IL MONDO IN FIAMME È UNA CUCCAGNA: C'E' CHI CI GUADAGNA! - LA GUERRA IN UCRAINA E IL CONFLITTO TRA ISRAELE E HAMAS HANNO TENUTO ALTISSIMI I FATTURATI DEI PRODUTTORI DI ARMI: IN DUE ANNI GLI ORDINI DELLE 15 MAGGIORI AZIENDE DEL SETTORE SONO AUMENTATI DELL'11%, PASSANDO DA 700 A QUASI 800 MILIARDI DI DOLLARI – E IN BORSA I TITOLI SONO CRESCIUTI FINO AL 300% – IL MERCATO PIÙ FLORIDO RESTA QUELLO DEGLI STATI UNITI. E LA NOVITÀ È LA COREA DEL SUD – IL “FINANCIAL TIMES”: “L’AUMENTO DELLA SPESA PER LA DIFESA DA PARTE DEI GOVERNI È DESTINATO A DURARE”
Estratto dell’articolo di Giulio Da Silva per “il Fatto quotidiano”
Se non fosse bastata la guerra senza fine tra Russia e Ucraina, che il 24 febbraio farà due anni, ci ha pensato il sanguinoso conflitto tra Israele e Hamas esploso il 7 ottobre a tenere alto il morale delle industrie delle armi. Gli affari vanno a gonfie vele.
Gli ordinativi ricevuti dai maggiori gruppi mondiali “sono vicini ai massimi storici”, mentre prosegue il boom delle azioni in Borsa, sottolinea il Financial Times.
Il quotidiano della City di Londra ha calcolato che in soli due anni il portafoglio ordini complessivo delle 15 maggiori aziende mondiali di armi e difesa è aumentato del 10,9%, da 701,2 miliardi di dollari alla fine del 2020 a 777,6 miliardi di dollari a fine 2022.
Gli ordini sono il fatturato del futuro per aziende che lavorano su commessa. Questo dimostra che c’è una tendenza a un incremento della produzione e dei ricavi e, molto probabilmente, dei profitti. E quest’andamento è proseguito nell’anno appena terminato con ulteriori massicci acquisti di armi fatti dai governi. […]
i successi in borsa dei produttori di armi
IL MERCATO PIÙ FLORIDO: USA
L’analisi sugli ordini è stata fatta partendo dai grandi “contractor ” militari degli Stati Uniti, il mercato più florido per l’industria delle armi. Gli Stati Uniti sono il Paese che spende di più per l’apparato militare, 877 miliardi di dollari nel 2022 secondo i dati del Sipri di Stoccolma, pari al39% della spesa mondiale.
La spesa globale nel 2022 ha toccato il record storico a 2.240 miliardi, con un aumento del 3,7% rispetto al 2021 in termini reali, cioè depurato dall’inflazione. Nel campione analizzato c’è innanzitutto Lockheed Martin, l’azienda numero uno mondiale nella produzione di armi. Produce i cacciabombardieri F-16 e F-35, e i missili lanciati a spalla Javelin, forniti in grande quantità dal presidente Usa Joe Biden all’Ucraina.
I Javelin sono fabbricati in joint venture con un altro colosso del settore, Rtx (ex Raytheon Technologies), produttrice anche dei missili Patriot. Pochi mesi dopo l’attacco di Putin a Kiev, Lockheed ha annunciato che sarebbe stata raddoppiatala produzione di Javelin. Poi il gruppo ha fornito a Kiev anche i missili a più lunga gittata Atacms, in grado di colpire un bersaglio a300 chilometri. […]
ITAMAR BEN GVIR CONSEGNA ARMI AI CITTADINI
Nel gruppo dei 15 ci sono ancora le americane Northrop Grumman, Rtx, Boeing (setto re difesa e spazio, esclusi i jet commerciali), L3Harris, Gene ral Dynamics, l’azienda che produce i carri armati Abrams inviati da Biden in Ucraina. In Europa sono incluse la britannica Bae Systems, le francesi Tha les, Dassault Aviation, la franco-tedesca Airbus (solo il settore difesa e spazio), la tedesca Rheinmetall, la svedese Saab, l’italiana Leonardo.
