ONORABILE SARÀ LEI – DOPO LA PERDITA DEI REQUISITI DI ONORABILITÀ BANCARIA, BERLUSCONI DEVE VENDERE MEDIOLANUM – BANKITALIA VUOLE UN TRUST VERO, CHE METTA LA PARTECIPAZIONE SUL MERCATO
Ettore Livini per “la Repubblica”
vladimir luxuria con francesca pascale e silvio berlusconi
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. E così Banca d’Italia, visti i precedenti, ha imbrigliato in una serie di paletti molto stretti la Fininvest sulla partita per la cessione del 20% di Mediolanum. Il caso è noto: Via Nazionale ha obbligato Arcore a cedere sul mercato la quota eccedente il 9,9% della società di Ennio Doris dopo la perdita dei requisiti di onorabilità di Silvio Berlusconi. Il Biscione convocherà un cda per deliberare sul caso, dando con ogni probabilità via libera alla creazione di un trust che entro trenta mesi dovrà provvedere alla cessione.
Gli uomini di Ignazio Visco, però, avrebbero messo le mani avanti. Condizionando secondo indiscrezioni attendibili il profilo di questo trust a una serie di regole molto precise. Obiettivo: non lasciare al Biscione carta bianca per l’alienazione della partecipazione. Il trust prossimo venturo dovrebbe essere di diritto anglosassone. E il numero uno di Forza Italia, come prevedono le norme, avrà il diritto di nominare un trustee (in sostanza un amministratore).
Dovrà trattarsi però di una persona di provata “terzietà”, e non – come si dice in gergo – un interposto, vale a dire una testa di legno chiamata solo a eseguire gli ordini in arrivo da Fininvest. Il trust dovrà poi approvare il suo statuto. E anche su questa fase del processo, Banca d’Italia terrà acceso un faro: il gestore dovrà operare in maniera totalmente autonoma, incassando i dividendi, esercitando il diritto di voto e prendendo tutte le decisioni necessarie come se fosse lui in persona il titolare delle quote.
Il passaggio più delicato è però quello della cessione delle quote. A chi andranno? E a che condizioni? Doris si è candidato a rilevare un 10% augurandosi che il resto finisca parcheggiato presso i figli di Silvio. Non sarà facile. Banca d’Italia, per le poche indiscrezioni che trapelano, pretenderà dal trust una soluzione di mercato autentica. Che ottimizzi le entrate e non nasconda una semplice partita di giro che cambi il titolare delle azioni senza mutare il beneficiario finale. Pena, dice qualcuno, la revoca del trust.