expo albero della vita

L’ALTRA FACCIA DI EXPO – CALATO IL SIPARIO SI APRE UNA VORAGINE: CHE FARE DEI TERRENI DELL’ESPOSIZIONE? – SONO 100 ETTARI E PER COMPRARLI REGIONE, COMUNE ED ENTE FIERA HANNO SPESO 150 MILIONI, INDEBITANDOSI FINO AL COLLO

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

expo milano fileexpo milano file

Per come era messa la situazione alla vigilia, con i cantieri ancora aperti e l’esplosione di “appaltopoli”, alla fine non è stata una catastrofe. Soprattutto se si segue l’entusiasmo con cui in questi giorni viene salutato il superamento dei 20 milioni di visitatori. Ma Expo adesso rischia di avere un’appendice alquanto oscura. Il tema è quello della sorte dei 100 ettari di terreni su cui si è svolta la manifestazione. Un punto su cui è ancora buio pesto. E anche il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ieri ha detto che il rischio “più preoccupante” per quanto riguarda il dopo Expo “è l’idea che possa essere lasciata una cattedrale nel deserto.

RENZI EXPORENZI EXPO

 

La società proprietaria dei terreni si chiama Arexpo e i suoi soci più importanti sono la Regione Lombardia di Roberto Maroni (34,67%), il Comune di Milano di Giuliano Pisapia (34,67%) e la Fondazione Fiera di Milano (27,66%). Ma Regione e Comune, in compagnia del ministero del Tesoro, sono anche azionisti della società “gemella” di Arexpo, ovvero quella Expo 2015 Spa che ha avuto sinora in carico la gestione dell’evento.

 

EXPO ALBERO DELLA VITAEXPO ALBERO DELLA VITA

Quando le luci si saranno spente, in campo rimarrà Arexpo, che finora ha tentato invano di vendere i terreni. Cessione che servirebbe come il pane per restituire soldi agli azionisti e alle banche. Il caos, però, sembra regnare sovrano. Nella seconda metà del 2014 Arexpo ha provato a lanciare una procedura d’alienazione con base d’asta fissata in 315 milioni di euro. Ma la cifra, nonostante fosse inferiore a una forchetta di valore che nel 2011 l’Agenzia del Territorio aveva fissato tra i 346 e i 366,5 milioni di euro, è stata giudicata dal mercato spropositata.

 

pisapiapisapia

E così la procedura si è rivelata un flop, causato anche dalla previsione di adibire a verde pubblico 44 ettari. La storia dei terreni è nata male ed è proseguita peggio. Arexpo, costituita nel 2011, li aveva acquistati dal gruppo Cabassi e della stessa Fondazione Fiera (sua azionista) per 150 milioni. Naturalmente con tutti i lavori effettuati per l’Expo il valore delle aree è aumentato. Ma gli azionisti di Arexpo non sono riusciti a mettere a segno la tanto sperata plusvalenza. E questo è un danno non da poco, perché per rilevare i 100 ettari, all’epoca Arexpo è ricorsa a vari finanziamenti.

 

Il primo, per 80 milioni, erogato dalla Finlombarda, la finanziaria di quella Regione Lombardia azionista allo stesso tempo di Arexpo ed Expo 2015. Il tema dei finanziamenti è spinoso. Nel 2013 la medesima Arexpo, dopo apposita gara, ha individuato un pool di banche per farsi erogare un finanziamento di 160 milioni di euro. A capo degli istituti di credito c’era Intesa Sanpaolo, vero deus ex machina finanziario della kermesse. Parte di questa cifra, per la precisione 80 milioni, sono serviti a rimborsare il prestito della Finlombarda.

 

moretti, scola e maronimoretti, scola e maroni

Ma nella pancia di Arexpo continuano a rimanere debiti, in parte nei confronti delle banche, in parte nei confronti dell’unico socio privato, la Fondazione Fiera. Nei mesi scorsi, addirittura, è finita in malo modo anche la consulenza che Arexpo aveva attivato con Arcotecnica e F&M Ingegneria per un piano di valorizzazione delle aree in vista della loro cessione.

 

Qualche tempo fa, poi, è emersa un’ipotesi che ancora adesso fa discutere. Potrebbe essere proprio lo Stato italiano, magari tramite il Tesoro, a rilevare una quota di Arexpo, in particolare il 27,66% ora in mano alla Fondazione Fiera. Quest’ultima si aspetterebbe un incasso intorno ai 65-70 milioni di euro, che se non altro servirebbero a liquidare un socio che batte cassa.

 

padiglione russia expo 2015padiglione russia expo 2015

In tutto questo non si sa ancora che fare di questi 100 ettari. L’ipotesi prevalente è quella di una Cittadella universitaria, ma l’ultima parola non è detta. Mentre potrebbero essere i soliti contribuenti a coprire i buchi della società proprietaria dei terreni.

salasala

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...