olaf scholz volkswagen

L’AUSTERITÀ HA UCCISO L’INDUSTRIA TEDESCA – IL SINDACATO IG METALL, CHE HA CONVOCATO DA OGGI UNO SCIOPERO A OLTRANZA PER IL PIANO LACRIME E SANGUE DI VOLKSWAGEN (TRENTAMILA ESUBERI, TAGLI ALLO STIPENDIO, TRE STABILIMENTI CHIUSI), CHIEDE AL GOVERNO TEDESCO DI SOSPENDERE LA REGOLA DEL FRENO AL DEBITO – CHE LIMITA L'INDEBITAMENTO PUBBLICO ALLO 0,35% SUL PIL - E DOTARSI DI UN FONDO PER GLI INVESTIMENTI, IN MODO DA SOSTENERE L'INDUSTRIA DELL'AUTO, COSÌ COME ACCADE IN CINA. MA A BERLINO NON CI VOGLIONO SENTIRE, ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI ANTICIPATE…

Estratto dell’articolo di Uski Audino per “La Stampa”

 

Volkswagen crisi

Tagli salariali, riduzione del personale e chiusura degli stabilimenti: è questo ad agitare come mai in passato il sindacato del più noto marchio dell'auto tedesca, Volkswagen. A partire da oggi «tutti gli stabilimenti inizieranno uno sciopero. Quanto a lungo e con quale intensità, dipende da cosa deciderà Volkswagen al tavolo delle trattative» ha fatto sapere ieri sera Thorsten Gröger, colui che si occupa dei negoziati con VW per conto di IG Metall, il più grande sindacato dei lavoratori del settore metalmeccanico, con oltre due milioni e seicentomila iscritti.

 

scholz lindner

«Se necessario, questo sarà il conflitto sindacale più duro che Volkswagen abbia mai visto» ha sottolineato Gröger. A partire da oggi termina il periodo di pace sindacale, ovvero il momento durante il quale è sospesa l'astensione dal lavoro per garantire lo svolgimento delle trattative tra le parti sociali. Finora sono andate in scena tre sessioni negoziali, tutte finite in un buco nell'acqua. Il prossimo round si terrà a breve, il 9 dicembre, ed è chiara l'intenzione di IG Metall di fare sentire all'azienda il peso di un eventuale mancato accordo.

 

Ma se gli effetti dello sciopero saranno tutti da valutare, il suo annuncio non ha colto di sorpresa la Germania. Già a metà settembre indiscrezioni trapelate sulla stampa avevano diffuso le intenzioni del management tedesco di ridurre di circa un quarto il personale totale in Volkswagen: trentamila posti di lavoro su un totale di centoventimila.

Thomas Schaefer - ceo Volkswagen

 

A fine settembre altri rumors hanno raggiunto le orecchie dei lavoratori tedeschi alla vigilia dei round negoziali. Nella cosiddetta "lista dei veleni" - ovvero le misure di risparmio proposte dalla dirigenza per un totale compreso tra i tre e i quattro miliardi – è comparsa la richiesta di una riduzione in media del 10% dei compensi dei dipendenti, la possibilità di riduzione del personale a partire dal 2025, la sospensione dei bonus legati alla produzione e la notizia più ferale di tutte: la chiusura di almeno tre stabilimenti in Germania.

 

volkswagen

Nessuna di queste richieste è stata ancora assunta come decisione, ma il quadro al tavolo dei negoziati si presenta così. Dal management la spiegazione che arriva, ripetuta con pochissime variazioni, è sempre la stessa: «Le nostre capacità produttive in Europa sono troppo elevate. Sono state pianificate per un mercato di circa 16 milioni di veicoli all'anno, ma ora il mercato automobilistico si è ridotto a 14 milioni» ha detto l'amministratore delegato del marchio VW Thomas Schäfer in un'intervista a Welt am Sonntag domenica scorsa.

 

«Ciò significa che a VW mancano all'appello 500.000 auto all'anno, una quota di mercato di circa il 25 percento» ha proseguito il manager. Il sindacato due settimane fa ha replicato con una controproposta. Offre di congelare l'aumento salariale del 7% originalmente richiesto in un Fondo per il futuro. «La nostra proposta, che sospende in via temporanea gli aumenti, permette all'azienda di recuperare subito 1,5 miliardi», spiega a La Stampa Stephan Soldanski, sindacalista di IG Metall.

 

In cambio si chiede a Volkswagen di rinunciare alla chiusura degli stabilimenti e ai licenziamenti per motivi aziendali.

tagli alla volkswagen

Nel piano per il futuro, inoltre, IG Metall chiede al governo di sospendere la regola del freno al debito – che limita l'indebitamento pubblico allo 0,35% sul Pil - e dotarsi di un fondo per gli investimenti, in modo da sostenere l'industria dell'auto, così come accade in Cina. Ma se il governo di Berlino, con le probabili elezioni federali alle porte il 23 febbraio prossimo, non è in grado di rispondere alle richieste, la dirigenza di Volkswagen può farlo e lo ha fatto. E la risposta non è stata positiva. «Un risparmio duraturo di 1,5 miliardi non è riscontrabile secondo la nostra attenta analisi», ha scritto l'azienda in una nota. «Dobbiamo diminuire le nostre capacità e adeguarci alle nuove realtà» ha dichiarato l'amministratore delegato del marchio VW, e per questo non c'è modo di evitare la chiusura delle fabbriche. La parola ora passa alla piazza.

volkswagen scholz lindnercrisi Volkswagen volkswagen 1volkswagen 2volkswagen 3Volkswagen Thomas Schaefer - ceo Volkswagentagli alla volkswagen

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…