melania trump

COSA NON SI FA PUR DI NON LAVORARE - DOPO QUATTRO ANNI DA FIRST LADY, MELANIA TRUMP NON SA COME OCCUPARE IL PROPRIO TEMPO E SI DÀ ALL’ARTE DIGITALE. L'EX MODELLA HA MESSO IN VENDITA ONLINE, COME "NFT", UN DIPINTO DEI SUOI OCCHI, COMPRENSIVO DI UNA REGISTRAZIONE AUDIO - L’OPERA SARÀ LA PRIMA DI UNA LUNGA SERIE E PARTE DEI PROVENTI DOVREBBE FINIRE IN BENEFICENZA, MA NON È CHIARO IN CHE PERCENTUALE. PIÙ CHE LA CARITÀ, L’OBIETTIVO È IL MARKETING - IL PREZZO È DI...

Da www.corriere.it

 

Donald Trump e Melania

Melania Trump si dà agli NFT. La prima attività, dall’addio alla Casa Bianca, dell’ex first lady, riguarda una delle tecnologie più in voga nell’ultimo anno. Se l’NFT è stato eletto a parola dell’anno dal dizionario Collins, ecco che anche la moglie di Donald Trump non si è lasciata sfuggire l’occasione di sperimentarla.

 

Melania Trump

Una nuova impresa «che incarna la mia passione per le arti, e sosterrà il mio impegno costante per i bambini attraverso la mia iniziativa Be Best - ha dichiarato in un comunicato -. Attraverso questa nuova piattaforma basata sulla tecnologia, forniremo ai bambini competenze informatiche, tra cui la programmazione e lo sviluppo di software, per prosperare dopo la loro età fuori dalla comunità adottiva».

 

NFT ARTE DIGITALE DI MELANIA TRUMP

La prima opera messa in vendita da Melania Trump si chiama Melania’s Vision ed è un dipinto digitale ad acquerello dei suoi occhi. L’autore è Marc-Antoine Coulon e l’NFT dovrebbe includere anche una registrazione audio dell’ex first lady.

 

donald e melania trump 1

Costerà circa 150 dollari e sarà disponibile per l’acquisto tra il 16 dicembre e il 31 dicembre. Questo è solo l’inizio: Melania Trump ha dichiarato che rilascerà NFT a «intervalli regolari» sul suo sito web. Sito web che tra l’altro è gestito da Parler, la piattaforma amata dall’ultradestra americana (e dallo stesso Trump), poi sospesa dal cloud di Amazon.

melania trump

 

Scattano però già le polemiche. Se è vero che Melania Trump ha dichiarato che i proventi verranno destinati alla beneficenza, non è chiaro né quali enti beneficeranno delle donazioni né quale percentuale dei ricavi verrà trattenuta dalla neo imprenditrice.

 

Secondo Aaron Dorfan, presidente del National Committee for Responsive Philanthropy - intervistato dalla Cnn - questo significa «che la carità non è una parte seria del loro piano. È una manovra di marketing».

 

melania trump 3

La famiglia Trump ha una storia travagliata con gli enti di beneficenza, anche se Melania Trump non è stata direttamente coinvolta in uno scontro su un ente di beneficenza gestito dalla famiglia a New York. Mentre era ancora presidente, Donald Trump ha pagato una multa di 2 milioni di dollari ordinata dal tribunale dopo aver ammesso di aver usato la sua fondazione di beneficenza come un salvadanaio personale. La multa è stata ordinata per essere distribuita tra otto enti di beneficenza. La Fondazione Trump è stata sciolta.

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)