NELLE HOLDING DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI DEBUTTA ANCHE ELEONORA COME AMMINISTRATORE DELEGATO - UNICREDIT, CORSA A CINQUE PER COLLOCARE LA BAD BANK - GLI AMPLIFICATORI MCINTOSH DALL'ITALIA ALLA FRANCIA - CDP RETI VERSO NUOVI SOCI E UN PRESTITO BANCARIO
UNICREDIT, CORSA A CINQUE PER COLLOCARE LA BAD BANK
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Entra nel vivo la gara per la «bad bank» di Unicredit, Uccmb, il braccio veronese del colosso bancario specializzato nella gestione dei crediti problematici. La data room è in fase di apertura per i cinque candidati individuati dall'advisor Ubs per la short list: l'esame dei numeri di Uccmb (Unicredit credit management bank) durerà fino al 30 giugno e poi si potrà cominciare a partire con le offerte per la controllata di Unicredit.
Dei 13 soggetti che hanno manifestato interesse a rilevare la maggioranza dell'istituto - Unicredit dovrebbe restare con una partecipazione attorno al 10% - sono rimasti in gara la cordate Tpg-Deutsche Bank-Goldman Sachs, Fortress-Italfondiario-Prelios-Rothschild con l'assistenza di Mediobanca, Cvc-Jupiter-Cerberus, e poi i fondi americani di private equity Apollo, assistito da Eidos partners, e Blackstone.
L'intenzione dell'amministratore delegato Federico Ghizzoni di chiudere entro l'anno una partita che vale tra 700 milioni e 1 miliardo di euro. In ballo ci sono 4,4 miliardi di sofferenze che Unicredit vuole cedere - si dice al 10% del valore nominale - e un totale di 30 miliardi circa di altre sofferenze da gestire, che non sono non solo di Unicredit ma anche di altri soggetti per i quali già Uccmb opera.
Ed è proprio questo il business che offre più prospettive: diventare un catalizzatore per l'acquisto o la gestione delle sofferenze delle altre banche, specialmente le popolari o le piccole Bcc. Il veicolo di Unicredit - che ha 800 dipendenti che domani sciopereranno contro la cessione per timore di tagli all'occupazione - potrebbe diventare quella famosa «bad bank privata di sistema» auspicata da molti, a cominciare dalla Banca d'Italia per liberare gli istituti dalla zavorra del credito deteriorato.
CARIPARMA E VEDOGREEN, NOZZE TRA FINANZA ED ECONOMIA VERDE
Giu.Fer. per il "Corriere della Sera" - In tempi di stretta creditizia, aumentano i sistemi di finanziamento alternativo per le imprese. L'ultimo esempio sarà annunciato oggi, con l'alleanza strategica tra VedoGreen e Cariparma per creare prodotti finanziari specifici per i 10 settori della green economy, dalla smart energy alla chimica verde, dall'agroalimentare all'illuminazione.
VedoGreen, società del gruppo Ir Top specializzata nella finanza per le aziende green quotate e private, e il gruppo Cariparma, insieme alle imprese coinvolte, costruiranno un sistema proprio di valutazione del rating creditizio e di mercato dell'impresa, tenendo conto anche dell'evoluzione del quadro normativo, per costruire categorie di prodotti finanziari ad hoc, declinati sulla base della diverse esigenze dei settori della green economy. Ad esempio, linee di credito legate al sostegno della riqualificazione edilizia in chiave sostenibile, finanziamenti specifici per le fonti rinnovabili, strumenti di debito a sostegno delle Esco, linee di credito ad hoc per le biomasse in agricoltura e per le serre fotovoltaiche.
EDENRED E LE NOTE SPESE CON «APP» E CELLULARE
(g.str. ) Anche i ticket restaurant, a loro modo, diversificano. Edenred, la società di buoni pasto e «benefit» per il personale, apre ora le porte al mondo delle «note spese». Il gruppo ha lanciato Edenred Italia Fin, un nuovo istituto per i pagamenti aziendali. La strategia di Edenred è di offrire alle imprese un unico «pacchetto» per gestire le note spese, dai pagamenti fino alla raccolta degli scontrini e alla compilazione.
Il «pacchetto» include le carte di debito prepagate, il software per gestire le note spese e le «app» su cellulare con cui i dipendenti possono fotografare lo scontrino e associarlo - via digitale - al relativo esborso. L'obiettivo di Edenred è quello di conquistare le aziende con i presumibili risparmi. Questa volta, quindi, il «target commerciale» non sarebbe più tanto il tradizionale cliente - vale a dire il responsabile delle risorse umane -, bensì il direttore finanziario.
