benetton fiumicino

SUL RADDOPPIO DI FIUMICINO ARRIVA IL PRIMO STOP AI BENETTON - L'OPERA DA 18 MILIARDI DI EURO FINISCE IN FREEZER: L’ENAC HA CONGELATO IL PIANO IN ATTESA DELLE SENTENZE DI TAR E CONSIGLIO DI STATO SUGLI ASPETTI AMBIENTALI - LA FAMIGLIA BENETTON, DA QUANDO ALLA VIGILIA DI NATALE DEL 2012 HA AVUTO DAL GOVERNO DI MONTI, IL VIA LIBERA ALL'AUMENTO DI 10 EURO DELLE TARIFFE AEROPORTUALI, FIUMICINO È DIVENTATO IL SECONDO BANCOMAT DEL GRUPPO AL FIANCO DEI 3 MILA CHILOMETRI DI AUTOSTRADE

Daniele Martini per il “Fatto quotidiano”

FIUMICINO

 

Il megagalattico raddoppio dell' aeroporto di Fiumicino del valore di 18 miliardi di euro viene messo per quasi un anno nel freezer (10 mesi per la precisione). E i Benetton che di quel progetto sono i sostenitori e gli eventuali beneficiari devono per la prima volta frenare i loro appetiti dopo essere stati abituati a galoppare per decenni a briglia sciolta come concessionari di beni pubblici.

 

L'alt viene impartito con una lettera dall' Enac, l'Ente dell' aviazione civile guidato per un quindicennio da Vito Riggio, finora sempre incondizionatamente a fianco degli imprenditori veneti. Protocollata il 22 giugno, la missiva evidentemente era finita in un cassetto e non porta la firma di Riggio il cui mandato scade a giorni, ma del direttore generale Alessio Quaranta. La sospensione è salutata come "una prima grande vittoria" dal Comitato Fuoripista, l'associazione che da un decennio si batte non contro lo sviluppo dell'aeroporto, ma contro il faraonico raddoppio.

 

fiumicino

E a sorpresa viene incassata se non di buon grado almeno senza virulente contrapposizioni anche dagli stessi Benetton che con l'Ente dell' aviazione civile hanno concordato "di non voler procedere ad alcuna azione di rivalsa" contro la sospensiva e il conseguente allungamento dei tempi per Fiumicino.

 

Ci sono due possibile spiegazioni per questo inatteso fair play. La prima è che in queste settimane e mesi i Benetton intensificheranno il lavoro di lobby in vista di due scadenze importanti: le attese sentenze del Tar e del Consiglio di Stato sui confini e la classificazione dei terreni della Riserva naturale del litorale romano su cui dovrebbe insistere il gigantesco raddoppio dello scalo.

Benetton fiumicino

 

L'altra spiegazione è che in questo momento per i Benetton va bene qualsiasi soluzione, sia che il raddoppio si faccia sia che non si faccia. Da quando alla vigilia di Natale del 2012 hanno avuto dal governo di Mario Monti, ormai dimissionario e in vita solo per l'ordinaria amministrazione, il via libera all' aumento di 10 euro delle tariffe aeroportuali, Fiumicino è diventato il secondo bancomat dei Benetton al fianco dei 3 mila chilometri di autostrade. Le tariffe aeroportuali del primo scalo romano, difatti, sono le più alte d' Italia: in media 30,94 euro a passeggero.

 

È vero che in teoria gli incassi non utilizzati per gli investimenti promessi dovrebbero essere retrocessi dai Benetton allo Stato. Ma, appunto, di teoria si tratta e intanto corrono interessi e dividendi: più di 700 milioni di euro in 5 anni.

 

Espropri fiumicino

Il destinatario della lettera dell' Enac è il ministero dell' Ambiente, poi per conoscenza sono coinvolti anche il ministero dei Trasporti, Beni culturali e infine la società Aeroporti di Roma dei Benetton (AdR). Il ministero dell' Ambiente in questo momento è il fulcro della vicenda perché è in corso la Via (Valutazione di impatto ambientale), cioè la complessa procedura relativa alle ricadute sull' ambiente derivanti dall' eventuale costruzione della quarta e quinta pista e della nuova aerostazione.

 

fratelli benetton

Come è noto lo sviluppo proposto dai Benetton si basa su un' espansione a nordest dell' attuale sedime su una superficie di 1.300 ettari della Riserva naturale del litorale romano tutelati da vincoli ambientali precisi e stringenti. Novecento di questi 1.300 ettari sono di proprietà dei Benetton e se il progetto del raddoppio dovesse andare avanti, questi terreni dovrebbero essere espropriati dallo Stato.

 

Trattandosi di una grande opera di interesse pubblico sarebbero pagati a un prezzo notevolmente superiore a quello sborsato dai Benetton allo stesso Stato quando li acquistarono come terreni agricoli dall' Iri.

 

La sospensiva imposta dall' Enac è ufficialmente collegata proprio alla procedura della Via. Il ragionamento è questo: siccome sono in fase di definizione i due ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, allora appare opportuno "voler attendere per un periodo stimato di 10 mesi, la definizione di tali questioni prima del prosieguo della procedura di Via, la quale altrimenti sconterebbe una situazione giuridico amministrativa non ancora cristallizzata".

impero della famiglia benetton

 

Il Comitato Fuoripista ricorda però che il sì al raddoppio fu dato nel 2012 quando la Riserva esisteva già da 16 anni ed era noto che l' espansione avrebbe interessato aree "sottoposte a vincoli che ne precludevano la realizzazione". Per il Comitato "dovrebbe essere lapalissiano e di buon senso che non sia possibile costruire un secondo mega aeroporto dentro una Riserva naturale".

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