berlusconi milan

LA NUOVA VITA DEL CAV - DALLA CESSIONE DEL MILAN BERLUSCONI INCASSERÀ CIRCA 450 MILIONI - E CON L'USCITA DI PREMIUM DAL PERIMETRO MEDIASET, FININVEST TORNERÀ A FARE UTILI E IL CAV NON DOVRÀ PIÙ RIDURRE LA SUA QUOTA IN MEDIOLANUM

MILAN BERLUSCONIMILAN BERLUSCONI

1 - MILAN: BERLUSCONI, PERCORSO AVVIATO VERSO CINESI

(ANSA) - "Il Milan ha ormai un percorso avviato verso i cinesi" che si impegneranno a investire nella società 400 milioni nei prossimi due anni. Così Silvio Berlusconi ha risposto ai cronisti all'uscita dall'ospedale San Raffaele dove era ricoverato dal 7 giugno per un intervento di sostituzione della valvola aortica.

MILAN BERLUSCONIMILAN BERLUSCONI

 

Nella vendita del Milan il presidente Silvio Berlusconi ha detto di aver "rinunciato a qualunque pretesa di prezzo, che non tiene nemmeno conto del valore del brand che è importante". Berlusconi ha sottolineato di aver "preteso che sia l'impegno per i nuovi acquirenti, un gruppo di importanti società cinesi a partecipazione statale, di versare nel Milan almeno 400 milioni di euro nei prossimi due anni".

 

BERLUSCONI A MILANELLOBERLUSCONI A MILANELLO

"Negli ultimi quattro anni non ho seguito il Milan come l'avevo seguito in passato. Vorrei chiudere così - ha aggiunto - questo periodo di trent'anni che ha visto 28 grandissime vittorie, tanti secondi posti e un popolo rossonero che è aumentato di numero". A chi gli chiede con ironia se non sia preoccupati del comunismo in Cina, Berlusconi risponde: "non c'è più il comunismo integrale di allora in Cina che è ormai diventato un Paese capitalista" e "la corruzione che c'è deriva dal sistema precedente".

 

2 - LA NUOVA VITA DI FININVEST SENZA IL MILAN

Giuliano Balestreri per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

TIFOSI DEL MILAN CONTRO BERLUSCONI E GALLIANITIFOSI DEL MILAN CONTRO BERLUSCONI E GALLIANI

Tagliati i rami secchi, Fininvest si prepara a vita nuova: più utili e più cassa da investire, per stringere la presa sulle partecipazioni attuali - a cominciare da Mediaset, dopo la vendita della pay tv Premium ai francesi di Vivendi, primo azionista di Telecom Italia - e per allargare il proprio portafoglio. Il 2016 ha spazzato via pure il problema Mediolanum: il Consiglio di Stato ha dato ragione a Fininvest, cancellando l'obbligo di vendere il 20% della banca (la gallina dalle uova d'oro del Biscione) imposto da Banca d'Italia dopo la condanna dell'ex Cavaliere.

 

TIFOSI DEL MILAN CONTRO BERLUSCONI E GALLIANITIFOSI DEL MILAN CONTRO BERLUSCONI E GALLIANI

Dopo anni di conti passati al setaccio per razionalizzare i costi, stringendo i cordoni della borsa (dei dividendi) è arrivato il momento di cambiare passo. Soprattutto appena verrà definita la cessione del Milan che porterà nella casse della holding della famiglia Berlusconi 450 milioni di euro (con i cinesi che si faranno carico anche di circa 230 milioni di debiti).

 

A far tirare un sospiro di sollievo a Marina Berlusconi, numero uno del gruppo, non è tanto la plusvalenza da mettere a bilancio quanto il risparmio futuro: nel 2015, con perdite per 90 milioni, il club di via Turati ha azzerato l' utile della holding, dopo aver drenato dalle casse della capogruppo 150 milioni di liquidità per far fronte alle spese a cui si aggiungono altri 10 milioni già versati nel 2016 e linee di credito per 70 milioni di euro.

BERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILAN

 

Dal 1986 a oggi, il Milan è costato alla famiglia Berlusconi 820 milioni di euro: certo sono arrivati gli scudetti e le coppe con la popolarità mondiale. Da quando la squadra ha smesso di vincere, però, le spese sono diventate insostenibili e solo guardando allo scorso anno, senza il Milan, nelle casse di Fininvest Spa ci sarebbero quasi 500 milioni di euro da spendere. Una volta chiusa la partita con i cinesi - ragionano gli addetti ai lavori - si potranno esaminare con attenzione i dossier che iniziano a accumularsi sul tavolo alla ricerca di nuove opportunità d' investimento. Non è un caso che con il cambio di passo della holding sia arrivato anche il rinnovo dei vertici.

