CHE STRESS, MI GIRA LA TEST - ALTRO CHE VITTORIA DI RENZI: LA TRATTATIVA CON LA UE SULLE BANCHE CONTINUA, L’OBIETTIVO DEL CAZZONE E’ OTTENERE L’OK ALLA CAPITALIZZAZIONE STATALE DELLE PIU’ DEBOLI - ISTITUTI COME MPS POTREBBERO USCIRE A PEZZI DALLO STRESS TEST DEL 1 AGOSTO

Da “Ilfattoquotidiano.it

 

LE BANCHE DI RENZI index LE BANCHE DI RENZI index

La trattativa è tutt’altro che finita. Matteo Renzi “ha bisogno di un piano per le banche che funzioni”. Il tempo stringe e il premier ”non ha il lusso di varie opzioni né quello di poter procrastinare”. Così scriveva giovedì sera il Financial Times, a poche ore dalla notizia – in apparenza una vittoria per il governo – che la Commissione Ue ha dato il via libera alla concessione, in caso di necessità, di una garanzia pubblica per facilitare il rifinanziamento degli istituti in caso di carenza di liquidità.

 

Un’apertura che in realtà da un lato conferma che il sistema creditizio italiano è in grave difficoltà, dall’altro lascia totalmente irrisolto il problema di fondo: la capitalizzazione delle banche più deboli.

 

renzi junckerrenzi juncker

Secondo il quotidiano finanziario della City, il premier dovrebbe a questo punto, nonostante le “comprensibili preoccupazioni per i piccoli investitori”, “stringere i denti e andare avanti con le risoluzioni (la procedura prevista dalla direttiva sul bail in, ndr) che sono necessarie, prendendo iniziative per proteggere i vulnerabili”.

 

Ad esempio “compensando i piccoli obbligazionisti delle perdite legate al bail in”. E in questo modo “bilanciare le esigenze del sistema finanziario senza distruggere la popolarità del suo partito prima di un referendum cruciale” Quanto ai partner europei, “dovrebbero mostrare un po’ di comprensione” in quanto “le conseguenze di una mancanza di azione potrebbero essere molto sgradevoli”.

 

renzi juncker 6renzi juncker 6

Che lo schema di sostegno alla liquidità autorizzato da Bruxelles alla luce del rischio di “gravi perturbazioni dell’economia” causate dalla Brexit non abbia nulla a che fare con la possibilità di ricapitalizzare le banche con soldi pubblici è stato evidente fin da subito, visto che la garanzia potrà essere concessa solo alle banche solventi e solo, appunto, in sede di rifinanziamento attraverso l’emissione di obbligazioni.

 

Venerdì lo ha confermato ufficialmente Ricardo Cardoso, portavoce della Commissione europea per la Concorrenza, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “Non c’è alcun legame” tra il meccanismo “che fondamentalmente permette alle banche di chiedere garanzie statali a fronte di bisogni di liquidità e un’eventuale ricapitalizzazione delle banche, che riguarda il capitale. Sono due argomenti completamente separati“, ha chiuso.

 

padoan mps titoli di statopadoan mps titoli di stato

Il governo, stando a indiscrezioni, sta dunque continuando a trattare per provare a ottenere quel che la Ue continua a non voler concedere. Cioè la possibilità per lo Stato di entrare in prima persona nella ricapitalizzazione delle banche. Il perché è piuttosto chiaro se si guarda alle quotazioni di alcuni degli istituti in maggiore difficoltà.

 

Basti pensare che il Monte dei Paschi di Siena, che un anno fa ha mandato in porto un aumento di capitale da 3 miliardi, ne vale oggi poco più di 1,1. Negli ultimi sei mesi il titolo ha perso il 68% del suo valore: oggi è scambiato a 0,38 euro. La quota del Tesoro, azionista con il 4%, vale poco più di 40 milioni contro i 240 del luglio 2015.

 

mps titoli di stato 4mps titoli di stato 4

Il timore è che quando, tra esattamente un mese, l’1 agosto, la Bce renderà noti i risultati dei nuovi stress test su 53 istituti europei tra cui Mps, Unicredit, Intesa, Ubi e Banco Popolare, per l’istituto senese arrivi un’altra bocciatura sul fronte dei requisiti di capitale. Quanto al gruppo di Piazza Gae Aulenti, che giovedì ha designato Jean-Pierre Mustier come nuovo amministratore delegato, da inizio anno ha accumulato perdite del 70%. Il valore delle azioni ha sfondato al ribasso quota 2 euro, un minimo storico. E l’istituto ha bisogno di un aumento di capitale da almeno 5 miliardi.

 

E’ in questo quadro che si inserisce la richiesta di un’altra deroga da poter attivare per entrare all’occorrenza nel capitale delle banche in crisi. In linea teorica, il Trattato Ue prevede che i governi possano decidere all’unanimità di considerare l’aiuto di Stato compatibile con la legislazione europea “quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione”.

mps titoli di stato 3mps titoli di stato 3

 

Ad oggi la Commissione non ha però riconosciuto queste circostanze eccezionali. L’alternativa è quella ventilata dal Financial Times: procedere con il bail in delle banche troppo deboli. “Forzare le istituzioni solvibili a salvare le altre espandendo il fondo Atlante non rafforzerà il sistema”, è il verdetto del quotidiano.

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...