UNA “MOLE” DI CONTESTAZIONI PER CRT – È ARRIVATA UNA LETTERINA CARICA DI RIMOSTRANZE DEL TESORO ALLA FONDAZIONE TORINESE: INVESTIMENTI SENZA STRATEGIA, POCHI CONTROLLI INTERNI, NOMINE IN CONTRASTO CON LE REGOLE. LA NEO PRESIDENTE DELL’ENTE, LA CIELLINA ANNA MARIA POGGI, AVRÀ UN MESE DI TEMPO PER ADEGUARSI. COME? L’OBIETTIVO È METTERE IL CDA CON LE SPALLE AL MURO E COSTRINGERE TUTTI A DIMETTERSI – IL DILEMMA AMLETICO DI GIORGETTI: COMMISSARIARE O NON COMMISSARIARE (ASPETTANDO I PM?)
Estratto da www.lospiffero.com
GIANCARLO GIORGETTI ALLA PARTITA DEL CUORE
Dall’ispezione “è emerso un quadro caratterizzato da violazioni statutarie, nonché da un’evidente carenza regolamentare, in termini di genericità e non esaustività delle disposizioni contenute nei Regolamenti e nelle Procedure esistenti, in un contesto amministrativo, peraltro, sprovvisto di adeguati presidi di controllo interno atti a garantire il rispetto delle disposizioni vigenti”.
Cooptazioni irregolari, doppi incarichi ricoperti da alcuni membri in palese inadempienza delle norme sui conflitti di interessi, nomine nelle partecipate avvenute senza “un’attenta valutazione” e il preventivo accertamento “dei requisiti di professionalità e di assenza di eventuali incompatibilità”, investimenti deliberati se non in modo poco trasparente di certo senza l’adeguato coinvolgimento dei vari organi interni […], spesso decisi d’imperio dal solo presidente “ampliando quindi i poteri oltre a quelle situazioni statutariamente previste”.
ANNA MARIA POGGI - FONDAZIONE CRT
È puntuale e severa la disamina sullo stato della Fondazione Crt che in sole 12 pagine il direttore generale dell’Economia Marcello Sala ha recapitato a Palazzo Perrone, altrettanto stringenti e circoscritte sono le contestazioni-prescrizioni a cui “entro e non oltre 30 giorni […]” la neo presidente Anna Maria Poggi dovrà dimostrare di aver adottato i necessari correttivi […].
In caso di mancata ottemperanza […] il Mef “si riserva di adottare ogni ulteriore intervento ritenuto necessario ai sensi di legge ivi compresa l’attivazione dei poteri straordinari”. Il ministro Giancarlo Giorgetti è al solito ciclotimico: al mattino rivela in confidenza che il commissariamento è ineluttabile, il pomeriggio dopo il pusacafè è meno perentorio e dice di attendersi le dimissioni “spintanee” degli organismi, la sera prima di abbracciare Morfeo spera che siano i pm a levargli l’impiccio.
La giurista ciellina è determinata, consapevole di giocarsi in questa partita credibilità professionale e ambizioni di potere: per questo, raccontano persone a lei vicine, intende mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità. A partire dal cda, l’organo su cui maggiormente si è acceso il faro dell’Autorità di vigilanza (tra le “criticità” contestate vi sono le posizioni di Davide Canavesio e Caterina Bima per la loro autodesignazione in Ogr, ma rilievi vengono mossi anche per la nomina in Fondazione Ulaop della pur non menzionata Anna Maria Di Mascio) e che vede, finora, due suoi componenti sotto indagine dalla Procura di Torino (Antonello Monti e Bima).
giancarlo giorgetti - assemblea abi
E che il board continui a operare tra evidenti e crescenti difficoltà lo testimoniano le vicende degli ultimi giorni. L’indicazione di Maria Cristina Zoppo per la presidenza di Ream, salutata come “figura indipendente” nonostante i suoi legami con due soggetti legati a doppio filo con Crt (marito e socia di studio), è l’ennesimo passo falso.
Che fa il paio con quello d’esordio, compiuto con la cooptazione di Patrizia Polliotto da parte del Consiglio di indirizzo appena insediato: procedura irregolare, anzi “una chiara violazione” che, prescrive il Mef, va sanata. Magari evitando stavolta l’“amichettismo” introducendo per la scelta “i criteri di trasparenza e di selettività” per “l’individuazione delle personalità di chiara e indiscussa fama”. E se le terne paiono intoccabili […] e infatti resteranno, il Mef si è accorto […] di come il giochetto sia servito finora a perpetrare piccole consorterie “relegando l’istituto della cooptazione nel concreto ad uno strumento utile ad assicurare un secondo mandato a quattro consiglieri uscenti che non avevano ottenuto conferma attraverso le terne presentate dagli organismi designanti”.
Mavalà? Non è che anche in questo modo si crea terreno fertile a cordate e fazioni, per non dire di patti “occulti”, ovviamente per il bene dell’ente e per assicurare una governance stabile? Cosa nota, ben prima dell’incauto Corrado Bonadeo che ha fatto la stupidata di metterla nero su bianco. E di custodire il “segreto” su Whatsapp.
Nel frattempo, sono venute fuori le fatture-parcelle di prestazioni professionali rese dal vicepresidente in carica Maurizio Irrera a Banca di Asti, uno degli ultimi investimenti di Crt prima del terremoto, operazione che l’ha visto coinvolto in prima persona nella stesura dei patti para sociali. E starebbero per uscire carte a dir poco imbarazzanti su arbitrati in Ream, atti notarili, consulenze legali da cifre astronomiche. Anche in questi casi […] gli incarichi “sono stati conferiti quasi senza eccezione, comunque senza alcuna valutazione di congruità dell’importo dell’affidamento e senza l’esplicazione del criterio utilizzato per la selezione del professionista”.
ANNA MARIA POGGI - FONDAZIONE CRT
A quanto riferiscono insider di via XX Settembre, questa settimana la Poggi tenterà di mettere il cda con le spalle al muro e costringere tutti i consiglieri a dimettersi. Del resto, almeno un paio di loro, Irrera e Monti, avevano già manifestato la disponibilità in tal senso, a patto ovviamente di non essere gli unici. Il tempo stringe e agli occhi della professoressa mettere sul piatto le teste dei “congiurati” potrebbe rappresentare un salvacondotto per la Crt e una polizza assicurativa per il suo mandato. Riuscirà? E, soprattutto, sarà sufficiente?
FABRIZIO PALENZONA - MAURIZIO IRRERA - CATERINA BIMA - DAVIDE CANAVESIO - ANNA MARIA DI MASCIO - ANTONELLO MONTIANNA MARIA POGGI - FONDAZIONE CRT