1. L’ECO DELLO SCANDALO ‘’GRILLI OFFSHORE’’ È RIMBALZATO NELLE MERCHANT BANK INTERNAZIONALI E IN PARTICOLARE A MORGAN STANLEY DOVE STAVANO PREPARANDOGLI UN UFFICIO PER IL NUOVO INCARICO: CARRIERA SPACCIATA PER IL MINISTRO? 2. SE IL RAPPORTO TRA GUARGUAGLINI E GIULIANO AMATO ERA FORTISSIMO, ALESSANDRO PANSA NON HA UN FEELING PARTICOLARE CON ENRICO LETTA E POTREBBE SOFFRIRE PER L’INEVITABILE ESODO DAL TESORO DEL SUO SPONSOR VITTORIO GRILLI 3. METTI UN’ ‘’ACCENTURE ITALIA’’ A ROMA ALLE PRESE CON IL PODOLOGO DI ALE-DANNO 4. UN PENSATOIO DI SINISTRA PER MATTEUCCIO ARPE CON L’ECONOMISTA VLADIMIRO GIACCHÈ

1- ALESSANDRO PANSA NON HA UN FEELING PARTICOLARE CON ENRICO LETTA
Gli uscieri di Finmeccanica ieri sera sono andati a casa molto tardi e nonostante l'ora hanno riunito le famiglie per leggere le 13 pagine del comunicato stampa emesso alla fine del consiglio di amministrazione.

In questo perfido esercizio che ha coinvolto le mogli e i figli assonnati, gli uscieri hanno cercato di avere un giudizio preciso sullo stato di salute del Gruppo che ha chiuso il 2012 con una perdita di 786 milioni dovuta in gran parte alle svalutazioni che l'amministratore Alessandro Pansa ha voluto segnare a bilancio per la controllata americana Drs (993 milioni) e Selex Es (155 milioni).

Gli uscieri sono rimasti colpiti dalla riduzione degli ordini e del numero dei dipendenti che sono diminuiti rispetto all'anno scorso di circa 3mila unità, ma soprattutto li ha impressionati l'aria stanca con cui Pansa ha gestito la riunione. Stupidamente qualcuno ha pensato di trovare la causa nella decisione di tagliarsi lo stipendio del 50%, una scelta in linea con la politica delle pulizie e del sorriso con la quale il manager cerca di guadagnarsi la riconferma al vertice nell'Assemblea di fine maggio.

Oggi Pansa è volato a Londra per illustrare i risultati alla comunità finanziaria e gli uscieri che hanno seguito l'incontro in streaming dicono di averlo visto più sollevato. Sarà interessante capire se il figlio del famoso giornalista, che ha raccolto la pesante eredità del carcerato Giuseppe Orsi, riuscirà a glissare come ha fatto ieri sul groviglio di scandali e di problemi giudiziari che hanno portato in galera il suo predecessore e hanno messo in discussione la reputation del Gruppo.

Un anno fa Orsi sproloquiava in Assemblea sugli errori di Guarguaglini e si vantava di aver cacciato 45 manager e di aver venduto la Maserati con la quale il marito di Marina Grossi scendeva a piazza Monte Grappa. A dargli manforte in questa esibizione muscolare c'erano allora Carlo Maria Fenu, il comunicatore in odore di Opus Dei, e la pattuglia di consulenti strapagati e improvvisati che oggi sono stati messi quasi tutti in disparte dal mite Marco Forlani.

Quest'ultimo ha condotto la conferenza stampa di ieri in maniera così poco brillante da provocare un paio di domande che hanno rattristato ancor più il povero Pansa. E molti si sono ricordati della polemica dell'ex-comandante supremo Orsi che continua a guardare la luce dietro le sbarre di Busto Arsizio,una excusatio unilaterale che era indirizzata alla precedente gestione e soprattutto nei confronti della moglie di Guarguaglini, la czarina di Selex, Marina Grossi, indicata come il nemico pubblico numero 1.

In questi ultimi mesi gli uscieri sono rimasti sorpresi quando per ben due volte hanno visto il Guargua infilarsi nell'ascensore che porta all'ufficio di Pansa e hanno raccolto la voce che il manager maremmano stia spendendosi alla grande per evitare che dopo il patteggiamento davanti ai giudici sulla moglie si abbatta la rivalsa dell'azienda.

Ma non sono solo questi i problemi che Pansa dovrà affrontare per mantenere la poltrona. Il punto più delicato resta la strategia industriale da perseguire per raggiungere l'utile nel 2013. Su questo banco di prova si gioca la partita più importante perché - come scrive oggi il quotidiano francese "Les Echos" - "più delle perdite è preoccupante l'assenza di una strategia a lungo termine".

