the founder

NONOSTANTE IL FILM, MCDONALD PERDE CLIENTI E LI CONQUISTA IL PIU’ TRADIZIONALISTA BURGER KING – DELUDE LA SCELTA VEGETARIANA – PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA CHIUDERANNO TRE RISTORANTI BIG MAC E RIAPRIRANNO CON L’INSEGNA CONCORRENTE

 

Claudio Antonelli per la Verità

 

the  founder the founder

Serviva un film per rimettere McDonald' s al centro della tavola. The founder, questo il titolo della pellicola, racconta i retroscena della nascita del colosso dell' hamburger e sintetizza in meno di due ore le colonne portanti della globalizzazione alimentare. Si tratta della vera storia di Ray Kroc, il socio dei fratelli McDonald, che da commesso di provincia diventa re del fast food espropriando l' idea ai due fondatori, relegati ai margini e privi di dividendi.

 

the  founder  the founder

Ciò che Kroc intuisce e sviluppa all' ennesima potenza è la capacità di creare una catena di montaggio in grado di servire ai clienti non ciò che essi vogliono, ma ciò che c' è nel tempo più breve possibile. Ciò permette di offrire sapori uniformi e vendibili in tutto il mondo. Il Big Mac negli anni Ottanta diviene addirittura un indice economico di valutazione del potere d' acquisto nei vari angoli del mondo, ma soprattutto l' hamburger diventa un sostituto materno.

 

Numerosi libri si sono dedicati al tema spiegando come l' offerta di McDonald' s sia riuscita a soddisfare l' ancestrale bisogno di regressione e protezione. Un po' quella capacità di placare l' ansia che il seno materno offre ai più piccoli. La gioia che deriva dal l' addentare un panino costruito artificialmente nella forma e nel sapore (con un mix sapiente di dolce e salato) per anni ha funzionato come surrogato dell' essere bambini.

Non a caso nei ristoranti della catena si può mangiare in piedi, facendo rumore e riempiendosi a piacimento. Invertendo l' ordine delle portate, la somma non cambia mai.

 

MCDONALD'SMCDONALD'S

McDonald's è diventato così simbolo della libertà da esportare nel mondo. Col passare degli anni però il globo è cambiato. Così come si è modificato sensibilmente lo storytelling sul cibo e McDonald' s si è trovato spiazzato. Vittima per anni di chi lotta contro la globalizzazione e il junk food, il colosso ha provato a riposizionarsi. A cambiare brand. Inserendo nel menu insalate e spingendo per alimenti venduti come più sani. La sostituzione non sembra funzionare. Nel 2015 la società ha chiuso 700 ristoranti soltanto negli Stati Uniti. Ha provato a rivedere i processi produttivi.

 

MCDONALD'SMCDONALD'S

Ha inserito la colazione 24 ore su 24. Col risultato però di intaccare la base dei profitti; ovvero il modello operativo che è stato per decenni la vera attrattiva e il vero core business indipendentemente dal continuo variare degli ingredienti e delle salse. Il rincorrere cibi salutari ha dunque lasciato il colosso con il fiato lungo. Finendo con il facilitare le nuove catene in grado di offrire alternative davvero innovative. Basti pensare all' exploit di Taco Bell o Shake Shack.

 

Paradossalmente dalla sfida stanno uscendo vincenti altre catene che hanno mantenuto intatto il proprio Dna. Un caso su tutti è quello di Burger King. L' offerta della catena vissuta storicamente come antitetica al Big Mac, ma su scala decimale, non ha mai tradito la vocazione iniziale. Tant' è che uno dei motti è quello di frequentare i punti vendita con moderazione. Senza esagerare. L' Italia è stato un campo di battaglia decisamente arduo. Se per anni McDonald' s ha vissuto d' eredità spingendo sulla qualità degli ingredienti italiani e lasciando il concorrente schiacciato ai margini del mercato, negli ultimi tempi ha ceduto il passo.

PASTO BURGER KING PASTO BURGER KING

 

Nel quinquennio 2015-2020 Burger King ha attivato un importante piano di espansione lungo la Penisola con un investimento di 340 milioni di euro. Con l' apertura di 300 punti vendita. Con l' inizio del 2017 è accaduta poi una piccola rivoluzione, un tempo impensabile. Per la prima volta in tutta Europa tre negozi McDonald' s chiudono e riaprono con il brand Burger King. In sostanza altrettanti franchising escono dal giro della grande «M» per abbracciare la catena più piccola. È avvenuto a Bologna, accadrà a Napoli e alla stazione di Verona.

 

I VERTICI DI BURGER KING A WALL STREETI VERTICI DI BURGER KING A WALL STREET

A questo punto viene da chiedersi che cosa si aspettano i consumatori nei prossimi anni. Da un lato vengono premiate le catene tradizionali, dall' altro si sta sviluppando una nuova globalizzazione a chilometro zero; quella dei sapori locali. Un paradosso filosofico che l' industria spera di sintetizzare. In questo trasformazione McDonald' s sembra riscoprirsi prigioniera del suc cesso del proprio brand. Che da una parte vorrebbe rimuovere e dall' altra rivalorizzare.

 

BURGER KING BURGER KING

Non a caso ha lanciato il McVeggie che suona come qualcosa di healthy e al contempo prova a sperimentare il bancomat di hamburger. Un distributore automatico che eroga i classici Big Mac. L' ultima trovata del colosso dei fast food è pensata per la città di Boston. Il distributore sarà attivo il 31 gennaio tra le 11 e le 14 di pomeriggio. Per addentare il panino ai clienti basterà semplicemente scegliere la grandezza dell' hamburger e inserire il proprio indirizzo Twitter.

 

«È divertente e moderno», ha dichiarato Vince Spadea, licenziatario di Mc Donald' s. «La macchina è prevalentemente uno strumento pubblicitario», ha poi aggiunto, assicurando che «non si tratta del primo passo verso un licenziamento del personale». Ma la dichiarazione non suona poi così rassicurante.

 

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...