marijuana

MARIJUANA SPA VOLA A WALL STREET: BOOM DEI TITOLI DELLE AZIENDE CHE LA PRODUCONO A FINI TERAPEUTICI – OGGI IL GIRO D’AFFARI E’ DI 7 MILIARDI DI DOLLARI, CON LA LEGALIZZAZIONE DELLA CANNA SALIRA’ A 22 MILIARDI NEL 2020 ED A 50 MILIARDI NEL 2026 – IN COSTRUZIONE SERRE GRANDI COME 20 CAMPI DA FOOTBALL

 

Maurizio Ricci per Affari&Finanza –la Repubblica

 

marijuana a fort lauderdalemarijuana a fort lauderdale

Ne parlano di più - e spesso con entusiasmo - magistrati e poliziotti che industriali e consumatori. Anche in questi giorni, in cui il dibattito in Italia si è riacceso, l' attenzione rimbalza fra commissariati, tribunali e carceri. Ma la legalizzazione della marijuana è molto di più. C' è chi dice che sarà la Big Tobacco del XXI secolo e chi spia, nei segnali che vengono dai paesi in cui la vendita è già legale, la sopravvivenza della cultura libertaria a cui l' hanno associata i baby boomers. In ogni caso, è un boom in attesa di esplodere.

 

california passa la legge sulla marijuana ricreativacalifornia passa la legge sulla marijuana ricreativa

La mutazione genetica del commercio di una droga, ancora ieri, messa al bando, però, è già iniziata. Come quella dei suoi protagonisti. Niente a che vedere con personaggi coloriti e sinistri, come El Chapo. Qui sono tutte persone serissime, molto rispettabili. C' è un medico inglese, che ha dedicato tutta la vita alla ricerca. Un miliardario indiano, pur molto chiacchierato per le sue scorrerie finanziarie. Due canadesi: un piccolo genio dell' elettricità e il presidente di una società di pattinaggio. E un americano di Boston, finito nel gruppo per aiutare un amico. Nessuno di loro accetterebbe di essere definito un boss.

 

Sono i presidenti, fondatori, leader di società quotate in Borsa anche per miliardi di dollari, in testa alle classifiche di chi smercia e tratta, in modo assolutamente legale, marijuana. Se mai ci sarà, sulle orme di Big Tobacco, una Big Maria, o Big Pot, come la chiamano gli americani, i protagonisti bisognerà cominciare a cercarli qui.

 

WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE

Il più grosso è Geoffrey Guy, il medico inglese alla testa di Gw Pharmaceuticals, che in Borsa vale quasi 3 miliardi di dollari, secondo la classifica stilata da Viridian Capital Advisors. Poi c' è il canadese Bruce Linton, quello della società di pattinaggio, che guida Canopy Growth, quasi 800 milioni di dollari (Usa) di capitalizzazione alla Borsa di Toronto. Il terzo è il miliardario indiano John Kapoor, fino a pochi mesi fa ufficialmente alla guida di Insys Therapeutics, 664 miliardi di dollari di valore in Borsa. E un altro canadese, Terry Booth, una lunga esperienza nell' elettricità e nel software e ora alla guida di Aurora Cannabis, 433 miliardi di dollari (Usa) di capitalizzazione alla Borsa di Toronto. Il più rampante e il più ambizioso, però, è l' ultimo arrivato, Tim Keogh, un allampanato bostoniano, che, frustrato per non essere riuscito ad aiutare con la terapia antidolore un amico malato, ha creato AmeriCann.

Geoffrey GuyGeoffrey Guy

 

Nel mondo anglosassone lo chiamano il "cannabusiness". Non solo è in Borsa: gli hedge fund fiutano l' affare. Tribeca, il fondo che nel 2016 ha battuto, come rendimento, tutti gli altri al mondo, ha appena investito in Cann Group, coltivatore australiano di marijuana. E, se volete le notizie sul web il Marijuana Business Daily segue il settore a ciclo continuo. Naturalmente, bisogna fare distinzioni: se uno dicesse a Geoffrey Guy che tratta "erba" storcerebbe il naso e forse firmerebbe una querela. Perché queste società esistono, sono legali, stanno sul mercato in quanto i loro prodotti hanno un uso medico, fino ad un attimo fa l' unico consentito.

 

MARIJUANA TERAPEUTICAMARIJUANA TERAPEUTICA

Sia le medicine antiepilessia di Guy, che quelle per i malati di tumore e di Aids di Kapoor si basano su marijuana priva di componenti psicoattivi: è inutile provare a fumare l' Epidiolex o il Syndros. Ed è possibile che Gw o Insys restino nel mercato medico. Ma gli altri si stanno preparando a cavalcare un' onda di consumi.

