MILLERI E CALTAGIRONE NON STANNO A CUCCIA (PIAZZETTA) – DELFIN E L’EDITORE DEL “MESSAGGERO” NON HANNO PARTECIPATO ALL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA (INSIEME RAPPRESENTANO IL 27%). MA FINCHE' IL CEO ALBERTO NAGEL HA I FONDI INTERNAZIONALI A SUO FAVORE LA LORO BATTAGLIA E' STERILE - ORA L’ATTENZIONE È SU GENERALI ASSICURAZIONI (PRIMO AZIONISTA MEDIOBANCA COL 13% E VERO OBIETTIVO DI CONQUISTA DI "CALTARICCONE"): IN PRIMAVERA SI VOTA IL RINNOVO DEI VERTICI, E DONNET È PRONTO PER IL QUARTO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per "la Stampa"
Assenze di peso in Piazzetta Cuccia. I due principali soci disertano l'assemblea di Mediobanca che, con la presenza del 48,7% del capitale, approva quasi all'unanimità tutti i punti all'ordine del giorno: dai conti al buyback fino ai compensi dei manager.
Come anticipato da questo giornale sia Delfin, finanziaria della famiglia Del Vecchio guidata da Francesco Milleri, prima azionista con il 19,74%, sia Francesco Gaetano Caltagirone (che sul libro soci risulta sceso dal 9,98% al 7,76%) non hanno preso parte alla riunione dei soci.
Assise che quest'anno, sfruttando la possibilità concessa dalla recente legge Capitali, si è tenuta senza la presenza fisica degli azionisti ma tramite la delega al rappresentante designato, in questo caso l'avvocato Dario Trevisan.
Senza i due big, alla riunione partecipa meno della metà del capitale, per la precisione il 48,753%, il dato più basso della storia recente dell'istituto. Escludendo però dal computo i due grandi azionisti, la partecipazione del resto del mercato risulta più alta di un anno fa (allora era stata del 47% sul 76,82% totale registrato), quando però c'era la partita sul rinnovo dei vertici, che vedeva contrapposta una lista di cinque candidati messa in campo da Delfin (votata anche da Caltagirone) a quella, riuscita vincitrice e schierata dal cda uscente. Per delega, ieri, si presenta pressoché tutto il patto di consultazione, 11,4% (con Mediolanum che lima al rialzo la quota: da 3,43% a 3,49%), molti fondi (Blackrock è il terzo socio, salito dal 4,15 al 4,23%) e altri azionisti come Benetton (2%).
Un anno dopo, a battaglia finita, i due grandi azionisti - protagonisti, due anni e mezzo fa, anche del tentato ribaltone in Generali, dove pure non hanno preso parte all'ultima assemblea – marcano la propria indifferenza a una riunione senza scelte cruciali.
Tanto più che i conti 2023-2024 presentati dall'ad Alberto Nagel si mostrano floridi (1,273 miliardi di utili, più 24%) e la remunerazione generosa, visto che sugli azionisti pioveranno 1,1 miliardi di euro. Il bilancio passa in assemblea con il sì del 99,92%, le cedole con il 99,99%. Supera l'esame anche la sempre ostica relazione sui compensi: passa con il 96,25% di sì e il 3,73% di no.
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
Disco verde, con il 99,88% anche per il buyback, il riacquisto di azioni proprie. Il focus ora si sposta su Generali, dove i protagonisti sono gli stessi: in primavera si vota il rinnovo dei vertici, con Philippe Donnet pronto a scendere in campo per il quarto mandato.
L'attesa è che entro Natale il cda si esprima sull'opportunità o meno – alla luce della legge Capitali, degli attesi regolamenti Consob e delle novità sul Tuf – se fare o meno una lista del consiglio. In caso contrario, il pallino della lista di maggioranza tornerà a Mediobanca, mentre gli altri grandi soci dovranno decidere il da farsi.
I SOCI DI MEDIOBANCA A SETTEMBRE 2023FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET philippe donnetphilippe donnet 4ALBERTO NAGEL - FRANCESCO SAVERIO VINCI - LORENZO BASSANI - GIAN LUCA SICHEL CALTAGIRONE NAGEL GALATERI