DI MAIO NON FA L’INDIANO - LUIGINO AVVIA LA PROCEDURA PER ANNULLARE LA GARA CHE HA ASSEGNATO L’ILVA AL GRUPPO FRANCO-INDIANO MITTAL - IL COLOSSO HA RESO NOTO DI ESSERE DISPONIBILE A MIGLIORARE L’OFFERTA SU LAVORO E AMBIENTE - CALENDA FURIOSO: “E’ SURREALE” - SUL PIEDE DI GUERRA IL SINDACATO FIM CISL: “E’ UNA VERA PAGLIACCIATA”
Paolo Baroni per “la Stampa”
Di Maio ha deciso: dopo le verifiche interne sul dossier Ilva ed il parere fornito dall' Anac, ci sono tutti "i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all' eventuale annullamento in autotutela" del decreto del giugno 2017 che ha assegnato l' Ilva al colosso ArcelorMittal. "È un procedimento disciplinato per legge - afferma una nota del ministro dello Sviluppo diffusa ieri a tarda sera - che durerà 30 giorni. Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse".
«E' surreale - commenta a caldo l' ex ministro Carlo Calenda - che Di Maio annunci una decisone del genere nel momento in cui, grazie al lavoro dei tre commissari ed alla disponibilità dei compratori, si è giunti a migliorare ulteriormente l' offerta. Spero che il termine «eventuale» significhi che non si ha davvero intenzione di revocare il contatto, questo nell' interesse dei lavoratori e delle bonifiche ambientali che invece devono procedere spedite». Immediata e tagliente anche la reazione a caldo del segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli: «E' una vera pagliacciata. In questo modo il ministro si assicura solo la possibilità di fare le vacanze tranquillo sulla pelle dei lavoratori di Ilva e della città di Taranto».
MIGLIORARE L' OFFERTA
PROTESTA DEGLI OPERAI DELL ILVA
Proprio ieri ArcelorMittal aveva reso noto di essere disponibile a migliorare l' offerta per rilevare l' Ilva comunicando ai tre commissari dell' Ilva (Gnudi, Laghi e Carruba) «di accettare tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo al contratto di affitto e acquisto firmato nel giugno 2017», nella convinzione «che questi impegni aggiuntivi evidenzino al governo e agli altri stakeholder il suo pieno impegno per una gestione responsabile di Ilva».
Arcelor non ha fornito dettagli, ma stando a fonti vicine al dossier, la nuova proposta dovrebbe riguardare in particolare la parte ambientale, con la previsione di anticipare al 2020 la conclusione degli interventi del piano ambientale. C'è poi un impegno «a supportare, nell' ambito del confronto coi sindacati, insieme a tutte le parti interessate, il raggiungimento di un' idonea soluzione da definire nell' eventuale accordo sindacale per ciascuno degli attuali dipendenti di Ilva entro la scadenza del piano industriale».
Non vengono fatti numeri, ma rispetto ai 4 mila esuberi sui 14 mila occupati di oggi si va oltre, arrivando a garantire un posto per tutti i dipendenti anche dopo il 2023 così come chiedevano i sindacati.
Alla luce di questo nuovo passo ArcelorMittal si diceca «fiduciosa che, col supporto del governo, sarà ora possibile finalizzare nei prossimi giorni l' accordo coi sindacati in modo da poter completare rapidamente l' operazione" e "mettere in atto il suo programma di turnaround nel più breve tempo possibile" assicurando "un futuro sostenibile per Ilva, i suoi lavoratori e, nello stesso tempo, tutela dell' ambiente e benessere delle comunità locali».
L' incontro Di Maio, che oggi rivedrà i vertici di ArcelorMittal, ieri mattina si era riservato di analizzare la nuova proposta. Poi a tarda sera il colpo di scena che ora - salvo ripensamenti - rischia di mandare tutto all' aria.