Infine l’israeliana Elbit Systems e la sudcoreana Hanwha Aerospace. Proprio Hanwha ha ottenuto il maggiore aumento di nuove commesse. Il suo portafoglio ordini è salito da 2,4 miliardi di dollari nel 2020 a 15,2 miliardi di dollari alla fine del 2022, secondo l’analisi del quotidiano finanziario britannico. […]
LA NEW ENTRY: COREA DEL SUD
joe biden - volodymir zelensky le armi e la guerra israele hamas - vignetta by osho
La Corea del Sud ha scalato la classifica dei venditori di armi negli ultimi due anni grazie ai significativi ordini, in particolare dai paesi dell’Europa orientale. Secondo il Sipri, è stata il nono venditore di armi al mondo nel 2022, rispetto al trentunesimo posto nel 2000.
LA SPESA MILITARE D’EUROPA
La spesa militare in Europa ha registrato il più forte aumento su base annua degli ultimi 30 anni, i governi hanno annunciato nuovi ordini di munizioni, carri armati e missili per ricostituire le scorte nazionali esaurite dalle “donazioni” inviate all’Ucraina. “Donazioni” per chi le riceve, perché le armi sono state pagate dai governi, quindi dai contribuenti.
Il produttore tedesco di carri armati Rheinmetall è un altro grande beneficiario dell’aumento di spesa in seguito alla guerra in Ucraina. Il portafoglio ordini è cresciuto da 14,8 miliardi di dollari nel 2020 a 27,9 miliardi nel 2022 ed era balzato a 32,5 miliardi alla fine del primo semestre del 2023.
Non tutta la maggiore spesa è legata all’Ucraina. Il portafoglio ordini di Bae Systems, ad esempio, è passato da 61,8 miliardi di dollari a 70,8 miliardi di dollari nel 2022 grazie a nuovi ordini per programmi esistenti, tra cui sottomarini, fregate e aerei da guerra. E ha raggiunto il record di 84,2 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023.
Anche l’industria italiana ha beneficiato della guerra. Dal 2020 al 2022 il gruppo Leonardo ha incrementato il portafoglio ordini da 36,51 a 37,5 miliardi, mentre i ricavi consolidati sono aumentati da 13,78 a 14,7 miliardi. Ma al 30 giugno 2023 il “backlog ” aveva fatto un balzo più consistente, a 39,1 miliardi (+7% rispetto al 2020).
I RIALZI IN BORSA
GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO
Impressionante il rialzo in Borsa delle azioni delle aziende che producono armi. Il Financial Times ricorda che negli ultimi 12 mesi l’indice globale Msci (Morgan Stanley) per i titoli del settore è aumentato del 25%, mentre l’indice europeo Stoxx dell’aerospazio e difesa è cresciuto di oltre il 50%, tra queste Leonardo +132%.
Nei due anni da gennaio 2022 a fine 2023, secondo le rilevazioni di Refinitiv fino al 26 dicembre, ci sono stati guadagni in Borsa per 30 società. I rialzi maggiori sono della turca Asel san (+341%) e dell’indiana Hin dustan Aeronautics (+340%), seguite da Rheinmetall (+244%).
Seguono la texana Ati (+180%), Hanwha (+165%), la svedese Saab che produce il caccia Gripen (+159%) e la britannica Rolls-Royce (+143%), uno dei tre grandi produttori mondiali di motori per aerei. Nella classifica dei rialzi di Borsa Leonardo è nona (+132%).
“I guadagni riflettono la convinzione degli investitori che l’aumento della spesa per la difesa da parte dei governi sia destinato a durare”, commenta il Financial Times, e quindi a far esplodere i profitti e i dividendi delle aziende. Finché c’è guerra c’è speranza.
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