zonin visco

NON C’ERO E SE C’ERO DORMIVO – LA VIGILANZA DELLA BANCA D’ITALIA “SAPEVA” GIA’ NEL 2012 CHE LA POPOLARE DI VICENZA EROGAVA PRESTITI AI CLIENTI PER L’ACQUISTO DI AZIONI DELLA BANCA. E NON HA FATTO NIENTE – SI TRATTA DELLE OPERAZIONI “BACIATE” E VIETATE – SCAMBIO DI MAIL FRA GLI ISPETTORI DI BANKITALIA E GLI UOMINI DI ZONIN 

 

Francesco Bonazzi per La Verità

 

CARMELO BARBAGALLO jpeg

Lo scandalo della Banca popolare di Vicenza, che lo scorso anno ha azzerato il risparmio di 120.000 soci, poteva e doveva scoppiare a luglio del 2012. Sarebbe bastato che gli ispettori della Banca d' Italia fossero stati coerenti con sé stessi e con le domande che avevano fatto ai dirigenti dell' istituto. Peccato, invece, che quando sono saltate fuori le prime, tragiche, «baciate» (fidi ai soci in cambio di acquisto di azioni della banca stessa, vietatissimo) un ispettore di Via Nazionale se la sia cavata così: «È una pratica diffusa tra le Popolari, ma non è un fenomeno che deve preoccupare».

 

Negli atti dell' inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza chiusa a luglio scorso dalla procura di Vicenza, e che vede tra i maggiori indagati l' ex presidente Giovanni Zonin e il suo braccio destro Samuele Sorato, spuntano alcune mail imbarazzanti per la vigilanza guidata da Carmelo Barbagallo, che insieme al governatore Ignazio Visco è a caccia di riconferma a fine ottobre. Si tratta di una corrispondenza di cinque anni fa che, unita ai verbali di un manager della Vicentina, demoliscono la linea difensiva di Via Nazionale, improntata al «Noi non sapevamo nulla», almeno fino all' ispezione della Bce del 2015.

 

ignazio visco

Il 16 luglio del 2015, il pm Luigi Salvadori sente come testimone Giampaolo Scardone, ex ispettore di Bankitalia. Nel 2012 guida il team ispettivo mandato a Vicenza per verificare «solo il rischio di credito» e non altro. Il pm prende nota, ma poi va al sodo e gli chiede se aveva visto delle «baciate» e Scardone nega categoricamente: «Escludo che come componenti del Gruppo ispettivo abbiamo ricevuto da esponenti di Bpvi notizie o informazioni circa simile fenomeno, ovvero che durante l' ispezione sia stata esibita da esponenti della Banca documentazione a tale proposito, sia su nostra richiesta che di propria iniziativa». Il magistrato ne prende atto e lo congeda.

 

Il 23 febbraio dell' anno scorso viene invece sentito Gennaro Sansone e al fianco di Salvadori c' è anche l' altro pm, Gianni Pipeschi. Sansone è stato alla sede vicentina di Bankitalia dal 1998 al 2003, nel 2008 diventa ispettore e nel 2012 finisce a ispezionare propria la banca di Zonin. Alla domanda sui finanziamenti correlati all' acquisto di azioni, ammette qualcosa: «Premetto che per una Popolare è la prassi annoverare tra i propri clienti soggetti titolari di azioni della banca stessa. Tuttavia è rientrato nell' ambito dell' ispezione l' accertamento di alcune situazioni in cui l' acquisto di azioni Bpvi fosse "legato" ai finanziamenti». E come sono andate queste verifiche nel 2012? «Non sono state rilevate operazioni di acquisto in connessione all' erogazione del credito».

 

GIANNI ZONIN E SAMUELE SORATO

Tutto a posto, dunque? Mica tanto. Pochi mesi dopo in Procura viene chiamato Claudio Ambrosini, vicentino, classe 1966, che nel 2012 era il direttore dei crediti ordinari. Interrogato il 14 settembre 2016, racconta che durante l' ispezione del 2012 «il personale di Banca d' Italia ha esaminato la posizione cointestata relativa a Cattaneo-Luisetto, dove c' era un finanziamento di circa 21 milioni di euro, impiegato interamente per l' acquisto di azioni Bpvi nel giro di pochissimi giorni».

 

A quel punto i pm lo interrompono e gli chiedono se ha delle prove di quello afferma. Ambrosini risponde che le ha e chiede di scendere a prendere il computer in macchina. E torna con una serie di mail imbarazzanti, anche queste nella disponibilità de La Verità.

 

Per esempio, alle 15:47 di mercoledì 4 luglio 2012, l' ispettore Sansone scrive ad Ambrosini: «Faccio riferimento alla verifica sugli azionisti Bpvi che, allo stesso tempo sono affidati dalla banca. Le chiedo cortesemente di verificare per i nominativi indicati in calce - analogamente a quanto effettuato per i signori Cattaneo e Luisetto - le date di acquisto delle azioni PopVicenza e il tipo di provvista utilizzata». Passano meno di 30 minuti e Ambrosini scrive a Sansone che avrà i dati richiesti «quanto prima».

 

assemblea pop vicenza

Il giorno dopo, alle 18:13, nuova mail di Gennaro Sansone: «A integrazione della precedente richiesta La prego di inserire anche i nominativi Bufacchi Sandro e Torzilli Mauro». Nel giro di 24 ore, come risulta da un fitto scambio di mail tra funzionari e dirigenti della banca veneta, agli ispettori di Bankitalia vengono consegnati alcuni file, tra cui l' elenco delle prime 94 posizioni di debitori della Bpvi e i profili di rischio dei primi trenta.

 

Ai pm, decisamente allibiti, Ambrosini aggiunge una serie di particolari. «Quando Sansone e il suo collega mi hanno chiesto "che roba è questa"», dice il dirigente parlando della «baciata» Cattaneo-Luisetto, «ho colto al balzo l' occasione per togliermi un sassolino dalla scarpa e ho detto che talvolta capitava che nella banca si effettuassero operazioni di questo genere». Un bell' assist alla Vigilanza. Ma quel giorno Sansone sembra non raccogliere.

 

zonin popolare vicenza

Il giorno dopo, invece, racconta sempre Ambrosini ai pm, «mi ha chiesto per mail documentazione su posizioni analoghe, ovvero Elan srl, Tesoro Sa Vino, Bragagnolo Furio, Bufacchi Sandro e Torzilli Mauro». «Nel predisporre la documentazione», prosegue Ambrosini, «ho verificato che anche le operazioni concluse dalla Banca con questi clienti avevano una corrispondenza tra importi finanziati e controvalore azioni acquistate, e pochissimi giorni tra erogazione e acquisti». E il valore di queste operazioni era già di 63 milioni di euro.

 

Nei giorni seguenti, Ambrosini chiede al suo superiore, il vicedirettore generale Paolo Marin, come sono state prese quelle carte dagli ispettori. E la risposta è sorprendente: «Marin mi disse che aveva rappresentato a Scardone che le posizioni sopra indicate erano caratterizzate dall' impiego del finanziamento nel giro di pochi giorni, per l' acquisto di azioni Bpvi per un importo corrispondente al fido medesimo, ma Scardone aveva commentato che si trattava di una prassi diffusa tra le banche popolari e che per Bpvi si trattava di un fenomeno non rilevante, che non destava preoccupazione». In questa diagnosi clamorosamente sbagliata c' è tutta la Banca d' Italia dell' era Visco.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...