La riduzione dei budget della Difesa americana e di altri Paesi nei quali la vicenda dei marò indiani ha creato una barriera alla competitività di Finmeccanica, rappresenta un ostacolo enorme. La soluzione potrebbe passare attraverso la dismissione di alcuni asset nelle attività civili, ma questo è un tema squisitamente politico che finirà tra i primi dossier del Governo. Gli uscieri sanno che il rapporto tra Guarguaglini e Amato era fortissimo mentre Pansa, che non ha un feeling particolare con il neopresidente Enrico Letta, potrebbe soffrire per l'inevitabile esodo dal Tesoro del suo sponsor Vittorio Grilli.

2- METTI ‘'ACCENTURE ITALIA'' ALLE PRESE CON IL PODOLOGO DI ALEDANNO
Da alcuni giorni i telefoni sono caldi sulle linee che collegano Milano a New York.
Le telefonate milanesi partono da via Maurizio Quadrio dove si trova il quartier generale di Accenture Italia, la filiale del colosso americano della consulenza e dell'informatica, mentre a New York arrivano al numero 1.345 di Avenue of the Americas dove si trova la casa madre guidata da Pierre Nanterme, il manager francese, insignito della Legion d'Onore, che dopo 30 anni di lavoro è diventato il capo assoluto del Gruppo che fattura 27,9 miliardi nel mondo.

Oggetto delle frenetiche telefonate è la vicenda scoppiata al Comune di Roma per una gara del 2010 con la quale Accenture si è aggiudicata per 39 mesi la gestione dei sistemi informativi del Campidoglio. Su questa vicenda si è aperto uno squarcio dai risvolti oscuri perché - come scrive ancora oggi "Repubblica" - l'appalto sarebbe stato oliato e pilotato da un personaggio vicino al sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno.

Si tratta di un podologo, Fabio Ulissi, e la cosa non stupisce affatto Dagospia che non a caso ha sempre definito Alemanno "il sindaco dalle scarpe ortopediche". Questo Ulissi è stato inserito nell'ufficio di presidenza di Roma Capitale Investments Foundation e da quello strapuntino si sarebbe dato da fare per pilotare la gara vinta da Accenture.

Gli inquirenti ritengono che il suo zelo sia stato premiato con una tangente di 80mila euro, ma a rendere sospetta l'operazione sono stati soprattutto i criteri di aggiudicazione che sembravano ritagliati su misura per facilitare la vittoria finale di Accenture sugli altri concorrenti.

Nella sede milanese del colosso informatico il più incazzato per questa vicenda romana è Fabio Benasso, l'amministratore delegato di Accenture Italia che è entrato in azienda nel 1984 e dal 2006 ha la responsabilità delle attività italiane.

Benasso ritiene di essere parte lesa e in un comunicato di cinque righe emesso ieri ha dichiarato che sono state riscontrate irregolarità rispetto alle policies di Accenture e "le persone sospettate di essere coinvolte non sono più dipendenti della società" (c'e da chiedersi perche').

A New York aspettano con ansia gli sviluppi del "caso" italiano e il chairman francese Nanterme manda messaggi per evitare che la reputazione del Gruppo, operante con ben 34 sedi operative in India, venga compromessa da un podologo spregiudicato.

3- UN PENSATOIO DI SINISTRA MATTEUCCIO ARPE DELL'ECONOMISTA VLADIMIRO GIACCHÈ,
Matteuccio Arpe ha abbandonato la folle idea di comprare giornali e preferisce valorizzare la presenza del fondo Sator nelle attività di ricerca.

Questa sensibilità l'aveva già dimostrata a gennaio dell'anno scorso quando con una partecipazione di circa il 40% è entrato nel Cer (Centro Europa Ricerche), guidato dall'anziano economista Giorgio Ruffolo. La storia del Cer, fondato nel 1981 da Luigi Spaventa e Antonio Pedone, è la storia di un pensatoio di sinistra che ha svolto ricerche e pubblica Rapporti importanti per gli studiosi dell'economia.

L'arrivo di Matteuccio ha rimesso a posto i conti che peraltro non erano disastrosi poiché l'anno scorso la perdita è stata di soli 40mila euro e i ricavi sono cresciuti del 38%.

In questa strategia si inserisce la nomina al posto di Ruffolo dell'economista Vladimiro Giacchè, che ha curato un saggio su Marx tale da provocare l'entusiasmo di Alessandro Profumo. Sarà lui a prendere le redini del Cer lasciando all'anziano Ruffolo la presidenza onoraria.

4- L'ECO DELLO SCANDALO ‘'GRILLI OFFSHORE'' È RIMBALZATO NELLE MERCHANT BANK INTERNAZIONALI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che la vicenda, rivelata dal "Sole 24 Ore", sui conti off-shore del pallido ministro Grilli non è soltanto uno spaccato di famiglia dai risvolti penosi, ma una storiaccia che... spaccherà la carriera dell'ex-direttore generale del Tesoro.

L'eco della vicenda è rimbalzato nelle merchant bank internazionali e in particolare a Morgan Stanley dove stavano preparandogli un ufficio per il nuovo incarico. Il pallido ministro non ha avuto finora il buongusto di dimettersi, ma è noto che negli ambienti angloamericani incidenti di questo genere non sono tollerati".

 

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