roberto gualtieri jean pierre mustier monte dei paschi mps

MUSTIER MONTA SUL “MONTE” – NEL NEGOZIATO TRA UNICREDIT E MPS È ENTRATO DIRETTAMENTE L’AD USCENTE E CHIEDE AL TESORO 6 MILIARDI DI DOTE – IL RIASSETTO CON FUSIONE E SCORPORO DI UNA MINI-BANCA CON SEDE A SIENA PIACE AL MERCATO, MA SIAMO SICURI CHE SI POSSA FARE? L’EX VICEMINISTRO ZANETTI: “SE FANNO LA FUSIONE SFRUTTANDO PER MILIARDI DI EURO IL BONUS AGGREGAZIONI, MA POI SUBITO DOPO SCINDONO UN BEL PEZZO DI QUELLO CHE HANNO APPENA FUSO, QUESTO POTREBBE CHIAMARSI ABUSO DEL DIRITTO (ELUSIONE FISCALE)”

roberto gualtieri

1 –MPS, NEL NEGOZIATO È ENTRATO MUSTIER: AL TESORO CHIEDE UNA DOTE DI 6 MILIARDI

Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

Piace al mercato e alle istituzioni locali il riassetto del Montepaschi, su cui spingono le Autorità, mediante fusione in Unicredit e scorporo di una mini-Banca Mps, con 300 filiali, con sede a Siena e autonomia di 1-3 anni almeno su alcuni business retail, anticipato dal Messaggero.

 

monte dei paschi di siena

Ieri il titolo Mps ha chiuso con un balzo del 6,1% a 1,09 euro, dopo una sospensione per eccesso di rialzo. Su questo schema stanno lavorando gli advisor BofA Merrill Lynch e studio Orrick per il Tesoro; Mediobanca, Credit Suisse, studio Bep per Mps, tenendo aggiornati i consulenti di Unicredit JpMorgan, Goldman Sachs, Ubs. Da fonti bancarie, però, si apprendono altre due novità. La prima.

 

JEAN PIERRE MUSTIER

Nel negoziato da ieri è entrato direttamente l'ad Jean Pierre Mustier che, seppure in uscita, da subito ha dato disponibilità a restare fino alla scadenza del mandato in aprile. Ora ha il compito di negoziare l'accordo-quadro (Mou) da lasciare al suo successore.

 

eugenio giani gel mascherina e pallone

Mustier a fine novembre aveva preso le distanze dal cda non tanto sul tema Mps, bensì sulla subholding da quotare a Francoforte da lui proposta per contenente le attività estere: sarebbe tornato ad occuparsi del dossier con il cordial entent del cda. Sicché ieri avrebbe avuto contatti con il Tesoro facendo il punto sulla dote: chiede 6 miliardi, di cui 2,5 in aumento di capitale e 2,5 delle Dta, mentre il Mef dovrebbe reperire un altro miliardo in linea capitale.

 

monte dei paschi di siena

CDA A SIENA SUL CAPITAL PLAN

Dopo la cessione di 9 miliardi di crediti dubbi ad Amco, ora c'è da chiudere il contenzioso con la Fondazione: sarebbe imminente. I rischi legali dovrebbero passare a Fintecna con una formula mista. Lunedì 11 è previsto un cda straordinario a Siena per riprendere le discussioni di dicembre sul capital plan da proporre alla Bce.

 

La seconda novità. La ri-privatizzazione mediante fusione in Unicredit e scorporo di una nuova banca, è la mediazione con il territorio. «Sono fiducioso sulla battaglia che abbiamo fatto perché Mps come brand, sede e autonomia giuridico funzionale della sua identità rimanga quella banca che dal 1472 rappresenta il punto di riferimento», ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.

PIERCARLO PADOAN CON ELKETTE DI UNICREDIT

 

L'operazione dovrà però superare la contrarietà di M5S. Su questo schema, almeno un paio di volte Luigi Di Maio, nei colloqui con il Tesoro, avrebbe rilanciato la contrarietà a mobilitare altri soldi pubblici, dopo i 5,4 miliardi versati nel 2017 in occasione della ricapitalizzazione precauzionale da 8,1 miliardi.

 

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

A metà dicembre, il cda di Mps ha approvato un piano strategico imperniato su una ricapitalizzazione fino a 2,5 miliardi, di cui il Tesoro (64%), dovrebbe mettere 1,6 miliardi. Gli advisor sono impegnati per rispettare una deadline di fine marzo entro la quale siglare un Mou tra Unicredit, Tesoro e Mps, per perfezionare il merger in l'autunno. Tempi stringenti per Mustier mentre in parallelo il comitato nomine avrebbe ripreso lo screening del nuovo ad, concentrandosi su tre nomi.

