MEDIASET MASTICA AMARO: RAI E SKY FIRMANO LA PACE DOPO ANNI DI SCHERMAGLIE LEGALI - VIALE MAZZINI NON OSCURERÀ PIÙ I SUOI PROGRAMMI PER GLI ABBONATI SKY E I DUE GRUPPI CONDIVIDERANNO I DIRITTI SPORTIVI PER RISPARMIARE

Aldo Fonatanarosa per ‘La Repubblica'

Settimane di trattative riservate portano alla pace che non ti aspetti, tra Sky e la Rai. Nel memorandum d'intesa - che ha già le sigle preliminari dell'ad Andrea Zappia e del direttore generale Luigi Gubitosi - la televisione di Stato rinuncia a oscurare i suoi programmi (dalla Coppa Italia di calcio ai film di grido) a danno di chi ha in casa il decoder della pay-tv.

La Rai dice addio, dunque, al frutto avvelenato dell'era Berlusconi, nato quando direttore generale era Mauro Masi, nel 2009. Il memorandum d'intesa parla di abbandono temporaneo dell'oscuramento, per un anno. In questi 12 mesi sperimentali, Viale Mazzini valuterà i benefici della "liberazione" in termini di ascolti e raccolta pubblicitaria. Dopo - si immagina - sarà difficile tornare indietro...

Intanto la Rai e Sky seppelliscono l'ascia di guerra giudiziaria. La televisione a pagamento ritira la richiesta di risarcimento del danno (per 138 milioni) che ha depositato a gennaio 2014, al Tribunale Cita, vile di Roma.

La causa era partita dopo che Sky si era aggiudicata due primi round legali sul tema del criptaggio, davanti al Tar del Lazio (nel 2012), poi in appello al Consiglio di Stato (nel 2013). A sua volta, la televisione di Stato cancella la contro-causa civile. Contestava alla pay-tv la distribuzione (agli abbonati) di una chiavetta, la "Digital Key", in grado di aggirare l'oscuramento, una volta inserita nel decoder.

Il memorandum sancisce un'alleanza ancora più articolata tra la Rai e Sky, che condivideranno i diritti sportivi di eventi di grido, per risparmiare. Accordi commerciali di questo tipo sono già collaudati: Viale Mazzini, ad esempio, ha acquistato proprio dalla pay-tv di Murdoch l'esclusiva delle Olimpiadi brasiliane del 2016 (in cambio di contante e spot pubblicitari). Le due emittenti, inoltre, metteranno insieme i fattori produttivi (studi tv, troupe per le riprese esterne, archivi di immagini) quando possibile.

Questa parte dell'accordo si ispira al settore delle auto (familiare al direttore generale di Viale Mazzini, Gubitosi, manager di scuola Fiat). Nel comparto automobilistico, case avversarie costruiscono in condominio componenti importanti (come i freni o i fanali) per realizzare delle economia di scala.

Il memorandum d'intesa - rivela un senatore membro della commissione di Vigilanza Rai - arriverà oggi all'esame del Consiglio di amministrazione della televisione di Stato.
Sul fronte della lotta all'evasione del canone, Viale Mazzini rinuncia a chiedere i nomi degli abbonati a Sky, che peraltro era indisponibile a fornirli (i clienti della pay sono tenuti a pagare anche il canone Rai, imposta legata al possesso del televisore).

Ma la partita resta aperta. Racconta un ex ministro che il governo Letta era sul punto di realizzare un meccanicismo (forse) vincente per stanare i morosi della tv. La titolarità della riscossione dell'imposta sarebbe passata all'Agenzia delle Entrate.

E l'Agenzia avrebbe incaricato un soggetto terzo - la Guardia di Finanza - di confrontare le banche dati della Rai e le banche dati di Sky come della stessa Mediaset Premium. Il controllo incrociato avrebbe permesso alla Finanza di ricavare i nomi dei clienti delle nostre pay-tv - possessori certi di un televisore - che non sono anche abbonati della Rai. Tutti presunti evasori del canone.

Letta non ha fatto in tempo a varare questo sistema perché costretto alle dimissioni. Ma i lobbisti della televisione di Stato premono perché il nuovo premier Matteo Renzi raccolga il testimone e sistemi la stessa trappola anti-furbetti.

 

ANDREA ZAPPIA E LUIGI GUBITOSI ANDREA ZAPPIA E LUIGI GUBITOSI MAURO CRIPPA MARIA LATELLA LUIGI GUBITOSI ANDREA ZAPPIA GIOVANNI STELLA AL CONVEGNO DI A Mauro Masi Rupert Murdoch Wendi Deng memorial

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO