pasta 2

IN ITALIA SIAMO A CORTO DI GRANO - LA PRODUZIONE DI PASTA E’ LA VOCE PIU’ IMPORTANTE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA (18,5 MILIARDI L’ANNO) MA IL GRANO NOSTRANO NON BASTA E DOBBIAMO RICORRERE A QUELLO STRANIERO, IMPORTATO DA CANADA, STATI UNITI, VENEZUELA E UCRAINA

Cinzia Alfè per “www.dissapore.com

ROBERTO LA PIRAROBERTO LA PIRA

 

Pasta. Spaghetti, torciglioni, farfalle, maccheroni, da condire con il classico ragù, con il pesto, fatta al forno o semplicemente con un po’ di burro e parmigiano,  ma sempre e comunque pasta.

 

La pasta è il piatto forte di noi italiani, ciò che più rappresenta la nostra tradizione gastronomica, il piatto che decliniamo in mille preparazioni diverse, passando con indifferenza dalla calda, confortante e ricca pasta al forno dei giorni di festa alla rinfrescante, veloce e leggera insalata di pasta. Insomma, basta che sia pasta.

 

Normale quindi che noi italiani siamo non solo i primi consumatori al mondo di pasta ma anche i primi produttori. Il settore pasta, infatti, rappresenta il polo più importante dell’industria alimentare italiana e vale da solo un quinto delle esportazioni, per un importo di 18,5 miliardi di euro l’anno (dati La Lettura/Corriere della Sera). E quando parliamo di pasta, occorre specificare, la parte del leone la fa la pasta di grano duro, compatta e consistente, vera regina delle nostre tavole.

DIETA PASTADIETA PASTA

 

Peccato però che la produzione di grano nostrano non sia sufficiente per coprire il fabbisogno nazionale, esistendo un deficit medio annuo di circa 2 milioni di tonnellate di grano duro (media ultimi 15 anni); di qui, la necessità di ricorrere a grano di importazione, nella misura del 40% circa del totale, grano senza il quale l’Italia perderebbe il primato di leader mondiale nell’esportazione e produzione di pasta e gli italiani sarebbero costretti a tagliare i consumi dei loro amati spaghetti e affini del 30-40% circa.

 

Basterebbero questi semplici dati, quindi, per sfatare il mito in base al quale acquistando pasta prodotta con il 100% di grano duro nazionale si salverebbe “il granaio Italia” mentre è invece vero il contrario, e cioè che la produzione italiana viene salvata tutti i giorni dalle aziende pastaie che acquistano sì la maggior parte del grano duro necessaria in Italia, ma che utilizzano per il loro prodotto anche grano straniero.

 

pastapasta

«La pasta italiana è sempre stata fatta con grano importato da Ucraina, Stati Uniti, Venezuela - afferma Roberto La Pira, direttore del Fatto Alimentare - e l’idea che solo il “made in Italy” sia buono è un po’ da sfatare».

 

Le aziende infatti, ricorrono al grano straniero non solo per sopperire alla carenza di grano nazionale, ma anche per motivi qualitativi: il grano duro importato, soprattutto quello proveniente da Canada, Stati Uniti e Ucraina, presenta maggiori quantità di glutine rispetto al grano nazionale, dando luogo a un prodotto finale migliore sotto il profilo organolettico, con una pasta che trattiene maggiormente l’amido e presenta una miglior tenuta in cottura.

 

In altre parole,  il grano importato risulta necessario non solo per un banale motivo di fabbisogno, ma anche per arricchire e migliorare la qualità del nostro.

 

pasta 2pasta 2

Eppure, per quanto necessario quantitativamente che qualitativamente, il grano d’importazione è guardato con diffidenza da parecchi operatori del settore e soprattutto percepito dal consumatore finale come meno salutare del grano nostrano, tant’è che sempre più pastifici hanno dato vita a linee di prodotto “100 per cento grano italiano“, tra questi anche pastifici non esattamente artigianali come Barilla.

 

Per i lettori più patriottici ecco una lista di marche tre le più vendute che realizzano pasta con grano 100% italiano:

 

– Afeltra

– Alce nero

– ViviVerde e FiorFiore (Coop)

pasta di cecipasta di ceci

– Felicetti Monograno e Grano duro biologico

– Floriddia

– Gentile Pastificio Gragnano

– Ghigi

– Girolomoni

– Grano Armando

– Dedicato e Linea biologica (Granoro)

– Iris

– Liguori

– Palandri

– Jolly

– Pastificio dei Campi Gragnano

– Sgambaro

– Valle del Grano

– Verrigni

 

Tra i motivi di questa diffidenza ci sono il presunto minor controllo sulla filiera e la maggior percentuale di muffe presenti nel grano d’importazione.

 

in fila per la pasta e fagioli (2)in fila per la pasta e fagioli (2)

Quest’ultimo, infatti, soprattutto se proviene da oltreoceano, resta stipato a lungo dentro le navi dove umidità, calore e carenza di adeguata areazione creerebbero un ambiente favorevole alla formazione di micotossine, sostanze chimiche tossiche che poi si ritrovano anche nel prodotto finale, per quanto all’interno dei limiti di tolleranza stabiliti dalla ferrea legge europea.

 

Ma muffe e micotossine dovute a trasporto e immagazzinamento non sono i soli problemi che vengono sollevati rispetto ai grani stranieri: secondo Simonetta Nanni, agronoma Slow Food, l’utilizzo intensivo degli stessi tipi di grano, rispetto alle molteplici varietà originarie del secolo scorso, oltre ad avere selezionato grani sempre più piccoli, con spighe più compatte e conseguente minore circolazione di aria, ha portato a una maggiore comparsa di muffe e funghi, la causa, a suo dire, del proliferare di parecchie malattie e intolleranze sempre più diffuse negli ultimi anni.

porzioni di pastaporzioni di pasta

 

Problemi che, ancora secondo la Nanni, non si presenterebbero se si utilizzassero soltanto grani nazionali “veri e antichi”.

 

Su quest’ultimo punto sembra però non esserci unanimità di vedute, infatti non manca chi sostiene che i cosiddetti grani “antichi” tanto di moda oggi, a causa di mutazione genetiche anche naturali, abbiano ben poco a che spartire con i grani coltivati migliaia di anni fa, e che inoltre non sia affatto provato che mangiare grani “antichi” darebbe maggior beneficio alla nostra salute rispetto al consumo di grani attuali.

 

 

Una piccola diatriba, quindi, tra i sostenitori del grano nazionale tout-court e quelli che invece non disdegnano i grani d’importazione, necessari comunque se si vogliono mantenere gli attuali primati italiani di produzione e consumo.

italia basilico pasta pomodoriitalia basilico pasta pomodori

 

Intanto, nell’attesa che la questione si risolva, noi, semplici ed appassionati consumatori di pasta, continueremo a gustarci i nostri fumanti piatti di spaghetti, senza pregiudizi e con molto godimento.

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…