 

 

2 – IL TESORO FARÀ ELUSIONE FISCALE SU MPS?

Emanuela Rossi per www.startmag.it

 

MONTE DEI PASCHI

Dopo la fusione con Unicredit spazio a una piccola Mps che nascerebbe come spin-off di Rocca Salimbeni. Il progetto – raccontato dal Messaggero – dipenderebbe dal nuovo azionista di maggioranza e dovrebbe realizzarsi tra l’estate e l’autunno prossimi. Ma c’è qualcuno – mentre il Mef, azionista con il 64% di Mps – che già all’apparire delle prime indiscrezioni ha qualcosa da ridire.

 

COSA STANNO ARCHITETTANDO TRA VIA XX SETTEMBRE E SIENA DOPO LA FUSIONE CON UNICREDIT

Dunque – secondo il giornale capitolino – dopo la “probabile fusione” con il gruppo presieduto da Pier Carlo Padoan potrebbe nascere una mini-Banca Mps “a termine, radicata in Toscana per preservare marchio e alcuni business su cui le istituzioni locali sono molto sensibili”.

 

GUIDO BASTIANINI

CHI SONO I CONSULENTI SUL DOSSIER

Per il giornalista del Messaggero, Rosario Dimito, sarebbe già operativo un tavolo per discutere della questione, avviato a Natale e ripartito ieri: ne fanno parte gli advisor del Tesoro (Bofa Merrill Lynch) e della stessa Rocca Salimbeni (Mediobanca e Credit Suisse) che peraltro tengono aggiornati i consulenti di Unicredit, ovvero Jp Morgan, Goldman Sachs e Ubs.

 

LE INDISCREZIONI DEL MESSAGGERO SU MPS, UNICREDIT E NON SOLO

“Da fonti bancarie – scrive il quotidiano romano – è possibile ricostruire lo stato di avanzamento del cantiere, insediato dal Mef per accelerare la ristrutturazione della banca, per le sollecitazioni della Ue – che ha sul tavolo il piano strategico del cda (presentato poco prima delle Festività dall’amministratore delegato Guido Bastianini, ndr) e della Bce”.

 

LA MINI MPS ARCHITETTATA DAL TESORO?

MPS

Stando alla ricostruzione del Messaggero le istituzioni locali, a cominciare dalla Regione, sarebbero “preoccupate di preservare al massimo l’insediamento di Rocca Salimbeni anche ai fini occupazionali” e per questo il progetto sarebbe quello di far “risorgere un istituto tipo la vecchia Banca Toscana, che aveva 480 filiali, solido, basato a Firenze, incorporato nella casa madre nel 2009, quando l’impatto negativo sulla tenuta patrimoniale del maxi-esborso per Antonveneta (9,7 miliardi nel 2007) impose i primi interventi di emergenza”.

roberto gualtieri luigi di maio

 

COME SAREBBE LA NUOVA, FUTURA, BANCA MPS

Sempre secondo Dimito, giornalista di lungo corso esperto di cose bancarie, la nuova Banca Mps “dovrebbe avere circa 300 filiali, rispecchiando l’attuale rete commerciale nella regione. Sarebbe una legal entity con autonomia societaria e di alcuni business, come espressamente richiesto dalla politica locale che ha avuto più di un incontro in via XX Settembre”. In tal modo, peraltro, sopravviverebbe “un marchio che identifica la più antica banca del mondo”.

 

I DUE OBIETTIVI DEL TESORO SU MPS

ENRICO ZANETTI

Insomma, da una parte non si cancellerebbero “tradizione, radicamento, appeal commerciale, liaison con il territorio” dall’altra si salvaguarderebbero anche “le professionalità interne che fanno parte dell’avviamento” dotando la nuova banca di autonomia operativa per “una prima fase, da 1 a 3 anni”.

 

IL COMMENTO DI ZANETTI SU MPS

Storce la bocca Enrico Zanetti, tributarista ed ex viceministro alle Finanze, che in un post su Facebook commenta: “Sarebbe opportuno rendersi conto dalle parti del Governo e non solo che, se fanno la fusione MPS sfruttando per miliardi di euro il bonus aggregazioni che gli hanno messo apposta in legge di bilancio, ma poi subito dopo scindono un bel pezzo di quello che hanno appena fuso, questo potrebbe chiamarsi abuso del diritto (elusione fiscale)”. Qualcosa, conclude, “che verrebbe contestato a qualsiasi altra azienda”.

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...