A CHI LA BORSA? NON A NOI – IL PESO DELLO STATO A PIAZZA AFFARI È SCESO PER LA PRIMA VOLTA SOTTO IL 30%. EFFETTO DELLE PRIVATIZZAZIONI MELONIANE – NELL'ULTIMO ANNO LE 13 SOCIETÀ PARTECIPATE DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE DAL MEF HANNO PERSO IN BORSA 8,2 MILIARDI DI VALORE – INCIDONO LA VENDITA DEL 2,8% DELL’ENI E I DUE COLLOCAMENTI BEN RIUSCITI DELLE QUOTE DI MPS. E PESANO I RISULTATI NEGATIVI NEL 2024 DELLA STESSA ENI (-17%), DI STM (-46) E SNAM (-8%)...
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Quali effetti ha sulla Borsa la politica del governo Meloni di «profonda riconsiderazione del perimetro pubblico», come annunciato dal ministro Giorgetti nell’ultimo Psb (Piano strutturale di bilancio)? Il primo risultato tangibile è che il peso dello Stato a Piazza Affari è sceso per la prima volta sotto il 30%.
Prendendo come riferimento le capitalizzazioni di mercato al primo gennaio 2025, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio Finanziario della Co-Mar, le 13 società partecipate (direttamente o indirettamente dal Mef) hanno infatti perso 8,2 miliardi di valore rispetto al primo gennaio 2024: da 229,4 miliardi a 221,2 miliardi in totale, portando il peso sul listino al 27,3%.
giancarlo giorgetti. voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
Un dato in controtendenza rispetto all’andamento complessivo di Piazza Affari che nel corso del 2024 è salita del 6,4%, passando da 761,9 miliardi a 810,6 miliardi.
Ma sarebbe sbagliato, sulla base di questi dati, trarre la conclusione che lo Stato si sta ritirando dall’economia italiana, per cercare di stare al passo con le economie occidentali più sviluppate. Più precisamente sta riorganizzando il suo variegato portafoglio, da una parte privatizzando, dall’altra cercando di aumentare i presidi sulle società ritenute strategiche per il Paese.
In Borsa però si vede principalmente l’effetto delle vendite, come è successo durante l’anno per la vendita del 2,8% dell’Eni e per due collocamenti ben riusciti del Monte dei Paschi di Siena. Ma soprattutto in Borsa si vede l’effetto dell’andamento dei prezzi delle materie prime, come il petrolio, che hanno influenzato non poco i corsi di Borsa di alcune partecipate importanti come l’Eni.
Il Cane a sei zampe, infatti, dopo due anni di andamento spumeggiante in Borsa dovuto al rincaro dei prezzi post Covid e post guerra russo-ucraina, ha ritracciato nell’anno appena trascorso andando a perdere il 17%. […]
A inizio 2025 Enel è passata in testa con 70 miliardi di capitalizzazione di Borsa (8,6% del listino), seguita da Eni con 42,9 miliardi (5,3%), Stmicrolectronics con 21,8 miliardi (2,7%), Poste Italiane con 17,7 miliardi (2,2%), Terna con 15,3 miliardi (1,9%), Leonardo con 14,9 miliardi (1,8%), Snam con 14,3 miliardi (1,7%), Banca Mps con 8,5 miliardi (1,05%).
In sostanza il risultato di Borsa negativo di tre sole società, cioé Stm (-46,89%), Eni (-17,02%) e Snam (-8,12%) non è stato sufficientemente compensato dalla performance positiva delle altre 10 società partecipate dal Mef, a partire da Fincantieri che ha messo a segno un + 135% comprensivo di un aumento di capitale da quasi 400 milioni di euro.
Dietro al gruppo guidato da Pierroberto Folgiero i guadagni più importanti hanno riguardato Mps (+123,4% nei dodici mesi), Leonardo (+73,6%), Saipem (+70,6%), Poste (+32,5%), Enav (+18,6%), seguite da Raiway, Italgas, Enel e Terna. [...]