I POTERI STORTI MENEGHINI CHE AVEVANO SCOMMESSO SULLA VITTORIA IN LOMBARDIA DEL PD ORA TREMANO DI FRONTE AL RICICCIO-IMU DEL BANANA – GRAN ATTOVAGLIMENTO IN CASA DEL COMPAGNO FINANZIERE FRANCESCO MICHELI PER TIFARE AMBROSOLI - CI SONO TUTTI: DA TRONCHETTI A PAOLUCCI (EX PRESIDENTE MICROSOFT ITALIA), DA SALVEMINI (TELECOM) AD ANDREA COLOMBO (PRESIDENTE ENEL) - IL FIGLIO DELL’EROE BORGHESE RIESCE A SMOSCIARE ANCHE I SUOI: “MARONI È PIÙ FAMOSO DI ME, IL MIO NOME È CONOSCIUTO PER VIA DELLE CARAMELLE AL MIELE”…

Silvia Truzzi per il "Fatto quotidiano"

Non fosse che è diventata inutilizzabile, l'espressione "cena elegante" sarebbe perfetta per raccontare questa serata, assolutamente milanese e decisamente elegante, tra quadri di De Chirico, Fontana, un paio di Picasso, un Guido Reni. Guest star: Umberto Ambrosoli, candidato presidente del centrosinistra alla Regione Lombardia, diviso tra parrocchie, mercati rionali, incontri con Susanna Camusso e videoforum su Repubblica.it  .

Lo scenario è la casa (dietro il Castello sforzesco) di Francesco Micheli, finanziere amico di tanti - da Ligresti a Ermolli - melomane, mecenate, presidente di MiTo, uno che ha guadagnato moltissimo con speculazioni spregiudicate, attraversando delicate operazioni finanziarie con molto tempismo: fu tra i primi a sfilarsi dall'affaire Antonveneta nel 2005, così come lasciò la sua creatura, Fastweb, nel 2003, ben prima che scoppiasse nel lo scandalo della truffa sull'Iva che inguaiò Scaglia.

Quando, nel mezzo della campagna per le primarie, Renzi venne a Milano al famoso incontro con i finanzieri, in sala c'era anche lui ("indeciso tra il sindaco e Bersani"). Di queste cene "per fare quattro chiacchiere" (dall'invito) Micheli ne ha organizzate anche per Bruno Tabacci, Giuliano Pisapia e Letizia Moratti (durante la campagna elettorale in cui erano avversari!).

Non raccolta fondi, si precisa, anche se a un certo punto risuona, tra le ovattate stanze che accolgono i commensali, un numero di Iban: si sa, le campagne elettorali costano. E i presenti non sono proprio indigenti: Marco Tronchetti Provera (il presidente di Pirelli, recentemente rinviato a giudizio per ricettazione nel caso Kroll), Umberto Paolucci (ex presidente di Microsoft Italia), Ernesto Gismondi (patron di Artemide), Carlotta De Bevilacqua, Paolo Basilico (presidente di Kairos), Severino Salvemini (bocconiano, presidente di Telecom Italia Media), Luca Garavoglia (presidente di Campari), Paolo Andrea Colombo (presidente di Enel), Antonella Camerana, Chicca Olivetti, Chiara Bazoli(figlia di Giovanni).

Qualche giornalista (il direttore di A Maria Latella, Natalia Aspesi, il responsabile del Domenicale del Sole 24 ore Armando Massarenti, Dario Di Vico, Lina Sotis, Giancarlo Bosetti, Michele Serra con Giovanna Zucconi), molti professionisti (gli avvocati Cesare Rimini e Alberto Moro Visconti, l'ortopedico Alex Castagna), il compositore Filippo del Corno e il fotografo Roberto Koch. I convitati, oltre 120 alla fine, arrivano alla spicciolata, i saloni si riempiono in fretta: siamo a Milano, la puntualità è d'obbligo.

Mentre uno stuolo di camerieri in divisa versa il vino, Ambrosoli prende la parola e critica lo slogan dell'avversario Maroni (che ieri ha incassato anche una diffida dal Corriere per aver utilizzato impropriamente il logo del quotidiano nei suoi manifesti): "La trattenuta del 75% delle tasse non è fattibile senza il consenso delle altre Regioni, che si sono già espresse in senso contrario".

Il discorso - intanto è il turno di un risotto con la zucca - tocca più punti: dal ruolo delle donne alla sanità, dall'europeismo alle macro-regioni che tanto piacciono alla Lega ma "sono solo un nuovo modello di secessionismo". L'avvocato inciampa sulla notorietà: "Maroni è più famoso di me, il mio nome è conosciuto per via delle caramelle al miele". Se è vero che l'ex ministro dell'Interno è (ed è stato) sempre in televisione, il paragone con le caramelle, il figlio dell'Eroe borghese proprio non lo può fare.

Ambrosoli, in filodiffusione, argomenta. Troppo, almeno secondo Lella Costa, che a un certo punto interviene: "Lo so che sei un avvocato, che sei scrupoloso. Non argomentare così tanto, ti prego. La gente ha bisogno di messaggi semplici. E dobbiamo vincere". Applausi. Un Piergaetano furens (così definisce il padrone di casa il presidente della Fondazione Corriere della Sera, Marchetti) ci va giù pensate contro il clientelismo ciellino: "Ma li avete visti certi dirigenti della sanità?".

Spin doctor anche lui: "State facendo una campagna elettorale alla Pisapia, dovete aprirvi di più". Chi sono gli avversari, lo ricorda l'editore Stefano Mauri: "Nel ‘96 feci causa al Comune di Milano perché non veniva garantito a mio figlio disabile l'accesso all'asilo. Questi sono i leghisti". La cena finisce, in un trionfo di strette di mano, la direttrice del Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah, dà pubblica lettura dell'Iban per sostenere il candidato. Parola d'ordine: farcela. Sulla porta, invano, si chiedono pronostici a Renato Mannheimer, "chi vince professore?": "Ah no, questo proprio non lo so dire".

 

UMBERTO AMBROSOLIumberto ambrosoli - Valerio Lo MauroFRANCESCO MICHELI DI BIIS BANCA INTESABRUNO TABACCI jpegGIULIANO PISAPIA TRONCHETTI PROVERA MARIA LATELLA

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