 

BERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILAN

Dopo tredici anni l' amministratore delegato, Pasquale Cannatelli, diventa vice presidente, lasciando la sua poltrona al direttore generale Danilo Pellegrino. Un cambiamento all' insegna della continuità ripetono come un mantra da via Paleocapa sottolineando come i due manager abbiamo lavorato per anni a stretto contatto.

 

Tuttavia, in una fase di rilancio che per forza di cose passerà anche attraverso la razionalizzazione e valorizzazione dei singoli asset - in portafoglio ci sono anche il 25% di MolMed, il 2% di Mediobanca e il Teatro Manzoni - , Marina Berlusconi ha voluto stringere la presa sull' azienda nominando al vertice il dirigente di cui maggiormente si fida e che sente a lei più vicino.

BERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILAN

 

Che il vento sia girato si vede anche dai conti del 2015 che la holding ha archiviato «in sostanziale pareggio» a -0,1 milioni, rispetto ai 9,9 milioni di utile 2014, ma su cui pesano - oltre al Milan - oneri fiscali non ricorrenti per circa 17 milioni di euro. L' indebitamento, infatti, è sceso a 789,1 milioni dai 1,055 miliardi dell' anno prima, mentre il patrimonio netto consolidato sfiora i 5 miliardi di euro. La capogruppo ha quindi messo a bilancio un utile netto di 221,4 milioni decidendo di pagare - per la prima volta dopo cinque anni - dividendi alla famiglia per 91,6 milioni di euro: negli ultimi anni invece si era proceduto alla distribuzione di riserve.

FininvestFininvest

 

Insomma, in attesa di qualche colpo a sorpresa, le gambe su cui si reggono i conti della famiglia Berlusconi restano Mondadori e Mediaset alle quali - per motivi diversi - la holding guarda con fiducia. Mondadori. La cura dimagrante imposta da Marina ha riportato i conti in carreggiata. E Segrate ha ripreso a fare shopping investendo sul proprio sviluppo: prima ha acquistato Rcs Libri, poi le attività digitali di Banzai, completando così la propria offerta editoriale e colmando il vuoto online di cui ha sempre sofferto.

berlusconi marina fininvest cir esproprio  crop display berlusconi marina fininvest cir esproprio crop display

 

Per gli analisti, adesso, la casa editrice è molto più forte: «Fino a qualche mese fa poteva essere uno degli asset in vendita della famiglia Berlusconi - spiega l' esperto di una banca d' affari - adesso, con Rizzoli, la società è molto più solida. Di certo non è sul mercato e se lo fosse avrebbe la fila davanti». Anche perché di fatto, in Italia, nel settore dei libri non ha più rivali. Nel primo trimestre la perdita si è ridotta del 50% a 1,8 milioni.

 

piersilvio e silvio berlusconipiersilvio e silvio berlusconi

Mediaset. La cessione della pay tv ridà ossigeno a Cologno: lo scorso anno Premium ha perso 84 milioni di euro, riducendo l' utile Mediaset a 4 milioni di euro. Numeri che insieme alla ripresa del mercato pubblicitario (gli investimenti nel settore sono attesi in crescita del 3% nell' anno) fanno ben sperare il gruppo, in attesa che il rapporto con Vivendi evolva. Gli addetti ai lavori sono convinti che da solo il Biscione non potrà resistere a lungo in un settore sempre più competitivo.

 

Mediaset, inoltre, ha l' identikit perfetto del partner di una media company europea: «Insieme a Vivendi - ragiona un analista - può essere leader in Italia, Spagna e Portogallo. Inizieranno a tagliare i costi producendo contenuti insieme, poi potrebbe arrivare l' integrazione definitiva». I francesi sono i primi azionisti di Telecom Italia e il mercato scommette che alla fine il matrimonio a tre si farà.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERIPIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

E' già successo in Nuova Zelanda tra Vodafone e Sky, mentre in Spagna Telefonica ha comprato Digital Plus sistemando i propri ricavi da rete fissa. I tempi, però, devono maturare: Fininvest vuole che il titolo Mediaset recuperi terreno per entrare nella futura media company come socio di rilievo. I 3,7 miliardi di capitalizzazione sono troppo pochi contro i 21,5 di Vivendi e i 13,5 di Telecom.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...