GRILLINI SPACCA PIDDINI (SALUTAME RENZI!) - I SENATORI CINQUESTELLE PRONTI A SOSTENERE “CON QUALCHE MODIFICA” IL TESTO DI VANNINO CHITI SULLA RIFORMA DI PALAZZO MADAMA - ANCHE IN FORZA ITALIA AUMENTANO QUELLI CHE VOGLIONO IL SENATO ELETTIVO

R.R. per ‘Il Corriere della Sera'

È battaglia sempre più dura sulla riforma del Senato, che ieri è tornata in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama e sulla quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi continua a volere il primo sì entro le prossime Europee: «Mi ci gioco la faccia. Alcuni senatori sono alla ricerca della visibilità, è comprensibile ma la politica è un'altra cosa».

Rispondendo picche al ministro Maria Elena Boschi, Vannino Chiti non ha ritirato il proprio disegno di legge, che prevede fra l'altro l'elezione diretta dei senatori: «Servono equilibri fra le istituzioni e i poteri - ha spiegato il senatore del Pd -. Non si può avere per la Camera una legge ipermaggioritaria come è l'Italicum, competenze centralizzate, come nella proposta del governo del nuovo Titolo V, e indebolire le funzioni di garanzia del Senato. Si rischia di impoverire la nostra democrazia».

E ora la proposta di Chiti trova anche il favore del Movimento 5 Stelle: «Con una serie di miglioramenti, siamo pronti a sostenerlo», ha reso noto il capogruppo a Palazzo Madama, Maurizio Buccarella. Chiedendo però modifiche consistenti come «referendum propositivi senza quorum e l'istituto del recall, cioè la possibilità che gli elettori di un collegio sostituiscano un parlamentare in corso di legislatura, come avviene in California e altri stati Usa».

Mentre Renzi dichiara di non rinunciare a paletti come Senato non elettivo, niente voto sul Bilancio, niente indennità, oltre a quello di Chiti altri 48 dei 52 disegni di legge presentati prevedono invece almeno l'elezione diretta dei futuri senatori. Su questo tema si è formato così un asse trasversale che va da Forza Italia (dove Lucio Malan ricorre a una nota citazione fantozziana per far sapere che non voterà il testo del governo) a Sel, e passando anche per alcuni componenti di Scelta civica. E anche il Nuovo centrodestra si associa:

«Avevamo presentato un ddl precedente a quello dell'esecutivo in cui si superava l'attuale bicameralismo perfetto pur mantenendo un Senato elettivo», è la dichiarazione di Andrea Augello. Non che ci siano «fronde», ha aggiunto, però «secondo noi ci sono gli spazi per un miglioramento del testo». E alcuni senatori di FI starebbe facendo pressioni per un nuovo incontro chiarificatore Berlusconi-Renzi.

Inoltre, stando a quanto affermato dal relatore di minoranza Roberto Calderoli (Lega Nord), ieri in Commissione l'unico intervento a sostegno del testo governativo sarebbe stato quello di Isabella De Monte, pd di fede renziana. Mentre, sempre dal Pd, Miguel Gotor è intervenuto dicendo che «l'esecutivo avrebbe fatto meglio a non porre questo paletto come condizione non negoziabile, per di più legandola alla presunta gratuità del Senato. Tanto più che sarebbe difficile spiegare all'opinione pubblica il fallimento dell'intero processo di riforma con l'argomento che non si è voluto un Senato elettivo, ossia che non si è voluto dare la parola al popolo...

Anche se si mantenesse l'elezione diretta dei senatori, potrebbero essere garantiti i medesimi obiettivi di risparmio». E la presidente della commissione, Anna Finocchiaro (ancora Pd), prevedendo la definizione di un testo base per la prossima settimana, ha lanciato un appello: «La discussione è ricca e approfondita. Stressare i nostri lavori oggi con tensioni su tempi o modalità della discussione non mi sembra utile».

 

 

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