichiara in una nota l'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone.

 

carige

"Vorrei ricordare al ministro - prosegue - che quando il gruppo Acqua Marcia chiese e ottenne i prestiti dalle banche si trovava in uno stato di assoluta solidità finanziaria, tanto da poter fornire le adeguate garanzie. Il gruppo, che all'epoca dava lavoro direttamente a circa 2.500 persone e indirettamente a 10.000 persone, è andato in crisi, e poi in concordato preventivo, in conseguenza dell'inchiesta dei pm sul Porto di Imperia, in conclusione della quale sono stato assolto in via definitiva in tutti e cinque i procedimenti. Ci rendiamo conto che il ministro, in mezzo a tutti i problemi che può avere, non sia stato informato correttamente, ma adesso che invece lo è, e può verificare ciò che affermiamo, ci aspettiamo quantomeno che prenda atto della realtà".

 

  1. CARIGE: ALESSANDRO SCAJOLA,È FALSA IDEA COMMISTIONE POLITICA

 (ANSA) - "Credo di aver sempre agito in maniera onesta, pulita e compente e la commistione con la politica mi sembra assolutamente falsa". Lo ha detto all'ANSA l'ex parlamentare e consigliere di amministrazione di Banca Carige, Alessandro Scajola, interpellato sulle parole del vice premier Luigi Di Maio, che ha legato la crisi Carige a "commistioni della politica" citando "dietro la cortina dei nomi" - tra gli altri - anche quello di Alessandro Scajola, fratello dell'ex ministro.

francesco bellavista caltagirone

 

"Non c'è nulla di falso in ciò che ha detto Di Maio e non mi sento accusato né offeso - aggiunge -. Nulla di sbagliato, tranne il nome di Repetto che è Alessandro e non Alberto. Per il resto devo dire, che il suo resta un elenco parziale, perché quando si parla di un cda i nomi bisogna citarli tutti, e non solo una parte". "Nel citare solo quattro consiglieri del cda sui quindici - aggiunge Scajola - forse ha inteso puntare l'attenzione su quelli che avevano legami con la politica, ma allora ne ha dimenticati altri".

 

Scajola spiega che quanto prevedeva lo statuto di Banca Carige era il risultato "di ciò che avevamo ottenuto negli anni Settanta, battendoci come provincia di Imperia ovvero l'assegnazione di quattro posti del cda alla nostra provincia: tre nominati dalla amministrazione provinciale e uno dalla Camera di Commercio". E aggiunge: "La Camera di Commercio nominò il suo presidente che era Gianni Cozzi, successivamente eletto consigliere regionale. Visto che la Regione utilizzava la Carige come tesoreria e c'era una incompatibilità, Cozzi dovette dare le dimissioni e rinunciare alla sua presenza nel cda di Banca Carige".

SCAJOLA CON BELLAVISTA CALTAGIRONE TAGLIA IL NASTRO ALLAVVIO DEL CANTIERE DEL PORTO

 

Siamo nel 1992, ricorda: "Come sempre c'era un gran movimento e il Consiglio camerale decise di effettuare una scelta tecnica, mettendoci il segretario generale della Camera di Commercio, nella mia persona". Scajola, dunque, dichiara di aver sempre cercato di comportarsi al meglio, mettendo a disposizione la propria esperienza di parlamentare, con vari passaggi dal cda della Fondazione a quello della banca. Nel ribattere alcune delle affermazioni del vice premier Di Maio, in merito alle "operazioni temerarie", Scajola precisa: "Ricordo che il Consiglio dava mandato a uffici e dirigenti di procedere alle varie operazioni e nulla avveniva senza autorizzazione preventiva e successiva della Banca d'Italia. Tutto ciò che si faceva era regolarmente acconsentito e approvato dalla Banca d'Italia. Nessuna operazione azzardata".

 

ALESSANDRO REPETTO

Sul contestato finanziamento di 35 milioni alla società Acqua Marcia del Gruppo Caltagirone, in merito alla realizzazione del Porto turistico di Imperia, afferma Scajola: "Non vorrei ricordare male, ma il finanziamento venne dato a una associazione temporanea di banche, una decina o forse qualcuna di meno, con a capo l'Unicredit che ci chiese di aderire. E noi abbiamo aderito, perché sarebbe stato assurdo non farlo". Sulle richieste di finanziamento, avverte infine: "Ogni volta che si apriva un finanziamento, si chiedevano sempre garanzie ipotecarie. Il problema, forse, è nato con lo scossone all'economia, nel 2008, con gli immobili ipotecati che magari avevano perso parte del valore originario. Un fattore quest'ultimo che può avere creato ripercussioni su tutte le banche".

