1. QUANTE ANALOGIE E NOMI RICORRENTI NEI ‘’PACCHI’’ ANTONVENETA-MPS E RCS-RECOLETOS (DIETRO C'È SEMPRE "BOTTINO" BOTTIN, SPONSOR DI LUCHINO DI MONTEFIAT) 2. SEGUITECI: NEL 2007 RCS ACQUISTÒ RECOLETOS, SOCIETÀ SPAGNOLA GUIDATA DA JAIME CASTELLANOS. CHE ALTRI NON È CHE IL COGNATO DI BOTÍN, OVVERO IL NUMERO UNO DI BANCO SANTANDER CHE QUALCHE MESE PIÙ TARDI RIFILA A MPS LA BANCA ANTONVENETA 3. E SONO SUBITO CONFLITTI DI INTERESSI: SANTANDER ERA (ED È) UNO DEGLI SPONSOR IN F1 DELLA FERRARI, OVVERO GRUPPO FIAT, AZIONISTA DI RCS. ANA PATRICIA BOTÍN, FINO AL 2011 NEL CDA DI GENERALI, ALTRO AZIONISTA DI RCS. E L’ADVISOR DELL’AFFARE E’ BANCA LEONARDO DI BRAGGIOTTI, EX LAZARD, IL CUI CAPO IN SPAGNA ERA PROPRIO CASTELLANOS 4. E CHI STIMÒ PER RCS IN 1,1 MILIARDI DI EURO IL VALORE DI RECOLETOS FU MEDIOBANCA, ADVISOR DI MPS IN ANTONVENETA. CHE SI È DIMOSTRATA UN FIASCO. COME RECOLETOS

DA QUANDO HA LASCIATO INCAZZATO IL CDA DI RCS, DELLA VALLE NON SMETTE DI DARE ADDOSSO A GIOVANNI BAZOLI

Gian Maria De Francesco e Paolo Bracalini per "Il Giornale.it"

Il piano «lacrime e sangue» di Rcs, firmato dall'ad Pietro Scott Jovane, sconta i 300 milioni di svalutazioni della controllata spagnola Recoletos nel 2011 e i 260 del primo semestre 2012.

Un aumento di capitale da 400 milioni e la rinuncia alla sede storica del Corriere di via Solferino sono misure drastiche che mettono in discussione lo stesso direttore del quotidiano Ferruccio de Bortoli, difensore dello status quo.

Il problema, tuttavia, è un altro. È la stessa Rcs a essere un paradosso. Da quando nel 1984 il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, la salvò dal naufragio del Banco Ambrosiano, essa è sempre stata una replica in sedicesimo del «salotto buono» della finanza italiana: da Fiat a Mediobanca a Pirelli, Pesenti e Generali. E oggi anche con le cooperative rosse di Unipol che hanno acquisito Fonsai.

Un capitalismo di relazione racchiuso in un patto di sindacato, ma che finanziariamente non rischia in prima persona. A differenza di Diego Della Valle, che da quel consesso è rumorosamente uscito l'anno scorso, ingaggiando una nuova battaglia. Dopo l'estromissione di Cesare Geronzi dalle Generali, negli ultimi sei mesi ha aperto una nuova tenzone, questa volta con Giovanni Bazoli.

E non passa giorno, e soprattutto apparizione televisiva, che l'imprenditore marchigiano non si scagli contro il presidente di Intesa sollecitandolo a «fare un passo indietro», ossia a disimpegnarsi dalla cura del Corriere del quale è il nume tutelare (non a caso il primo azionista fuori patto Giuseppe Rotelli gli è molto vicino). In questo scontro nessuno è risparmiato, nemmeno Fiat: Elkann e Marchionne sono stati bollati come «furbetti cosmopoliti».

Perché di Della Valle tutto si può dire, tranne che quell'8,8% di Rcs non l'abbia conquistato con i propri capitali, con le risorse rivenienti dal successo di Tod's. E quella quota non l'ha ereditata né l'amministra per diritto divino. Gli strali verso la finanza cattolica (Bazoli) e di quella laica (la Mediobanca di Alberto Nagel). Lo scontro di potere, però, ha un limite fisico nei numeri del piano di Scott Jovane. È difficile realizzare un aumento pari al 50% della capitalizzazione di Borsa.

Ancor più difficile cedere un immobile (per quanto nella centralissima Brera) con la crisi del mattone che c'è. Nessuno, intende spostarsi di un millimetro. E col tempo, si possono disegnare alleanze che ora sembra improbabile persino vagheggiare. Lo stesso successore designato di de Bortoli, il direttore della Stampa Mario Calabresi, potrebbe non essere più tale in questo gioco di specchi.

C'è un altro elemento da notare. I conti in rosso di Rcs riportano a nomi e personaggi dell'affaire Antonveneta-Mps. Nell'aprile 2007, infatti, il gruppo dell'ad Antonello Perricone, acquistò Recoletos, società spagnola guidata da Jaime Castellanos. La società fu valutata da Rcs 1,1 miliardi di euro, circa il 10% in più di quanto venne valutata dalla britannica Pearson quando la vendette nel 2004.

Castellanos altri non è che il cognato di Emilio Botín, ovvero il numero uno di Banco Santander che qualche mese più tardi rifila a Mps la banca Antonveneta per 9 miliardi di euro, avendola pagata 6,6 poco tempo prima. Nell'assemblea straordinaria di Rcs a maggio 2012, un azionista chiese se «nel 2006/2007 esistevano potenziali conflitti di interessi tra soci del patto, management e advisor di Rcs con Castellanos e Botín?». La risposta del cda è secca: «No».

Nessuna menzione del fatto che Santander fosse (ed è) uno degli sponsor in F1 della Ferrari, ovvero gruppo Fiat, azionista di Rcs. O che Ana Patricia Botín, figlia del patron di Santander e cognato di quello di Recoletos, fino al 2011 sia stata amministratrice di Assicurazioni Generali, altro azionista di Rcs. O che una delle due banche d'affari che hanno fatto da advisor dell'operazione sia stata la Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti, ex Lazard, il cui capo in Spagna era proprio lo stesso Jaime Castellanos. Sull'altra banca consigliera di Rcs si intrecciano le analogie con Mps-Antonveneta. Perché chi stimò per Rcs in 1,1 miliardi di euro il valore di Recoletos fu Mediobanca, advisor di Mps in Antonveneta. Che si è dimostrata un fiasco. Come Recoletos.

 

SCOTT JOVANEGiovanni Bazoli Diego della valleGIUSEPPE ROTELLI Luca Cordero Di Montezemolo Emilio Botin JAIME CASTELLANOS EMILIO BOTIN E LUCA DI MONTEZEMOLO EMILIO BOTIN E LUCA DI MONTEZEMOLO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...