OGNI TANTO, UNA BUONA NOTIZIA PER TIM – IL TITOLO DI TELECOM VOLA IN BORSA E CRESCE DEL 5%: A SCATENARE GLI ACQUISTI LA DECISIONE DELLA CORTE D’APPELLO DI ROMA SECONDO CUI LA SOCIETÀ DI TELECOMUNICAZIONI DOVREBBE ESSERE RISARCITA DI 530 MILIONI DI EURO PER CANONI DI LICENZA PAGATI 25 ANNI FA MA NON DOVUTI. IL CONTO SALIREBBE A UN 1 MILIARDO CONSIDERANDO ANCHE GLI INTERESSI MATURATI, MA IL GOVERNO HA ANNUNCIATO RICORSO…
1. TIM, BOOM IN BORSA (+5%): ARRIVA 1 MILIARDO PER CANONI DI CONCESSIONI NON DOVUTI, 25 ANNI DOPO
Estratto da www.corriere.it
Tim prende il volo in Borsa. Sul finale di seduta sale fino al 5% a 0,23 euro quando Bloomberg anticipa la decisione della corte d'appello di Roma secondo cui Tim dovrebbe essere risarcita, dopo più di 25 anni, di circa 530 milioni di euro più interessi in cambio di canoni di licenza che la società aveva pagato anche se non dovuti. E questo porterebbe il conto a 1 miliardo di euro, anche se la sentenza non è definitiva e il governo potrebbe fare appello.
[…] A stretto giro arriva la conferma della società che conferma come «la Corte d’Appello di Roma ha chiuso in favore del Gruppo un contenzioso durato quindici anni relativo alla restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, l’anno successivo alla liberalizzazione del settore, e richiesto in restituzione dalla Società.
La somma dovuta è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati per un totale pari a circa 1 miliardo di euro. La sentenza è immediatamente esecutiva e Tim avvierà da subito le procedure per il recupero dell’importo in questione». […]
2. P.CHIGI, RICORSO SU CONDANNA A RISARCIRE 528 MILIONI A TIM
(ANSA) - "La Presidenza del Consiglio dei Ministri, appresa la notizia della sentenza di condanna della Corte d'appello civile di Roma a risarcire in favore del Gruppo Tim la somma di circa 528 milioni di euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite, comunica che proporrà ricorso per Cassazione e chiederà la sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia". Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi.
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