giancarlo giorgetti

QUALCUNO SVEGLI IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIORGETTI: NEL 2024 IL TASSO DI DETERIORAMENTO DEL CREDITO DELLE IMPRESE SI ASSESTERÀ AL 3,5% (DAL 2,4% REGISTRATO NEL 2023) – PESANO IL CONTESTO ECONOMICO ANCORA DEBOLE E L’ELEVATA INCERTEZZA GEOPOLITICA – L’ABI: "IN UNO SCENARIO MACROECONOMICO CHE RESTA SFIDANTE, IL LIVELLO DEL RISCHIO DI CREDITO PER IL MONDO BANCARIO ITALIANO RISULTERÀ, NEL PROSSIMO FUTURO, FISIOLOGICAMENTE SUPERIORE A QUANTO SPERIMENTATO NELL'ULTIMO BIENNIO"

giancarlo giorgetti alla camera

(ANSA) - ROMA, 29 GIU - Il contesto economico ancora debole e l'elevata incertezza geopolitica portano Abi e Cerved a stimare che nel 2024 il tasso di deterioramento del credito delle imprese si assesterà al 3,5% (dal 2,4% registrato nel 2023), mentre nel 2025 un maggior tono della crescita economica e il minor livello atteso dei tassi di interesse porteranno a un lieve calo (3,2%), per concludere nel 2026 con un tasso di deterioramento previsto al 2,7%, tre decimi di punto più del dato del 2023 ma al di sotto del livello del 2019 (2,9%).

 

CREDIT CRUNCH jpeg

Nel 2024 gli aumenti più consistenti si stimano per le micro (dal 2,7% al 3,7%) e le medie imprese (dall'1,3% al 2,3%), per le attività che operano nelle costruzioni (dal 2,5% al 4,0%), soprattutto di media dimensione (dal 2,7% al 4,8%), e nel Sud Italia (dal 3,2% al 4,4%), con incrementi particolarmente marcati per le microimprese (dal 3,4% al 4,6%).

 

Secondo l'Outlook Abi-Cerved, il clima sfidante in cui si trovano a operare le imprese è testimoniato dall'aumento, seppur ancora limitato, dei tassi di deterioramento delle società non finanziarie riportato da Banca d'Italia, che mostra un valore pari al 2,43% nel complesso del 2023 (contro il 2,18% dell'anno precedente). Il 2023 presenta inoltre una dinamica in crescita lieve ma costante anche per il comparto delle famiglie.

 

giancarlo giorgetti g7 economia stresa

"Le nostre stime sull'evoluzione dei crediti deteriorati restituiscono un quadro ancora complesso per le imprese italiane, alle prese con tensioni geopolitiche e condizioni finanziarie restrittive", afferma Carlo Purassanta, presidente esecutivo di Cerved. "Il livello atteso per quest'anno - prosegue Purassanta - resterebbe comunque lontano dai livelli record raggiunti in passato, a testimonianza di una migliore redditività e posizione patrimoniale delle imprese italiane nell'ultimo decennio. Il patrimonio informativo, la ricerca e le capacità analitiche di Cerved, di concerto con le istituzioni e le accademie, sono a supporto del Paese per l'interpretazione e l'analisi degli scenari e dei relativi impatti per il tessuto economico".

 

"In uno scenario macroeconomico che resta sfidante, il livello del rischio di credito per il mondo bancario italiano risulterà, nel prossimo futuro, fisiologicamente superiore a quanto sperimentato nell'ultimo biennio". Questo il commento di Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario dell'Abi, che aggiunge: "Grazie all'affinamento delle tecniche di gestione e prevenzione del rischio da parte delle banche e al significativo e strutturale miglioramento del merito di credito delle imprese, l'intensità di tale aumento risulterà, tuttavia, contenuta nel confronto storico".

PRESTITI ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

 

Le previsioni dei flussi di nuovi NPL nel biennio 2025/26 riflettono un quadro caratterizzato da una graduale ripresa dell'attività economica, su cui incombe tuttavia un elevato grado di incertezza, e dalla progressiva minore restrittività della politica monetaria. Il percorso di riduzione dei tassi d'interesse da parte della BCE, avviato a giugno 2024, contribuirebbe a migliorare le condizioni di accesso al credito da parte delle imprese e a partire dal 2024 il Pil è stimato in costante crescita, seppure a percentuali contenute.

 

Nel 2025 il calo del rischio è comune a tutte le classi dimensionali, più marcato per medie e grandi imprese (dal 2,3% del 2024 all'1,8% del 2025 le prime, dal 2,0% del 2024 all'1,5% del 2025 le seconde). Al 2026 micro e piccole imprese rimarranno al di sopra dei valori del 2023 le medie imprese li eguaglieranno (1,3%) mentre le grandi lo ridurranno (dall'1,1% del 2023 all'1,0% del 2026). Quanto ai settori, nel 2025 il calo del flusso di nuovi crediti deteriorati li interesserà tutti. Il miglioramento più accentuato è previsto per l'industria (dal 3,0% al 2,5%), seguita da costruzioni (dal 4,0% al 3,6%) e servizi (dal 3,6% al 3,2%).

azienda

 

Nel 2026 è invece l'agricoltura il settore che farà osservare il miglioramento più netto (-0,5%), portandosi al 2,4% (contro il 2,9% del 2025). A livello territoriale, nel 2025 si registrerà la riduzione maggiore della percentuale di crediti in default sul totale dei prestiti in bonis nel Nord-Ovest (dal 3,2% al 2,8%) e nel Nord-Est (dal 2,7% al 2,3%), mentre Sud e Isole (dal 4,4% al 4,1%) continueranno ad essere l'area più rischiosa, seguita dal Centro (dal 4,0% al 3,7%). Al termine del periodo di previsione, ogni area presenterà valori inferiori rispetto al 2019.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…