QUANDO DAGOSPIA CI VEDE LUNGO: ALTRO CHE CHIUSA, LA STRADA TELECOM ITALIA-ORANGE È APERTISSIMA: STEPHANE RICHARD DICE ''SAREI PRONTO A FARE UN ACCORDO CON BOLLORÉ, ANCHE SE NON CREDO SIA NELLE SUE INTENZIONI''. MA HOLLANDE INTENDE PORTARE A TERMINE LA FUSIONE
DAGOSPIA DEL 13 NOVEMBRE 2015: TRA QUALCHE MESE, TELECOM SVENTOLERÀ BANDIERA DI ORANGE
Giovanni Pons per “la Repubblica”
Un incrocio nelle telecomunicazioni tra Italia e Francia? Fino a ieri la possibilità sembrava non auspicata dal governo italiano che ha sempre visto con sospetto l’investimento di Vincent Bollorè in Telecom Italia, arrivato con la sua Vivendi fino al 23,8% del capitale. Ancor più difficile sembrava vedere Orange, ancora controllata dallo stato francese, entrare a piedi uniti nel mercato italiano.
Ma nella conferenza stampa del vertice italo- francese a Venezia, il tema è diventato improvvisamente d’attualità grazie a una domanda dei cronisti su un possibile matrimonio Orange-Telecom Italia. «Siamo ben felici se si creerà un polo che potrà valorizzare la cultura latina, franco-italiana, europea, ma lasciamo che sia il mercato a fare la propria parte - ha detto Renzi - . È finito il tempo in cui si investiva a parole e non con i soldi».
L’auspicio è che vi siano operazioni transfrontaliere in entrambe le direzioni anche se nel passato si sono viste più spesso aziende francesi comprare marchi italiani, da Parmalat a Bulgari. «L’Italia ha aggiunto Renzi - è molto lieta di accogliere gli imprenditori che hanno voglia di investire nel futuro e nel nostro Paese. Siamo molto orgogliosi dei nostri imprenditori che vanno all’estero ad acquistare società e siamo lieti che ci siano imprenditori che considerano il nostro mercato interessante».
Gli ha fatto eco François Hollande che si è subito mostrato sulla stessa linea del premier italiano. «Nella difesa ci potranno essere concentrazioni tra aziende italiane e francesi, anche nelle tlc se vogliamo avere un peso. Non c’è futuro senza un’industria forte». E rispondendo all’ipotesi di fusione tra Telecom e Orange ha aggiunto: «Non dobbiamo temere questi investimenti».
Quasi vi fosse un coordinamento mediatico sul tema, ieri il presidente e direttore generale di Orange Stephane Richard, nel corso di un evento a Il Cairo, ha parlato alla Reuters della possibilità di avvicinarsi a Telecom Italia. Secondo Richard Orange potrebbe prendere in considerazione una fusione con Telecom se a proporlo fosse Vincent Bollorè.
«Se un giorno Bollorè mi dicesse: la cosa migliore sarebbe fare un accordo tra di noi e fare in modo che Orange acquisti Telecom Italia, ci guarderemmo - ha detto Richard -. Non penso che sia nelle intenzioni di Bollorè», ha peraltro aggiunto il manager, precisando però che incontra il finanziere e industriale francese in modo regolare.
Bollorè, da quando è diventato azionista di riferimento di Telecom, ha sempre tenuto a far sapere di agire in modo indipendente, senza accordi o alleanze con altri operatori. Soprattutto da quando nella partita italiana ha messo un piede anche Xavier Niel, altro imprenditore francese che ha acquistato opzioni per salire fino al 15% di Telecom. Ma è proprio questa rivalità tra gruppi d’Oltralpe a far pensare che prima o poi possa scaturire un accordo tra di loro.
Con Hollande al governo la moral suasion su Bollorè potrebbe alla fine avere successo e convincere il finanziere bretone a conferire il suo pacchetto di azioni Telecom a Orange diventandone contemporaneamente l’azionista di riferimento.
Con lo Stato francese che si sta diluendo al 19% se andrà in porto la fusione Orange-Bouygues Telecom e che potrebbe scendere ulteriormente al 15% nel momento in cui anche la società italiana confluisse nel mega gruppo europeo. In questo modo anche Niel verrebbe messo nell’angolo insieme al suo progetto, non ancora esplicitato ma concreto, di rendere Telecom Italia polo aggregante a livello europeo per società di tlc di medie dimensioni.