NELLE HOLDING BERLUSCONI DEBUTTA ANCHE ELEONORA
Mar. Man. per il "Sole 24 Ore" - La nomina è recente e, sulla carta, segna il debutto ufficiale di Eleonora Berlusconi nella lunga filiera di società che controllano il gruppo Fininvest. La secondogenita nata dal matrimonio tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, classe 1986, finora assente negli organigrammi del gruppo, è stata nominata amministratore delegato della Holding italiana quattordicesima.
Il veicolo a cui fa capo il 21,42% della Fininvest e partecipato dalla stessa Eleonora, insieme ai fratelli Luigi e Barbara con quote paritetiche, ha infatti rinnovato da poco il board in occasione dell'approvazione dell'ultimo bilancio d'esercizio che ha garantito lo stacco di un dividendo di 15 milioni su un utile netto pari a 20 milioni circa.
In occasione della nomina del nuovo consiglio di amministrazione da parte dell'assemblea degli azionisti, Luigi Berlusconi è diventato presidente del cda e nel board sono entrati anche manager esterni che ruotano nella galassia Fininvest. Si tratta di Federico Rampolla, attuale responsabile della Digital Innovation di Mondadori e di Furio Pietribiasi, un dirigente del gruppo Mediolanum.
La vera novità però è stata formalizzata solo in un secondo tempo, ovvero in occasione del primo board che ha conferito cariche e poteri al nuovo consiglio della Holding italiana quattordicesima. In questo contesto è maturata - appunto - la decisione di attribuire il ruolo di consigliere delegato ad Eleonora. A differenza dei fratelli, Luigi, Barbara e Marina, presidente della Fininvest, Eleonora non siede infatti nel consiglio di amministrazione della holding di via Paleocapa.
Né, tantomeno, ha incarichi in altre società controllate. Il vertice della holding italiana quattordicesima, che sarà condiviso con il fratello Luigi, rappresenta dunque la prima vera poltrona. Peraltro, la stessa Eleonora, nell'ambito della attribuzione dei poteri, potrà svolgere, senza limiti di importo, una serie di attività di rappresentanza e in ipotesi di assenza del presidente, tutti i poteri di ordinaria amministrazione nei limiti dell'importo di 30 milioni per singola operazione. Servirà , invece, la firma congiunta di Eleonora e Luigi per tutte le operazioni superiori ai 30 milioni, ma non a 50 milioni, per singola operazione.
GLI AMPLIFICATORI MCINTOSH DALL'ITALIA ALLA FRANCIA
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Sono stati per 7 anni controllati da un gruppo finanziario italiano, cioè Quadrivio. Ora i manager del fondo, cioè Alessandro Binello e Walter Ricciotti, hanno deciso di cederli in Francia, a un private equity d'Oltralpe, cioè Lbo France. L'operazione riguarda gli amplificatori del gruppo italiano Fine Sounds che a propria volta controlla l'americana McIntosh, comprata nel 2012 e famosa per aver diffuso il rock sui prati del concerto di Woodstock. Fine Sounds ha visto il proprio fatturato salire in pochi anni da 10 a 80 milioni di dollari (con un Mol di 15 milioni). Il prezzo messo sul piatto da Lbo sarebbe superiore ai 100 milioni di euro, un multiplo di 9 volte il Mol. Insomma, un bel guadagno per Quadrivio, che nel 2007 aveva speso per l'azienda 40 milioni.
LA BANCA CINESE ICBC FA SHOPPING SUL BOSFORO
V.D.R. per il "Sole 24 Ore" - Dopo aver conquistato il terzo posto nell'export in Turchia con uno straordinario saldo positivo per Pechino di 21 miliardi di dollari (meglio di Germania e Russia), la Cina va all'attacco delle banche turche. Il gigante del credito cinese Industrial & Commercial Bank of China (Icbc) ha reso noto che acquisterà il 76% della banca turca Tekstil Bankasi AS, per 316 dollari milioni di euro. Certo non è un boccone molto grosso, ma ciò che conta sono i 44 sportelli che la media banca turca si porta in dote. Una mossa di internazionalizzazione che consente a Pechino di entrare nel promettente e concorrenziale mercato creditizio sul Bosforo.
CDP RETI VERSO NUOVI SOCI E UN PRESTITO BANCARIO
Ce.Do. per il "Sole 24 Ore" - L'apertura del capitale di Cdp Reti entra nel vivo. Entro metà giugno dovranno arrivare le offerte vincolanti per una quota inferiore al 49% del veicolo con dentro sia il 30% di Snam che il 29,9% di Terna. Le missive sarebbero state inviate agli australiani di Ifm e ai cinesi di State Grid of Corporation. Intanto, però, Cassa lavora, con un pool di istituti (tra cui figurano UniCredit, SocGen, Intesa e Mediobanca), a un prestito bancario di 1,5 miliardi di euro a Cdp Reti, che sarebbe poi "girato" alla controllante come cedola straordinaria.