 

  1. CARIGE: REPETTO A DI MAIO, HO CONTRIBUITO A CADUTA BERNESCHI

 (ANSA) - "Di Maio ha scelto anche i tempi sbagliati. Neanche a farlo apposta è del 30 gennaio il decreto di archiviazione della procura di Roma (nell'inchiesta di Bankitalia da cui scaturì la maxi inchiesta sul caso Carige, ndr) per me e altri sei ex consiglieri di Banca Carige dove si riconosce che grazie ai miei interventi in cda, al fatto di avere votato contro le constatazioni di risposta alla Banca d'Italia e di avere presentato le dimissioni, si erano determinate le dimissioni dell'intero consiglio di Carige e dell'ex presidente Giovanni Berneschi":

BANCA CARIGE

 

Così Alessandro Repetto, già deputato dell'Ulivo, ex presidente della Provincia ed ex consigliere Carige, replica parlando con l'ANSA alla chiamata in causa del vicepremier Di Maio che ha fatto il suo nome sulla crisi della Carige. Repetto rivendica di non far parte di 'commistioni', di essersi opposto alla gestione dell'allora padre-padrone della banca Berneschi e di aver contribuito alla caduta di quel cda, consentendo l'emersione dei fatti, con l'ispezione Bankitalia che ha portato all'inchiesta e all'arresto di Berneschi.

 

"Quando ero presidente della Provincia - ricorda poi Repetto - sono stato l'unico che si mise contro nella vicenda delle assicurazioni e nel 1994 diedi le dimissioni da direttore, unico dirigente nella storia della banca, perché non ero d'accordo con lui". Tornando al decreto di archiviazione per Repetto e altri sei ex consiglieri Carige, riguarda il procedimento per ostacolo alla vigilanza nell'inchiesta della Banca d'Italia che diede il via all'inchiesta che portò all'arresto di Berneschi. In sostanza, si dice, i consiglieri hanno assunto posizioni critiche rispetto alla gestione Berneschi e hanno pesato le loro dimissioni nell'agosto 2013.

Giovanni Berneschi

 

"C'è un po' di amarezza per essere stato citato da Di Maio, ma compensata dalla soddisfazione che il gip abbia riconosciuto la mia posizione, insieme a quella degli altri 6 consiglieri, che ha determinato l'emersione di quello che è venuto fuori dopo" dice Repetto che sta vagliando anche la possibilità di querelare Di Maio. "Valuterò con qualche penalista, ma la mia intenzione è non fare da grancassa a un personaggio che, al di là dell'aspetto politico, non stimo come competenza".

 

  1. CARIGE: MULÉ (FI), DI MAIO 'DIMENTICA' ALPA

antonino monteleone guido alpa le iene

 (ANSA) - "Come mai Di Maio 'dimentica' Alpa, maestro di Conte?". La domanda è del parlamentare Giorgio Mulè (Forza Italia), che interviene sul caso Carige e le dichiarazioni del vice premier Luigi Di Maio, che ha parlato di commistioni con la politica dietro il declino della banca. "Forse è necessario fornire al vicepremier Luigi Di Maio un pò di integratori di memoria su Carige - aggiunge -. È molto strano, infatti, che nell'elenco dei presunti 'cattivi' snocciolato oggi, il capo politico grillino abbia omesso di citare, o espunto, chissà, il professor Guido Alpa, 'maestro' indiscusso del premier Giuseppe Conte".

 

guido alpa

Prosegue Mulè: "La storia di Alpa è legata a doppio filo con Carige: inizia infatti con il ruolo di amministratore nel lontano 1997. Se, come sostiene Di Maio, 'la vecchia politica e le banche sono sempre andate a braccetto e Banca Carige non fa eccezione', al punto da essere 'il segreto di pulcinella' a chi rispondeva il 'maestro' del premier Conte? Spieghi Di Maio questa amnesia o lo faccia Conte stesso, visti i rapporti strettissimi che lo legano al professor Alpa".

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