PAGINE GIALLE CRAC - SEAT, CHE NEL 2000 VALEVA 20 MILIARDI (PIÙ DI FIAT) OGGI È CARTA STRACCIA - MA OCCHIO, I RACCONTI DELLA GRANDE STAMPA VI PORTANO FUORI STRADA - È VERO, È COLPA ANCHE DELLA BOLLA “DOTCOM”, DEL PRIVATE EQUITY & CO. MA LA REALTÀ È CHE IN PIU' RIPRESE SOCI AVIDI E AMMINISTRATORI PRIVI DI SENNO HANNO INDEBITATO LA SOCIETÀ AL SOLO SCOPO DI RIPARTIRE DIVIDENDI E RIENTRARE DELL’INVESTIMENTO - E LE BANCHE SI SONO FELICEMENTE PRESTATE…
1- I DIVIDENDI
Bankomat per Dagospia
La questione Seat e' l'ennesimo episodio, un archetipo, della caciara socio economico italiana. Circo puro, mix letale di avidita', immoralita' e marasma mediatico.
Pero' fidatevi: as usual, i racconti della grande stampa (a parte l'articolo del Sole 24 Ore a seguire) se non siete addetti ai lavori vi porteranno fuori strada.
Sentite parlare di bolla delle dot.com, di finanza avida e speculativa, di private equity privi di scrupoli, di manager e finanzieri rampanti. Certo, anche questo c'e' stato nella storia Seat.
Ma se grattate bene in fondo agli articoli di giornale scoprite un fatto semplice, disarmante nella sua gravita', che con tutte le balle socio-psico-cultu che vi apparecchiano non c'entra nulla. In piu' riprese soci avidi ed amministratori privi di senno hanno deliberato di ripartire dividendi miliardari che di fatto facevano rientrare i soci dall'onere del l'investimento. Il tutto non usando liquidità ' normalmente disponibile in azienda, che sarebbe stato lecito, ma indebitando ad hoc la Seat per avere i fondi per pagare i dividendi agli azionisti avidi.
Ecco, gia' il termine indebitare e' fuorviante. Dovremmo meglio scrivere e far leggere ai lettori dei giornali quanto segue: " la societa' ha chiesto alle banche di deliberare un finanziamento miliardario finalizzato alla distribuzione di dividendi".
La cosa grave e' che , come nel caso della Monaca di Monza, la sciagurata rispose ....nel senso che questi mattacchioni degli amministratori Seat trovarono piu' banche disposte a deliberare ed erogare.
Quindi la storia Seat e' banale, tediosa, drammatica storia di mala banca, che delibera l'indeliberabile, ma solo in certi casi, agli amici. Diciamolo. Altro che bolla tecnologica e finanza astrale.
2- QUANDO SEAT VALEVA PIÃ DI FIAT
Fabio Pavesi per "Il Sole 24 Ore"
Passerà alla storia come il più grande flop borsistico italiano. In realtà per quegli investitori (centinaia di migliaia) che avevano comprato a piene mani il titolo Seat Pagine Gialle nel picco massimo dell'ubriacatura da new economy, ormai 12 anni fa, il dramma era compiuto da anni. Quel titolo che era arrivato a valere ben 6,86 euro il 28 febbraio del 2000 non si è mai più ripreso. Il collasso era iniziato e la lenta agonia è di fatto durata oltre un decennio.
LA SBORNIA DA NEW ECONOMY
Seat era arrivata a valere solo con le azioni ordinarie la bellezza di 26 miliardi di euro, quasi il doppio di una blue chip come la Fiat di allora. Follia pura si dirà . Certo un'euforia del tutto irrazionale che vide il tracollo del mito di Internet e dei suoi profitti e ricavi immaginati (allora) salire all'infinito del 100% anno su anno. Non andò così.
L'INIZIO DELLA FINE: IL DEBITO
Ma Seat cominciò a perire non tanto per la smania pericolosa e incontrollata dei formidabili utili dal web ma per un'operazione finanziaria condotta dalle "locuste" del private equity che si passarono di mano più volte la società degli elenchi telefonici caricandola, ogni volta, inverosimilmente di debiti.
Uno degli ultimi cambi di proprietà è avvenuto a 3 miliardi di euro cash (per il 61,5% del capitale) a metà del 2003 da parte di Investitori associati, Permira, Bc Partners e Cvc. L'anno dopo dalla società è stato prelevato un dividendo complessivo di 3,57 miliardi con il quale i fondi-azionisti hanno ridotto di fatto a soli 800 milioni l'esborso per l'acquisizione. I soci forti abbassarono così il loro costo d'acquisto, caricando nel frattempo la società di debiti. Nel 2004 i debiti netti erano la bellezza di 3,9 miliardi di euro. E, tutti insieme, valevano oltre 6 volte il margine operativo lordo.
Sono gli anni in cui i tassi bassi favorivano l'accesso al debito ma, venendo ai giorni nostri, quella massa enorme di soldi a prestito è diventata un boomerang appena i tassi nel 2006 cominciarono a salire. Il resto è storia recente: o meglio da quel cambio drastico di pelle la Seat non si è mai più ripresa. Quegli oltre 3 miliardi di debiti scaricati in un colpo solo sulla società l'hanno di fatto piegata per sempre. Si pensava (erroneamente) che una società che produceva ogni anno oltre 600 milioni di margine lordo potesse sopportare quel fardello. Ma il fardello da oltre 3 miliardi si è rivelato una zavorra dato che costringeva Seat a mangiarsi ogni anno il 40% del Mol solo per gli interessi.
LE SVALUTAZIONI
Poi anche i margini hanno cominciato a precipitare, per via delle svalutazioni e degli ammortamenti. Nel 2011 il Mol era già sceso a 370 milioni (dai 600 milioni dei tempi d'oro) e le svalutazioni hanno prodotto perdite per 790 milioni. La fine era scritta, già allora.