 

Siamo all' anno zero. Fra il 2017 e il 2018, fumare marijuana per lo sfizio di fumare marijuana diventerà legale, sia pure con norme assai diverse, per centinaia di milioni di persone: dall' Uruguay, al Canada, a metà Stati Uniti. L' Uruguay l' ha legalizzata da anni, ma solo da luglio la si potrà comprare in farmacia. Sarà un mercato regolato in modo assai stretto, almeno nelle intenzioni. Prezzo fisso (1,30 dollari a grammo), quantità razionata (10 grammi a settimana), qualità garantita (componente psicoattiva fra il 3,3 e l' 11%). In Canada, la legalizzazione partirà un anno dopo: chiunque sia maggiorenne potrà comprare marijuana a uso ricreativo nei negozi di liquori o altri negozi specializzati, secondo regole dettate a livello statale.

SERRE MARIJUANA 1SERRE MARIJUANA 1

 

Negli Usa, i referendum che hanno accompagnato l' elezione di Trump hanno fatto scattare una legalizzazione a largo raggio, scadenzata secondo i diversi Stati. Il più grosso, la California, aprirà la vendita nell' estate 2018. Il paradosso è che la marijuana resta proibita a livello federale, ma metà degli Stati ha deciso di autorizzarne la vendita e l' uso.

 

Non si parla di Big Maria per caso. In Canada, gli esperti calcolano che il mercato legale farà sparire 7,5 miliardi di dollari dalle tasche del crimine organizzato. Nel 2015, il giro d' affari della marijuana medica in California è stato appena inferiore ai 3 miliardi di dollari. Secondo la società di ricerche Arcview, il fatturato dell' erba legale in tutti gli Usa è stato di 7 miliardi. Con la legalizzazione a tappeto, ci si aspetta una impennata: 22 miliardi di dollari nel 2020, 50 miliardi nel 2026.

coltivazioni di marijuana in californiacoltivazioni di marijuana in california

 

Metà del giro d' affari americano delle sigarette di Big Tobacco. E i protagonisti si attrezzano. Canopy Growth, la società di Bruce Linton, produce nella sua serra grande quanto otto campi da calcio, vicino alle cascate del Niagara, più marijuana di chiunque altro. I concorrenti di Aurora Cannabis, l' azienda di Terry Booth, stanno costruendo, però, una serra grande il doppio, 16 campi da football, dentro l' aeroporto di Edmonton, nell' Alberta. Produrrà 100 tonnellate di erba l' anno. Ma è qui che entrano in gioco Tim Keogh e AmeriCann. Sempre di serre, data la latitudine, si parla, ma la megaserra in costruzione nel Massachussetts è un quarto più di Edmonton, 20 campi da football. Quella annunciata da GFarms in California, dieci volte più piccola, è quasi una minimpianto.

 

MARIJUANAMARIJUANA

Questo gigantismo è il prologo della nascita di un oligopolio della marijuana, poche grandi aziende unite in un patto di ferro, come Big Pharma o Big Tobacco, Big Maria, appunto? Secondo John Hudak e Jonathan Rauch che, al tema, hanno dedicato un apposito studio per l' autorevole Brookings Institution ("Worry about bad marijuana - not dollari. Applicando lo stesso parametro all' Italia, dove, dallo scorso luglio, il progetto di legalizzazione della marijuana è in Parlamento, si arriva a circa 7 milioni di potenziali fumatori. In buona misura, adolescenti. Per scoraggiare i più giovani, dicono Jacobi e Sovinsky, bisognerebbe quadruplicare il prezzo con le tasse.

 

Ma in Italia, la marijuana legale a 40 euro al grammo significherebbe ridare spazio al mercato nero. Da questo punto di vista, il parametro più difficile da individuare, nel dossier della marijuana legale, è proprio il prezzo: troppo alto riapre il mercato ai criminali, troppo basso rischia di favorire l' uso da parte dei consumatori più deboli.

RAGAZZA FUMA UNO SPINELLO jpegRAGAZZA FUMA UNO SPINELLO jpeg

 

Ma il prezzo è l' elemento chiave del dossier anche perché dipende dalle tasse: la legalizzazione, per il fisco, è un affare non da poco. Negli Usa come in Italia. Ipotizzando una tassa del 25 per cento (quella americana, non il 75 per cento che in Italia si applica ad alcool e tabacco) il fisco italiano incasserebbe fra mezzo miliardo di euro e un miliardo e mezzo. A cui, però, bisogna aggiungere, sottolineano gli economisti favorevoli alla liberalizzazione, i risparmi nelle operazioni di polizia contro la criminalità e, soprattutto, lo svuotamento delle carceri, dove oggi, un terzo dei detenuti è costituito da spacciatori. Il risparmio, per l' Italia, secondo gli studiosi, sarebbe fra 1,5 e 2 miliardi di euro l' anno.

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!